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Michele Sapia, Segretario Generale Fai Cisl Calabria: «Bene la decisione di sgomberare la tendopoli di San Ferdinando. Necessario fare rete promuovendo luoghi di confronto e nuovi modelli di integrazione».

Lamezia Terme (Cz), lì 10 febbraio 2022 – «Una buona notizia l’intenzione di finanziare lo sgombero e la bonifica della tendopoli di San Ferdinando. Apprezziamo la scelta politica del Presidente della Regione Roberto Occhiuto, segno di un nuovo percorso per sostenere l’integrazione sociale e garantire dignità e diritti alla persona», afferma il Segretario Generale Fai Cisl Calabria Michele Sapia, commentando l’esito dell’incontro tra Regione, Comuni interessati e Prefetto di Reggio Calabria.
«In Calabria c’è molto da fare sul tema dei ghetti e il contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura. Per come emerso durante il VII Congresso regionale della Fai Cisl Calabria, saranno indispensabili azioni e strategie condivise, coinvolgendo anche le parti sindacali e datoriali per superare quei limiti infrastrutturali, logistici e sociali come la carenza alla cooperazione e la piaga del caporalato.
La vera strategia, parallelamente a nuovi interventi sui trasporti e alloggi, sarà quella di sostenere il lavoro contrattualizzato e ben retribuito, ulteriori attività di prevenzione, formazione e informazione, incontro di domanda e offerta.
Serviranno partecipazione, dialogo, progettazione e investimenti, sia per smantellare i ghetti in Calabria che per realizzare nuovi modelli di accoglienza ecocompatibili e funzionali alle attività lavorative, mettendo al centro persona e lavoro.
In Calabria sostenere il lavoro agricolo di qualità significa anche sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, dignità delle persone, integrazione sociale e qualità delle produzioni.
All’umanità, accoglienza e generosità delle comunità calabresi, bisognerà sostenere momenti di confronto per coltivare l’idea di fare rete partendo insieme dalla legge 199 e dalle nuove norme sulla clausola sociale nella prossima Pac.
È tempo di coltivare nuovi luoghi di confronto regionale e cogliere tutte le opportunità previste dal Piano Triennale di contrasto al caporalato e sfruttamento lavorativo in agricoltura e dal Protocollo siglato con l’Anci e i Ministeri del Lavoro, dell’Agricoltura e dell’Interno».