Mancata defascistizzazione dello stato e costituzione Italiana
Abbiamo celebrato,IL 2 Giugno, i 76 anni dalla nascita della Repubblica e ritengo doveroso fare un minimo di riflessione soprattutto sul Decreto di Palmito Togliatti, meglio conosciuto come l’Amnistia del 1946 e su come nacque lo Stato Repubblicano Italiano e la condizione del Sud nel dopoguerra.
Il 22 luglio del 1946 entra in vigore il “Decreto Presidenziale di amnistia e indulto per reati comuni,politici e militari”avvenuti durante il periodo di occupazione nazifascista.La legge è stata proposta e varata dal Ministro di Grazie e Giustizia del primo Governo De Gasperi,Palmiro Togliatti,segretario del Pci-
L’amnistia comprende il condono della pena per reati comuni e politici condannati a un massimo di 5 anni.Dopo la cacciata dei Comunisti dal Governo,nel febbraio del 1947(terzo Governo De Gasperi) il condono delle pene viene esteso in modo indiscriminato anche perché la Magistratura, che sarà chiamata ad esaminare i casi, è quella che ha operato nel ventennio.
Si pensa che il passato sia una storia chiusa,invece è inevitabile l’impatto del presente con il passato.
Il riferimento riguarda alla mancata defascistizzazione dello Stato con l’avvento della Repubblica italiana.
L’amnistia di Togliatti aveva come scopo il recupero degli ex funzionari e militari che avevano appoggiato il fascismo.
Furono 119.000 le persone amnistiate e solo 4000 furono i fascisti condannati.
Perché avvenne questo?
Per intanto va detto che la Magistratura,seconda sezione di Cassazione,che era quella che aveva giurato fedeltà al Fascismo e aveva applicato le sue leggi repressive,seguì una linea lassista.
Tante furono le assoluzioni di fascisti che avevano usato violenze gravi contro le donne e partigiane che furono trattati come semplici molestie non punibili.
In parole povere possiamo dire,con dati alla mano,che l’amnistia di Togliatti agevolò tanti fascisti che furono riabilitati e moltissimi restarono al loro posto all’interno della Pubblica Amministrazione e negli apparati dello Stato.
Il passaggio tra la Monarchia e la Repubblica fu un processo di “continuità” con la Monarchia e il vecchio Regime.
Infatti su 144.000 casi di funzionari ex fascisti solo 13.000 furono processati e solo l’1% di funzionari statali sarà rimosso dagli incarichi pubblici.Quindi possiamo dire che il Fascismo potè continuare il suo processo di riorganizzazione e di consolidamento all’interno di settori vitali dello Stato.
La dimostrazione è la nascita del Movimento Sociale Italiano, che sarà guidato da un ex funzionario fascista,Giorgio Almirante e il tentativo,fallito, di colpo di stato in Italia per opera di Junio Valerio Borghese,un altro ex militare fascista che fu riabilitato.
Ancora nel 1960 su 62 Prefetti ,60 erano già Prefetti durante il Fascismo.
Quello che è avvenuto subito nel dopoguerra si rifletterà inevitabilmente sulla persistenza presenza e affermazione in varie competizioni elettorali,dei partiti e della formazioni parafasciste, che cresceranno in Calabria a partire dalle elezioni dell’ Assemblea Costituente e delle elezioni del 1948, quando la D.C. conquistò la Maggioranza assoluta in Parlamento.
Il vecchio personale politico ex fascista,dopo l’avvento della Repubblica ,si riciclò nei partiti Democratici e il passato si prolungava nella Democrazia.
Da qui troviamo tanti ex fascisti nella D.C. ma anche nei partiti di sinistra e nello stesso P.C.I.
Il processo di epurazione non fu mai avviato e gli ex fascisti si riposizionarono nella Repubblica.
Possiamo quindi pensare che anche i rigurgiti delle formazioni che ,ancora oggi,si richiamano al fascismo e al nazismo non sono altro che le conseguenze di una mancata defascistizzazione dello Stato.La nostrta Repubblica va rivitalizzata e vanno ricercati i rinvigoriti gli ideali della Resistenza Italiana la quale aveva un sogno, che era quello della nascita di un Paese Antifascista,Europeo e Democratico.
Polistena 05.06.2022 Aldo Polisena
Presidente dell’Associazione
“Alioscia”