Marziale: I giovani attendono risposte per non cadere prede della mafia

“Se davvero si vuole smarcare l’età evolutiva dalla tentazione e dalla fascinazione del crimine organizzato è necessario andare oltre lo steccato delle enunciazioni, delle lezioni teoriche sulla legalità preoccupandosi, invece, di mostrare l’alternativa, lo Stato e i suoi servizi”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, intervenendo sulla situazione politico-sociale calabrese.

 

“Lo Stato, e chi se no? – evidenzia il sociologo –, non può immaginare di piacere alle giovani generazioni se intorno ad esse innalza barriere di comunicazione, basti pensare alla situazione dei trasporti degna del terzo mondo. Reggio Calabria con i voli centellinati, l’alto ionio catanzarese e cosentino costretto a recarsi addirittura a Bari per accedere ad un volo perché Lamezia Terme sembra irraggiungibile per via di una situazione stradale sulla quale è meglio stendere un velo pietoso. La linea ferroviaria e le carrozze destinate alla Calabria non sono altro che quelle dismesse altrove. E meglio è non parlare della situazione strutturale degli edifici scolastici e delle infrastrutture sportive. Insomma – chiosa Marziale – è difficile rimanere affascinati da uno sfascio così esponenziale. Ecco, allora, che le parole spese in termini teorici sulla legalità si infrangono contro una realtà diametralmente contrapposta e che non è il biglietto da visita della Calabria, ma dell’Italia”.

 

“Io, personalmente – incalza il presidente dell’Osservatorio – non godo dei momenti in cui una determinata coalizione piuttosto che un’altra va in affanno. Questo è uno sport degno dei migliori sfascisti, che perdono di vista l’unico ed universale obbiettivo, ossia la forza da dimostrare ad una Roma politica da considerarsi principale responsabile dell’atavico malessere della Calabria”.

 

“Credo – conclude Marziale – che la classe politica dirigente regionale, all’unisono, sia chiamata ad una inversione di rotta, lontana da guerre tra i poveri e mirante a dare risposte visibili, soprattutto alle giovani generazioni perché sono esse le destinatarie dei benefici o degli scempi dell’oggi. Sono gli esempi a cambiare i modi di essere ed agire, non le teorie. Nessuno, politica, società civile ed imprenditoriale e tutte le altre componenti può chiamarsi fuori da queste responsabilità. Chi cincischia o “inzuppa il biscotto” nel magma delle difficoltà ha solo un diritto, quello di tacere”.