L’Assessore Rizzo ha illustrato la proposta di legge regionale “per la conservazione, gestione, controllo e tutela delle fanerogame marine lungo le coste della Calabria”
E’ condensata in otto articoli la proposta di legge regionale “per la conservazione, gestione, controllo e tutela delle fanerogame marine praterie di Posidonia oceanica e di Cymodocea nodosa e dei fondali marini presenti lungo le coste della Calabria” che l’assessore all’Ambiente della Regione, Antonella Rizzo, ha illustrato a conclusione di un workshop scientifico organizzato dall’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) a Le Castella di Isola Capo Rizzuto per presentare gli obiettivi raggiunti e le prospettive future del progetto MUSMAP (Mappatura multiscala “in siti pilota” della Regione Calabria di praterie di Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa).
Questa legge – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale -, che vedrà la Calabria tra le prime regioni in Italia a tutelare questa flora che popola i nostri mari, prevede che la Regione operi a tutela e conservazione dei fondali, dove sono diffuse le fanerogame marine, in tutti i casi in cui gli stessi siano, ad esempio, oggetto di lavori, come le movimentazioni di terra o la costruzione di opere costiere; prevenzione e protezione che si concretizzerà anche attraverso il monitoraggio dello stato di salute di queste praterie, che è stato demandato all’Arpacal quale soggetto tecnico scientifico di supporto alle politiche di tutela dell’ambiente. La legge, oltre a prevenire e proteggere, persegue l’obiettivo di promuovere la ricerca scientifica finalizzata allo studio delle fanerogame, coinvolgendo gli atenei ed i centri di ricerca, ma anche valorizzare il territorio, promuovendo la qualità delle coste ed il turismo subacqueo.
Il workshop scientifico, che Arpacal ha organizzato oggi per promuovere i risultati di questa ricerca, ha visto partecipare tutti i soggetti che hanno aderito al progetto, contribuendo per quanto di competenza alla rivisitazione cartografica, in chiave aggiornata, della precedente mappatura delle Fanerogame marine eseguita in Calabria nel periodo 2002 – 2004 nell’ambito del progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente e denominato “Mappatura delle praterie di Posidonia Oceanica e di altre fanerogame marine lungo le coste della Calabria e delle isole minori circostanti”.
Le fanerogame marine, infatti, costituiscono un habitat di grande pregio negli ambienti marini e salmastri costieri, sia per quanto riguarda il paesaggio sommerso e sia per il ruolo ecologico che rivestono. Le fanerogame marine, presenti nel Mare Mediterraneo, sono rappresentate da circa cinque specie e le più rappresentative, in termini di importanza e dominanza sono la Posidonia oceanica e la Cymodocea nodosa. La Calabria, in particolare, presenta diverse aree in cui la loro distribuzione assume caratteristiche di pregio ed alta valenza ecologica.
La prateria di Posidonia oceanica rappresenta, infatti, un ecosistema delicato che risente molto delle variazioni della qualità dell’ambiente; essa scompare allorché l’inquinamento, inteso in senso lato, è troppo accentuato. Per questo motivo la Posidonia oceanica è ritenuta un eccellente indicatore della qualità dell’ambiente. Attualmente si assiste ad un crescente processo di regressione delle fanerogame marine.
Le principali cause di regressione delle praterie sono comunque da collegare alla crescente pressione antropica sull’ambiente costiero. In particolare, l’aumento di torbidità e la conseguente riduzione della trasparenza delle acque riduce la capacità fotosintetica della pianta e risulta essere una delle cause più frequenti di regressione delle praterie. Sostanze chimiche di vario genere (es. tensioattivi, metalli pesanti ecc.) possono causare necrosi dei tessuti, alterazioni morfologiche e comunque interferire negativamente con i normali processi di sviluppo delle piante.
Ad aprire i lavori il dr. Francesco Nicolace, direttore scientifico ff. dell’Arpacal, che, nel portare i saluti anche del Commissario Avv. Maria Francesca Gatto, impegnata in altra sede, ha illustrato il compito dell’Agenzia e la genesi del progetto Marine Strategy, dalla quale prende il nome anche l’Unità Organizzativa diretta dal dr. Emilio Cellini che, occupandosi dell’omonimo progetto ministeriale, è stato incaricato dalla Regione Calabria di dare attuazione al progetto MUSMAP.
Il progetto Musmap, infatti, è stato finanziato dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria nei confronti di Arpacal che, attraverso l’Unità Organizzativa “Marine Strategy”, ha coordinato il gruppo di lavoro composto da ISPRA (Istituto Superiore per Protezione e la Ricerca Ambientale), Area Marina Protetta Capo Rizzuto e l’UNICAL con il DIBEST (Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra) e il DIMEG (Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale).
A moderare il workshop è stato Emilio Cellini che, collegando i vari interventi dei relatori, ha illustrato ai presenti gli obiettivi che il MUSMAP ha inteso raggiungere, primo fra tutti il coordinamento fruttuoso tra enti territoriali e di ricerca per un obiettivo comune.
L’impegno della Regione Calabria in questo progetto, e più in generale nella tutela di tutte le aree protette e siti di interesse comunitario (SIC), è stato presentato invece da Giovanni Aramini, dirigente del servizio Aree protette del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria.
La professoressa Beatrice Bitonti, Docente dell’Università della Calabria – Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra, ha approfondito sulla “Posidonia oceanica, fanerogama d’elezione per il monitoraggio, la salvaguardia e la riqualificazione dell’ambiente marino costiero”.
Sante Francesco Rende dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha spiegato le diverse esperienze a confronto dei metodi cartografici per la caratterizzazione e la sorveglianza delle praterie di Posidonia oceanica, mentre il geologo Luigi Dattola, del Centro Geologia e Amianto dell’Arpacal, ha relazionato sull’utilizzo del telerilevamento per il monitoraggio e la mappatura delle praterie di Posidonia oceanica lungo la costa calabrese. I dati dal telerilevamento, elaborati attraverso ambienti GIS, è stato il tema della relazione di Antonio Viscomi, del centro Cartografico Unical – Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra.
Fabio Bruno, docente Unical – Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale, si è occupato invece di sviluppo e sperimentazione di una tecnica di rilievo fotogrammetrico in 3D per il monitoraggio della posidonia oceanica. Radiana Cozza, docente Unical – Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra, ha parlato dei biomarcatori multiscala per la valutazione dello stato di salute di praterie di Posidonia oceanica. Infine, da “padrone di casa” visto il luogo del convegno immerso nell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”, mentre Simone Scalise, responsabile per la Regione Calabria del Servizio Area Marina Protetta, ha illustrato le buone pratiche per la tutela della biodiversità e per lo sviluppo sostenibile delle coste calabresi. g.m.