Lavoro, investimenti, trasparenza e infrastrutture sono le uniche leve per risollevare la Calabria.
La riunione di oggi convocata dal presidente della Regione sul progetto della Zes in Calabria ci ha consentito di ribadire, in riferimento a questo strumento da noi voluto fortemente, la nostra posizione. Da sempre siamo convinti che la Zes, che è il sindacato confederale calabrese ha sostenuto anche con una mobilitazione dinanzi al ministero dei Trasporti, rappresenti un ufficio strategico per la crescita produttiva, sociale e occupazionale del nostro territorio a condizione che il governo regionale lo irrobustisca con il varo di misure complementari e coerenti rispetto a quelle messe in campo dal governo nazionale e, che lo strumento si caratterizzi per la capacità di supportare le vocazioni produttive della nostra regione che accettano la sfida di investire in ricerca ed innovazione con l’obbiettivo di modernizzare l’apparato produttivo calabrese.
E’ bene sottolineare, poi, che la Zes può rappresentare una occasione solo a condizione che, anche davanti alla comparazione con le altre esperienze presenti sul territorio europeo, diversi aspetti vengano migliorati. Intanto, un’attenzione particolare deve essere riservata alla governance di questo strumento. Il sistema di conduzione della Zona Economica Speciale dovrà essere inclusivo e all’interno del “Comitato di indirizzo”, dovranno trovare rappresentanza tutti gli attori sociali ed economici che sono direttamente interessati alla corretta applicazione delle misure previste da questo importante strumento.
Tenuto conto anche che, per quanto riguarda lo sviluppo di Gioia Tauro, è urgente un incontro alla Presidenza del Consiglio dei ministri per affrontare la vicenda porto che, in questi mesi, è avvolta nelle nebbie di una crisi senza precedenti, soprattutto, per l’atteggiamento irresponsabile di Mct. La politica adesso deve fare la sua parte e deve iniziare a farlo intervenendo per placare la guerra in atto lungo le banchine del porto gioiese fra Mct ed Msc. Chi ha nelle mani le sorti di Gioia Tauro ed il futuro del territorio calabrese deve dare segnali determinanti e determinati su quanto sta accadendo fra terminalista e la compagnia marittima e, anche, sul destino dell’Agenzia per il lavoro.
Allo stesso tempo la riunione è servita per valutare la possibilità di recuperare il confronto con il governo regionale, dopo la manifestazione del 16 novembre scorso che ha sancito la rottura dei rapporti con la giunta Oliverio. Un confronto che potrà ripartire solo a condizione che si diano risposte ad alcuni temi che riguardano lo sviluppo della regione.
Le nostre priorità sono chiare.
Sui temi del lavoro è urgente il varo di progetto occupazionale per la Calabria sul quale la giunta regionale, circa un anno e mezzo fa, aveva stanziato 290 milioni di euro. Un progetto che, secondo noi, deve fare leva sull’utilizzo fattivo del Fondo sociale europeo, oggi in ritardo nella fase attuativa, legato alla capacità di trasformare le emergenze e anche i punti di forza regionali, in strutturato sfogo occupazionale.
Alla luce dei dati del Cresme, che hanno segnalato la Calabria come la regione che in Europa ha la minor percentuale di bandi pubblicati per la realizzazione di infrastrutture, è ora che la giunta regionale presenti il quadro e il cronoprogramma sull’apertura dei nuovi cantieri per la costruzione di grandi opere pubbliche, previsti nel Patto per la Calabria. La ripartenza del settore edilizio è fondamentale per dare prospettive di crescita alla competitività regionale e all’occupazione.
Inoltre, per quanto riguarda il confronto su argomenti settoriali, è indispensabile: capire quali siano i tempi per la definitiva e positiva conclusione del rinnovo del contratto integrativo regionale della forestazione; procedere alla riorganizzazione complessiva del mondo della partecipazione pubblica calabrese, tenuto conto dei report forniti dalla Corte dei Conti e del paventato commissariamento inerente il sistema idrico integrato regionale; accelerare la spesa certificata inerente il Por Calabria.
E’ indifferibile, infine, procedere alla riorganizzazione della geografia istituzionale calabrese così come previsto dalla riforma Del Rio, accelerando il passo verso la fattiva realizzazione delle associazioni del comuni, sostenendo lo sviluppo ancora incerto della città metropolitana senza perdere di vista la formazione degli enti di area vasta.
Sulla capacità di dare risposte concrete a questi punti fondamentali, e via via ad altre criticità, che frenano lo sviluppo del territorio, la Uil Calabria ribadisce la propria disponibilità a riaprire il confronto con il governo Oliverio nel quadro di questo ultimo scorcio della legislatura regionale.
Santo Biondo, Segretario generale Uil Calabria