Lettera dall’inferno
Gentile Commissario prefettizio Barillà,
a lei da poco meno di un anno è stato affidato il disastrato comune di San Lorenzo, i cui amministratori negli ultimi lustri non si sono certo segnalati per l’oculatezza nella gestione delle risorse pubbliche, per la capacità di garantire i servizi essenziali alla collettività, per la cura dei beni paesaggistici e culturali, delle caratteristiche ambientali del territorio e della salute dei cittadini. Al contrario si sono distinti per inadeguatezza e, insieme ad alcuni responsabili della struttura tecnico-burocratica comunale, addirittura per la tendenza a piegare i pubblici uffici agli interessi privati, come hanno dimostrato recenti e clamorose sentenze della magistratura. Per questo nella popolazione, memore della parentesi di buon senso sopraggiunta all’epoca del precedente commissariamento guidato da Michela Fabio, il suo insediamento aveva suscitato grandi speranze: gli abitanti della frazione Marina, quella considerata turisticamente più attrattiva, per esempio, speravano che si potesse finalmente migliorare il servizio idrico, ancora condizionato da un sottodimensionato serbatoio per la raccolta delle acque nonostante i soldi pubblici spesi più di quindici anni fa per costruirne uno più adeguato, diventato fatiscente senza essere mai stato utilizzato; confidavano in una ricognizione delle cause del sistematico malfunzionamento del depuratore consortile (tra le quali è da annoverare l’eccessiva adduzione di acqua piovana sottratta alla terra assetata) funzionale all’individuazione di strategie per la loro rimozione o nella seria valutazione della possibilità di fare ricorso ai meno costosi ma efficienti sistemi di fitodepurazione, e soprattutto speravano, incoraggiati dal ricordo dell’operato dei commissari Tortorella, Surace e Castaldo a Condofuri, nell’introduzione della raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti. Lo scenario infernale che l’ha accolta ad agosto dell’anno scorso, disegnato dai cumuli di spazzatura indifferenziata disseminati in tutto il territorio, è l’esito scontato di una sistematica disapplicazione della normativa vigente, che con chiarezza chiede a chi ha responsabilità amministrative di minimizzare l’impatto del ciclo dei rifiuti sulla salute umana e sull’ambiente mettendo in campo scelte rispettose della gerarchia di principi indicati dalla Direttiva europea 98 del 2008, poi recepiti dalla legislazione nazionale e da quella regionale: noi avremmo dovuto prevenire il più possibile la produzione di scarti, e in seconda battuta curare la loro preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di altro tipo; per uscire dalla condizione dei fuorilegge avremmo dovuto raggiungere la percentuale del 65% di raccolta differenziata piuttosto che rimanere fermi a un vergognoso 0,76%. E infatti lei nel girone infernale scandaloso e putrescente purtroppo si è accasato senza provare a spazzarlo via con qualche ventata di novità; continuano dunque a prodursi esalazioni le cui conseguenze ricadono anche su chi tra noi abita nel limitrofo territorio comunale di Condofuri o ne frequenta il litorale: alcuni cittadini credono di nascondere la polvere sotto il tappeto dando fuoco alle montagne di immondizia quando si ritengono protetti da un vento favorevole, e invece le polveri sottili cancerogene vengono incamerate dai loro stessi polmoni e dai polmoni dalle persone che si imbattono nelle imprevedibili traiettorie della diossina, magari quando mezzi meccanici vanno a movimentare i resti delle combustioni prescindendo dalle cautele e dalle competenze di un intervento di bonifica. Nessun visitatore forestiero, se approdasse per caso a Marina di San Lorenzo, potrebbe mai credere di trovarsi nel cuore di una Zona speciale di conservazione della Rete Natura 2000: constaterebbe la compromissione dei processi biologici sottesi al funzionamento degli ecosistemi, la frammentazione degli ambienti naturali, la perturbazione delle specie animali e infine, incalzato dalla continua immissione di sostanze tossiche nell’atmosfera, nelle acque e nel suolo scapperebbe a gambe levate per non ritornare mai più. Lei, signor Commissario, si trova come noi nel cuore di una tragedia storica, che impone il passaggio a una fase più avanzata della civiltà umana. Se, come dicono i vocabolari e come ci ha ricordato Carlo Petrini, transizione indica qualcosa che cambia radicalmente, che passa da una condizione a un’altra in una trasformazione decisiva, quando intende lei cominciare a non fare come si è sempre fatto? I dannati le chiedono una pronta risposta, se è possibile più sul piano dei fatti che su quello delle parole.
SERAC – SALVATAGGIO E RECUPERO ANIMALI CALABRIA ; EQUOSUD; ASSOCIAZIONE ALTROSUD;
LABORATORIO TERRITORIALE SAN LORENZO E CONDOFURI; CONSERVATORIO GRECANICO.