Lamezia, nota Adoc carenza acqua
E’ risaputo, purtroppo, che la città di Lamezia Terme vive continuamente il problema delle perdite di acqua sulle condotte principali e secondarie.
Disagi enormi, sempre denunciati, ma giammai risolti. E nonostante le ripetute proteste dei cittadini nulla cambia. Questa problematica si evidenzia maggiormente, soprattutto, con l’inizio dell’anno scolastico! È decisamente impensabile ed illogico che i ragazzi debbano rimanere a casa per mancanza d’acqua negli Istituti scolastici!
E allora la domanda è: quando mai finirà lo stillicidio della mancanza dell’acqua? Quanto, soprattutto gli anziani dovranno resistere ad una condizione che li fa vivere in una difficoltà, in un disagio, che li costringe a chiedere sostegno, aiuto, e vicinanza per avere un servizio essenziale e inderogabile? Come si può soprattutto garantire ai nostri studenti il diritto allo studio nel rispetto delle norme anti Covid?
E allora, cosa accade se la società che gestisce l’erogazione dell’acqua pubblica presso il nostro Comune interrompe, per diversi giorni, il servizio di fornitura agli utenti?
È palese che una simile interruzione possa causare agli utenti numerosi disagi, soprattutto a coloro che sono titolari di un esercizio commerciale, nonché il mutamento delle abitudini alimentari ed igieniche; ma non tutti sanno che c’è la possibilità di ottenere un rimborso per il servizio non goduto e il risarcimento per eventuali danni subiti.
Bisogna osservare, innanzitutto, che tra la Società che gestisce la fornitura e l’utente si instaura un rapporto giuridico definito dal codice civile come contratto di somministrazione con cui una parte (somministrante) si obbliga, verso un corrispettivo, a eseguire, a favore dell’altra (somministrato), prestazioni periodiche o continuative di cose.
Applicando i principi che regolano il contratto di somministrazione ex articolo 1559 del codice civile, ne deriva che la responsabilità per l’inadempimento contrattuale, ovvero per l’interruzione della somministrazione di acqua potabile, è da ritenersi a carico della Società effettuante la prestazione.
La giurisprudenza ha, poi, avuto modo di stabilire che l’omessa fornitura di acqua potabile genera notevoli disagi quali: la difficoltà di provvedere all’igiene personale e della casa, l’impossibilità di usare acqua calda ed elettrodomestici, la necessità di attingere acqua presso altri Comuni limitrofi al fine di soddisfare le esigenze di vita primarie e basilari.
Questi disagi, ripercuotendosi sul diritto alla qualità della vita ed alla libera estrinsecazione della personalità, costituzionalmente garantita dall’articolo 2 della Costituzione, fanno riconoscere il risarcimento del danno esistenziale il quale può essere provato anche con presunzioni o attraverso il ricorso a fatti notori.
Al riguardo la Suprema Corte di Cassazione ha statuito che: “Con attenzione a pubblico servizio di distribuzione di acqua potabile, l’affidamento da parte del Comune del detto servizio ad un concessionario comporta, per quest’ultimo, l’obbligo di mantenere in buono stato le condutture dell’impianto di distribuzione”.In sostanza, la rottura di una conduttura, a meno che non dovuta al verificarsi di una calamità naturale, non può ritenersi come evento straordinario e imprevedibile tale da escludere ogni tipo di responsabilità della Società per i danni e i disagi arrecati agli utenti.
Non vi è dubbio, inoltre, che ogni utente dovrebbe essere risarcito per i danni patrimoniali subiti quali, a titolo di esempio, l’esborso di somme di denaro per l’approvvigionamento di acqua potabile presso rivenditori privati.
In tal senso, l’ADOC CALABRIA, nel rispetto delle proprie prerogative, non può che sensibilizzare la cittadinanza e responsabilizzare gli enti preposti, in particolare, la Società che gestisce il servizio, che assume su di sé l’obbligo di apprestare i mezzi necessari per l’adempimento e anche i rischi per la fornitura.
Adoc Calabria