“Le Donne al Parlamento”: il surrealismo di Aristofane in scena a Roccella e a Locri
Continuano gli appuntamenti della XXIX Stagione Teatrale della Locride a cura del Centro Teatrale Meridionale
Un grande classico del mondo greco “Le Donne al Parlamento” per la prestigiosa rassegna estiva della XXIX Stagione Teatrale della Locride 2019-2020 messa a punto dal Centro Teatrale Meridionale, diretto da Domenico Pantano, che si conferma tra gli appuntamenti imperdibili dell’estate culturale calabrese.
La brillante commedia di Aristofane, in una versione prodotta da Fondamenta – Teatro e Teatri, per la regia di Giancarlo Sammartano, intratterrà il pubblico di Roccella Ionica, nello splendido Teatro al Castello, domenica 11 agosto alle ore 21.30, e il pubblico di Locri, lunedì 12 agosto, sempre alle ore 21.30, nel suggestivo Tempio di Marasà dell’area archeologica di Locri Epizefiri.
“Le Donne al Parlamento” mette in scena un cast d’eccezione composto da: Giorgia Trasselli, Giancarlo Ratti, Paolo Floris e Tommaso Sassi. Tra gli interpreti anche Elisa De Paolis, Maria Beatrice Giovani, Vanessa Littera, Alisia Pizzonia, Marco Rinaldi, Alessandro Zinna, Ludovica Alvazzi Del Frate. Scena e costumi di Daniela Catone, musiche di Stefano Marcucci.
Alcune donne, capitanate da Prassagora, stanche del malgoverno imperante ad Atene, si riuniscono a notte fonda per definire il loro piano: munite di bastoni, calzari e mantelli sottratti agli ignari mariti addormentati, con l’aiuto di barbe finte si recheranno per tempo all’Assemblea, occuperanno la maggioranza dei posti e, presentata la rivoluzionaria proposta: “Il governo alle donne”, la faranno facilmente approvare. Sarà un terremoto politico, sociale e culturale. Di questo il pubblico sarà informato – insieme a Blèpiro, marito di Prassagora, rimasto a casa in mutande, da un certo Crèmete. I due, dopo l’iniziale sconcerto, convengono che la cosa avrà in fondo i suoi vantaggi: gli uomini privati sì del potere, saranno però liberi da impegni e potranno darsi alla dolce vita. Alla base del nuovo regime c’è il comunismo dei beni e delle donne: con l’abolizione della proprietà privata si eviteranno furti e rapine. Nessuno infatti avrà più interesse a rubare ciò che è anche suo. E con le donne in comune non ci sarà più certezza di paternità, cosicché ogni bambino, ogni ragazzo rispetterà come possibile genitore ognuno degli adulti. Inoltre il nuovo sistema decreta la parità assoluta tra le donne giovani e le vecchie, tra le belle e le brutte. Ne discende che ogni cittadino che voglia accoppiarsi con la giovane e bella che più gli aggrada, dovrà prima soddisfare la più brutta delle vecchie. Il sistema però, di sorpresa in sorpresa, mostrerà i suoi comici e surreali intoppi, fino allo scioglimento di un lieto fine culinario, non senza un malinconico sorriso per la mancata rivoluzione delle donne.
Il reazionario Aristofane, che conosce così bene l’arte di coniugare riso e pensiero, nostalgia del passato e speranza del futuro, ci addita ancora, con filosofica sapienza, la via della bellezza: mutare in armonia con la natura per vincere la deforme ingiustizia delle nostre umane società. Ovvero, non c’è felicità in terra se non per tutti.
Un capolavoro del teatro classico, dunque, un’opera in cui temi importanti come la parità di genere vengono affrontati provocando il pubblico e facendolo riflettere.
La rassegna estiva della Stagione Teatrale della Locride proseguirà mercoledì 14 agosto con l’Anfitrione di Plauto, che vedrà in scena Debora Caprioglio e Franco Oppini, per la regia di Livio Galassi, prodotto da Teatroper.
Gioiosa ionica, 9 agosto 2019 Ufficio stampa
Centro Teatrale Meridionale