Le Muse ed il recupero della memoria di Motta San Giovanni con Storia di una cintura infame di Francesca Triolo

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Tra gli appuntamenti culturali dell’Associazione culturale “Le Muse” di Reggio Calabria nell’ambito della programmazione del Natale 2024 grande attenzione e partecipazione di pubblico ha avuto la presentazione del romanzo inedito di Francesca Triolo “Storia di una cintura Infame”.

Una manifestazione che conferma ha dichiarato in apertura Giuseppe Livoti come nella nostra Calabria esistono professionisti che tanto hanno dato al mondo della scuola e della formazione che vivono anche di recupero della parola, di storie e racconti che oggi la nostra socia Francesca Triolo consegna alla stampa con questa sua prima letteraria per i tipi di Laruffa editore. La Triolo continua Livoti esprime le caratteristiche della narrazione storica ovvero mescolare la realtà dei fatti storici e la finzione delle vicende che accadono ai personaggi: si intreccia cosi la grande Storia alle grandi storie quotidiane comuni in un percorso in cui gli elementi importanti si dipanano tra trama, caratterizzazione, punto di vista, dialogo, impostazione spazio temporale ed inizio della storia che cattura l’attenzione del lettore. Presente per il Comune di Motta San Giovanni la dott.ssa Enza Mallamaci – Assessore alla Cultura la quale, ha ribadito come Motta continua a essere promossa da menti ed eccellenze in tutti i settori, attraverso la forza della conoscenza che deve essere rafforzata e conosciuta nei territori. La prof.ssa Triolo valente scrittrice ha dato segnale alla sua cittadina di origine ricordando anche la valorosa storia dei minatori, storia di dignità e amore che è identità di una intera comunità. Questa storia unisce la comunità di Motta San Giovanni nella memoria e nell’impegno e nella responsabilità. Il professore Antonino Franco docente dell’I. C. Montebello Jonico – Motta San Giovanni che ne ha curato la prefazione si è soffermato su Motta e gli anni Trenta coordinate spazio-temporali entro le quali si colloca la vicenda narrata che già dalla prime sequenze proietta il lettore in una società quasi mitica, chiusa nel suo opprimente immobilismo socio culturale, dove misera e benessere sono rispettivamente una sofferenza per molti ed un privilegio per pochi. Nel testo tornano a rivivere, dopo essere stati sottratti all’oblio del tempo, costrutti e locuzioni dialettali dalla forte espressività e musicalità, fari di memoria dalle forti valenze simboliche. Un testo ha concluso Franco che faremo studiare alle nostre classi. Toccante, interessante e commovente la testimonianza di Antonino Calabrò tra i fondatori dell’ Associazione Minatori Mottesi “Commemorare per Ricordare” costituita nel 2004 da un gruppo di ex minatori e parenti di minatori deceduti, associazione che  si interessa al sociale e alle manifestazioni legate alla conservazione del ricordo di chi ha prestato il proprio lavoro nelle gallerie e nelle miniere di tanti Paesi con l’intento di mantenerne viva la memoria, fortemente radicata nella società Mottese. Anni intensi e di grandi sacrifici ha ricordato tra le lacrime Antonino Calabrò, anche io come i miei 4 fratelli siamo stati in miniera tra difficoltà e senso del lavoro ma con onore, sacrificio, un sacrificio che rifarei per la mia famiglia ed un grande esempio che tutti devono sapere e ricordare, lasciando vivo l’esempio.  La scrittrice Francesca Triolo ha poi commentato foto di luoghi storici di Motta presenti nel libro raccontandone anche i cambiamenti attuali ed ha esposto tutta una serie di oggetti di uso quotidiano appartenuti alla sua famiglia ed utilizzate dalla società dell’epoca. Per l’occasione letto anche un messaggio del già dirigente scolastico Silvana Borgese assente per motivi personali, la quale ha ribadito come la Triolo fa parte della “generazione Nosside” sin dai tempi in cui lei era dirigente dell’I.C. “Nosside-Pythagoras” di Reggio Calabria. Il libro scrive la Borgese è la  ricostruzione di uno spaccato culturale di grande interesse etnologico, che con le sue  vivide ambientazioni, le sue  vicende, gli  intrecci e la coreografia dei personaggi ben  si  è prestato a fare da scenario alla   grande  passione  di questa cara amica:  la  passione per la scrittura.

Una partitura sapientemente orientata a ricreare atmosfere paesaggistiche, a richiamare memorie familiari, a far rivivere pratiche collettive di lavoro, a fare emergere strutture relazionali, impianti sociali e valoriali. Una scrittura curata con dedizione e amorevolezza, capace di restituirci pienamente il mondo degli antichi nostri borghi e l’espressione più fedele e intensa della loro vitalità. Momenti di Lettura Interpretativa ed intermezzi musicali sono stati curati da Rosaria Livoti e Margherita Modafferi le quali hanno creato l’atmosfera degli anni Trenta facendo richiamando brani dell’epoca intervallati da estratti del libro.   

 

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