L’aumento dei costi mette in crisi il settore edile. Servono interventi emergenziali
Siamo estremamente preoccupati per la situazione che investe il settore dell’edilizia. Caro energie e aumenti incontrollati del costo delle materie prime, unitamente alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, hanno comportato già una brusca frenata alla produzione e, se non si corre ai ripari, tutto ciò comporterà a breve il blocco totale dei cantieri.
Rispetto a queste criticità, Il paradosso è che ancora si senta parlare di ripresa e resilienza e di aumento del Pil grazie alla spinta dell’edilizia, senza al contrario sentire nulla o quasi nulla rispetto alle misure da intraprendere per affrontarle.
Gli enti locali non dispongono di personale tecnico per progettare ed impegnare gli stanziamenti, i prezzari non contengono quotazioni idonee a far fronte ai rincari oramai giornalieri, le aziende energivore hanno bloccato le produzioni, la legge di conversione del decreto legge numero 4/2022 (Sostegni-ter) non ha previsto alcuna proroga per il Superbonus delle unifamiliari, le azioni intraprese per il caro carburanti, con la riduzione del prezzo di 25 centesimi al litro è palesemente insufficiente, la disposizione che consente la rateizzazione delle bollette gas ed elettriche a 24 mesi non farà altro che indebitare ulteriormente gli operatori economici.
Dopo il Covid-19, mancava solo il conflitto in Russia a far aumentare le speculazioni e mettere in ulteriore crisi nazioni che come l’Italia non dispongono di alternative energetiche. Questo è il vero stato dell’arte.
Tutto ciò quale conseguenza può comportare se non quella del blocco totale del comparto.
Quale impresa piccola, media o grande sarà in grado di partecipare alle gare del Pnrr che saranno indette in futuro? A mio avviso nessuna.
Stiamo assistendo ad una guerra economica e la situazione si fa sempre più emergenziale, ma se rispetto a tutto ciò non si interviene con misure drastiche e risolutive sarà inutile discutere ancora di Piano nazionale di ripresa e resilienza e di bonus casa.
Resterà tutto su carta ovvero quei pochi interventi che partiranno resteranno incompiuti, con l’aggravio di aver comportato il default delle imprese e la perdita di migliaia di posti di lavoro con conseguente ricorso alla cassa integrazione e inesorabili e nefaste ricadute per le casse dello Stato.
Maria Elena Senese
Segretario generale
FenealUil Calabria