Manifesti antiaborto: Davi, un errore proibirli ma eviterei guerre di religione

«Mi sono formato da giovane cronista all’Unità (una grandissima scuola di giornalismo) e come direttori ho avuto il privilegio di avere persone come Walter Veltroni, Renzo Foa, perfino Massimo D’Alema, quindi è evidente il mio pensiero sulla questione aborto: libertà di scelta per le donne accompagnata a un sostegno della maternità concreto che non c’è mai stato. Detto questo, credo che il sindaco Falcomatà dovrebbe dimostrarsi un po’ più liberale con chi la pensa diversamente». Lo ha dichiarato il giornalista e massmediologo Klaus Davi, che ha proseguito: «Lasciamo la censura agli stalinisti. Lasciamo che anche l’Italia diventi una società liberale. In merito alle querele, eviterei di intasare i tribunali con contrapposizioni di principio. Io sono oggetto di 30 querele da parte delle principali famiglie di ‘Ndrangheta che contestano i miei servizi. Ecco, lasciamo a questa gente il ricorso a questi metodi intimidatori. Viva la libertà di espressione sempre e comunque. I manifesti non vanno strappati ed eviterei però i ricorsi al tribunale. Concludo dicendo che le querele degli amministratori pubblici sono a carico dei cittadini. Cioè di tutti noi. Viste le condizioni pietose della città di Reggio Calabria, destinerei ogni singolo euro a ben altri obiettivi», ha chiuso Davi.

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