L’unità nazionale? Viene da un ampio consenso ma non sempre… Di Al. Tallarita
L’unità nazionale? Viene da un ampio consenso ma non sempre…
La politica la fanno i leader con le azioni concrete. E Matteo Salvini leader politico ha dimostrato ampiamente di esserlo. Con l’iniziativa certa e veloce di parlare e sentire tutti nel momento giusto. Si perché il tempo passa. Certo prima la manovra. Ma tra un mese, dopo Natale, si aprono i giochi del Quirinale. Mi pare ormai palese che i veri candidati, a parte qualche nome da mercante in fiera fuori dai cilindri ..sono Silvio Berlusconi e lo stesso Mario Draghi. Che è molto probabile, non venga votato al primo scrutinio. E questo al di là della presunta frase berlusconiana. La lealtà fra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi è importante ed è reale, oltre che terribilmente utile, perché comunque l’unico leader in grado di prendere l’eredità berlusconiana sarà Salvini. A buona pace di chiunque voglia essere Premier o auspichi a condottiero della destra centrista italiana. Perché leader si nasce, lo scrivo sempre e lo continuerò a scrivere, non si diventa A furor di popolo cavalcando le paure degli italiani. Lo stato d’emergenza, probabilmente a marzo finirà, riuscire a sospenderlo adesso, come certo era nei disegni di Draghi, non è così semplice. Perché molte leggi, poste in atto per far fronte al momento di emergenza, sono legate e messe in atto, proprio con le modalità che lo stato d’emergenza apre e consente. Questo non include il fatto che Draghi sia stato allontanato dalla partita del Quirinale. È che lui ne sia interessato, mi pare più che palese. È che a livello internazionale ed europeo rappresenti una grossa garanzia. Ma questa cosa, seppur sappiamo che Silvio Berlusconi è realmente impegnato a diventare Presidente della Repubblica, potrà comunque tornare utile al centro-destra. Draghi e Berlusconi sono legati da un filo sottile, non ci dimentichiamo che è stato proprio quest’ultimo, a favorire la sua venuta al governo italiano. Il termine patriota, vago aggettivo qualificativo, che potrebbe pendere tanto a destra quanto a sinistra, indica che la Meloni sta prendendo tempo e che la strategia ancora non è stata definita. Le elezioni anticipate fanno paura a tutti, tranne FdI, ma che ci sia l’opportunità che vi siano c’è..
E allora, tornando alle elezioni del presidente della Repubblica, tenendo presente che la procedura di votazione non è cosa semplice si veda l’articolo 83 della costituzione raramente si è eletto il nuovo presidente nei primi tre scrutini (unici casi Cossiga ’85, Ciampi ’99 per Leone nel 71 ci vollero 23 votazioni). Potrebbe accadere che al primo scrutinio il Presidente Berlusconi sia votato e oltre.. poi magari all’ottavo scrutinio .. non si tireranno indietro.. dal votare il Presidente Draghi. E lì ci sarà una nuova partita interessante da giocare, se tale sacrificio verrà richiesto a Berlusconi, la posta di scambio sarà alta e importante. Che poi, Berlusconi, più che il pugno di voti…deve tenere testa ai suoi franchi tiratori.. proprio quelli di forza Italia. E poi gli altri. Attenzione infine, perché il nuovo corso per i partiti e in particolare per la Lega e FdI, sarà quella di fare programmi chiari che trattino le tematiche reali sul piatto. Le nuove strategie dei due rispettivi partiti dovranno guardare proprio a questo. E scrivere programmi veri a partire da ora per non arrivare impreparati alle elezioni. Le diseguaglianze, la questione dei fattori sociali, l’economia reale. E poi parlare e proporre misure contro la corruzione e il gravoso problema dei migranti. Usati come strumento politico, anche in confini non vicinissimi ai nostri, come quelli della Polonia. I nuovi programmi che verranno dopo la corsa al Quirinale, per le elezioni, dovranno riuscire a dare delle risposte efficaci al popolo. Anche perché questa verrà fatta anche dai partiti tradizionali. Quella dei temi identitari, per la difesa dei confini nazionali e della lotta all’immigrazione clandestina, è una gara importante per tutti. Se pur a livello europeo, sia bandiera dei partiti nazionalisti di destra.
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