“Lontane vele”. Un viaggio poetico nel mare della memoria

Si naviga veso “Lontane vele” con l’ultima opera di Sergio Sabetta, laureato in Giurisprudenza all’Università di Genova, cancelliere, magistrato onorario, funzionario presso la Corte dei Conti e docente universitario. La raccolta di poesie è pubblicata nei “Diamanti” dell’Aletti editore. A raccontare la sua opera è lo stesso autore. «E’ un viaggio poetico nel mare della memoria quale “Missus dominicus”, in cui riemergono lentamente, nel tempo, ricordi, speranze, dolori, sogni, delusioni, volti cari, radici del proprio essere. Vi è il passare dai lontani ricordi a quelli più recenti, nella perdita di giovanili certezze ma anche nella costruzione di nuovi orizzonti. I drammi familiari entrano nella violenza collettiva della storia umana, come la speranza che può nascere dalla cultura, sogno di una continua ricerca di perfezione nella quotidiana dissoluzione». E’ un’opera in cui i ricordi, spesso, si fondono con le emozioni e i pensieri, scandendo lo scorrere del tempo. Il tempo della gioia, del dolore. Della paura e del piacere.
«Tutta la raccolta – scrive il poeta, editore e critico letterario Giuseppe Aletti nella Prefazione – si muove dentro questa dicotomia: da un lato il poeta trova conforto e luce osservando quello che lo circonda e dall’altro scava dentro di sé per cercare nelle varie sfumature, o per dirla con le parole dello stesso Sabetta “Nelle pieghe”, le sue pulsioni verso le cose, gli eventi e le persone. Da questa prospettiva si alternano poesie di pedinamento della realtà a componimenti più introspettivi che attraverso la scritta parola, e il verso in particolare, hanno la funzione di cullare e offrire rifugio al poeta e conseguentemente al lettore». A comporre il libro quattro sezioni: “Lontane vele”; “Sguardi dal ponte”; “Perdute fortezze”; “Nei feudi imperiali”. «Il collante che attraversa le varie sezioni del libro – analizza Aletti – rimane l’amore nella sua accezione più alta, quella di dare sentimento al nostro arco vitale».
Sono diverse le discipline umanistiche che vanno a confluire in questa raccolta di versi, come la storia, la filosofia e sociologia, anche se per lavoro Sabetta si occupa di materie del tutto differenti quali il diritto e le discipline economico-aziendalistiche.

Nei versi vi è un continuo flusso di pensieri «che accompagna il lettore e viene a riflettere anche su se stesso, sui perché dell’agire; naturalmente deve esservi una predisposizione all’ascolto nel silenzio, cosa difficile in questi tempi di continua connessione». In riferimento all’aspetto stilistico delle sue opere, il poeta Sabetta spiega: «vi è un descrivere talvolta in dolce stil novo quale sogno, in cui mitologia, storia, letteratura e stati d’animo si riflettono nei paesaggi e in dialoghi immaginari con personaggi del passato».

Federica Grisolia

(Vincenzo La Camera – Agenzia di Comunicazione)