Ma il Comune di Reggio vigila sulla tassa di soggiorno?
A Reggio si parla sempre di turismo. Sul turismo si sono costruite intere stagioni politiche, “Reggio città turistica” sarebbe il ritornello più riuscito di un ipotetico Festivalbar locale. A Reggio la stagione turistica è sempre da venire, anche per quest’anno sarà l’anno prossimo. In una recente e molto partecipata assemblea sul Turismo a Reggio abbiamo incontrato eccellenze ed operatori virtuosi, abbiamo appreso molto e abbiamo avuto conferma di ciò che, da profani, già sapevamo: a Reggio manca la ben che più semplice strategia turistica, la più piccola e organica programmazione. Nell’improvvisazione più completa sta agli operatori barcamenarsi, cercando di coprire le falle di un sistema farraginoso. Dai trasporti, all’acqua, ai più banali punti di informazione sembra mancare tutto.
Già a chiunque arrivi in aeroporto o in stazione é chiaro come il Comune non vigili affatto sul rispetto delle tariffe dei Taxi, praticamente inaccessibili a chi non abbia stipendi da emiro. Non è un buon biglietto da visita…
Sulla questione della balneazione e della costa occorrerà una riflessione ad hoc, che faremo presto con proposte opportune.
Quello che colpisce è, però, constatare come il Comune sembri mancare perfino nelle cose più elementari. Urgono chiarimenti! Dagli operatori del turismo è emerso come Reggio ospiti in media circa 2000 persone al giorno, tra turisti (pochi) e viaggiatori a vario titolo. I conti non tornano! Il Comune recepisce dalla tassa di soggiorno circa 200.000 euro l’anno, ovvero più o meno quanto (secondo le stime degli operatori virtuosi) potrebbe guadagnare in un trimestre. Com’è possibile? Dobbiamo credere che oltre alla clamorosa evasione della Tari (di cui facciamo le spese con la città in emergenza igienico sanitaria) manchi anche una verifica sulla tassa di soggiorno? Il Comune ha mai attivato, pur nel rispetto della privacy, un confronto tra i dati delle registrazioni obbligatorie degli ospiti comunicate dagli operatori di strutture ricettive, l’ufficio statistica e il corrispettivo versamento della tassa di soggiorno? Il Comune può confermare o smentire i dati numerici fornitici dagli operatori?
Per restare in Calabria un Comune come Cutro nel 2017 ha incassato dalla tassa di soggiorno 197 mila euro, Parghelia 277 mila per non parlare di Ricadi con 544 mila euro. Pochi esempi di comuni con un turismo essenzialmente estivo, mentre Reggio, a detta degli operatori, ospita tutto l’anno viaggiatori a vario titolo. Se facciamo un rapido confronto tra il gettito della tassa di soggiorno e l’addizionale Irpef degli stessi comuni sopra citati, vediamo che l’ammontare è quasi equivalente, quando non superiore in favore della tassa di soggiorno (fonte Banca Dati Sipe, recepita tramite www.onpencalabria.com). Se ne deduce che, soprattutto per un Comune in predissesto come Reggio e con una autonomia fiscale limitata, la tassa di soggiorno sia uno strumento indispensabile per migliorare e sostenere i servizi al turismo e alla cittadinanza. In un Comune con le casse vuote sarebbe alquanto illogico non attivare le opportune strategie di controllo della tassa di soggiorno. Soprattutto quando si lamentano carenze strutturali, con aggravi fiscali per i cittadini probi. Abbiamo già proposto come la tassa di soggiorno a Reggio debba essere destinata alla manutenzione ordinaria del moribondo Lido Comunale. Anche la situazione di sporcizia della quasi totalità delle spiagge reggine potrebbe essere accomodata ricorrendo alla stessa tassa… Adesso chiediamo: il Comune verifica effettivamente che sulla predetta tassa non vi sia evasione? E come lo fa? Senza questa indispensabile ed elementare iniziativa di civiltà e buona amministrazione qualunque iniziativa sul turismo, non ultima l’app, rischiano di sembrare solo pannicelli caldi, eventi spot.