Le polemiche non aiutano la giustizia
Le numerose polemiche degli ultimi giorni sulla giustizia e sulla magistratura italiana non aiutano a fare chiarezza e creano soltanto ulteriore confusione. La maggior parte dei magistrati sono persone per bene che, con il loro sacrificio e, a volte perdendo anche la vita, sono riusciti a mantenere in piedi un sistema disastrato. Così come in tutte le altre categorie, anche questa, paga lo scotto di una diminuzione della soglia etica e della percezione di una illegalità diffusa: i disonesti esistono ovunque. L’intervista di Luca Palamara ha scoperchiato un “sistema” illegale di gestione della giustizia che merita un evidente approfondimento sia dal lato disciplinare che penale, se verranno accertate condotte aventi natura di rilevanza illecita. Ma, a parte tale inaspettata situazione sulla quale, però, non può calare il silenzio come è successo finora, bisogna anche rilevare che vi sono tantissimi magistrati valorosi che, al di fuori di tale sistema, lavorano con impegno e sacrifici e tendono a “bonificare” zone finora mai lambite da adeguate indagini. Mi rivolgo ai tanti Nicola Gratteri che operano sul territorio con grande capacità e con l’unico intento di accertare la verità. Un esempio che deve portare i tantissimi magistrati giovani e meno giovani a svolgere la loro attività in modo serio, corretto e trasparente ed ognuno rispettando il proprio ruolo. Le polemiche nei confronti delle inchieste del Procuratore Gratteri sono del tutto sterili e, forse, anche strumentalizzate. Sta di fatto, però, che per la prima volta in Italia si è alzato il tiro e si sta cercando di ricostruire strani rapporti tra la politica, gli imprenditori e la criminalità organizzata. È importante precisare, però, che i PP.MM. svolgono indagini e ricostruiscono fatti, poi i giudici devono convalidarli o negarli. Certamente, bisogna separare la fase cautelare da quella di merito. Nella prima, la misura può essere confermata, modificata o anche annullata, ma si riferisce a dei parametri precisi: pericolo di fuga, inquinamento prove ecc. Nella fase di merito, invece, si deve stabilire se un soggetto ha commesso determinati fatti. Ma, l’attenuazione della misura cautelare non annulla la fase di merito che dovrà, appunto, accertare l’esistenza o meno dei reati. Ed allora attendiamo l’esito delle sentenze e, nel frattempo, sosteniamo tutti assieme l’azione capillare e benemerita di tutti i Gratteri che difendono la nostra libertà. E sulle cosiddette toghe sporche che si vada avanti e, se del caso, si istituisca una Commissione Parlamentare d’inchiesta per comprendere cosa è successo e se tantissimi uffici direttivi siano stati adeguatamente coperti.
Giacomo Francesco Saccomanno – Commissario Regionale Lega