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La variante “Delta plus”. Quella indiana e le sue varianti preoccupano. La risposta al virus è vaccinarsi. Di Al. Tallarita

Fino a che gli esseri umani non si renderanno conto, che solo grazie alla sperimentazione scientifica, il genere umano non si è estinto ancora….. come si sono estinti i dinosauri, oltre al cambiamento climatico. E che solamente grazie alla scienza, si può andare avanti, per cercare di non morire di febbre o di parto o per virus e batteri, come tutte le altre specie animali. E che grazie alla scienza si curano anche gli altri animali, che l’uomo ha addomesticato, difficilmente si capirà che meno persone si vaccinano e meno si avvicina la tanto agognata immunità di gregge. E che difficilmente, potrà avverarsi, come ho già scritto. Dato che non tutta l’umanità verrà vaccinata. Dunque meno persone, si vaccinano e più avrà tempo il virus, di svilupparsi in nuove varianti. Se la vaccinazione fosse fatta di massa, in tutto il mondo il virus potrebbe essere debellato. Così invece risponde, anche in risposta a cura e vaccini. Di questo virus non c’è libereremo per i prossimi 10 anni, perché le varianti continueranno ad esserci. Rafforzate, laddove le misure igieniche sono poche, vedi la vastissima India. Più esisteranno persone novax e meno ci sarà l’opportunità, per chiunque, di uscire da questa mentalità medievale e di potersi curare tutti. A prescindere dai colori politici dai credi religiosi o altro. Intanto la variante Delta, quella indiana, desta preoccupazione.
E leggendo gli articoli scientifici, su quello che l’India ha subito da questa variante, sono molti gli aspetti che preoccupano. Tra complicanze respiratorie,venose,trombotiche e addirittura cancrene.
E già c’è la variante della variante… si chiama “Delta plus”. Gli scienziati dicono che è troppo presto, per parlare sui rischi di questa variante di Covid-19. In un articolo uscito per la BBC, del corrispondente dell’India Soutik Biswas, della fine di giugno. Già si faceva il punto informativo sulla situazione aperta da questa nuova minaccia. E ci si chiedeva, se fosse significativa o meno questa ultima variante.
Che dall’India, già è arrivata in moltissimi paesi. Il ministero della salute indiano, afferma che gli studi, hanno dimostrato che la variante Delta plus, nota anche come AY.1, si diffonda più facilmente. Si leghi più facilmente alle cellule polmonari e sia potenzialmente, resistente alla terapia, con anticorpi monoclonali.
Desta preoccupazione, ed è stata identificata per la prima volta in India l’anno scorso.
Probabilmente, ha generato la seconda ondata mortale, di infezioni estive in India. Il ministero della salute afferma che Delta plus, sia comparsa, per la prima volta in India, ad aprile.Rilevata, in circa quaranta campioni, provenienti da sei distretti, di tre stati. Tra questi, uno ha risentito particolarmente, della pandemia.
Delta plus, è stata trovata, dicevo, anche in altri nove paesi. USA, Regno Unito, Portogallo, Svizzera, Giappone, Polonia, Nepal, Russia e Cina . Rispetto al ceppo Delta originale, altamente contagioso, si è diffuso già, in ottanta paesi. I virus mutano continuamente e la maggior parte dei cambiamenti, sono irrilevanti. Alcuni mutamenti, anzi, danneggiano il virus. Ma altri, possono rendere la malattia più infettiva o minacciosa e queste mutazioni tendono a dominare.
Una mutazione è una “variante di interesse” (VOC) quando presenta alcuni criteri: più facile trasmissione, aumento della gravità della malattia, neutralizzazione ridotta da parte di anticorpi, efficacia ridotta di cure e vaccini.
I virologi indiani, comunque, ancora dibattono sul dare a questa Delta plus, l’etichetta di variante molto preoccupante. Perché ancora aspettano i nuovi dati. Ciò per dimostrare, la sua infettività e la gravità, rispetto ad altre varianti. Anche per determinare, se sia possibile neutralizzarla dagli anticorpi, generati dai vaccini disponibili. Ma anche, sulla sua trasmissibilità. Si stanno così studiando, molti casi e centinaia di pazienti, affetti da questa variante. Per scoprire, se siano più a rischio, rispetto alla prima variante.
Delta plus, contiene un’ulteriore mutazione, chiamata K417N.
Che è stata trovata, nelle varianti in Sudafrica e Brasile. Denominate, Beta e Gamma.
Beta, ha fatto riscontrare un aumento dei ricoveri e dei decessi; e Gamma, un aumento della trasmissibilità.
Gli studi, stanno interessando, anche il Louisiana State University, Centro di scienze della salute a Shreveport, al momento, non parlano di una maggiore pericolosità. Questo perché i dati vengono condivisi su GISAID, un database di condivisione, aperto e globale.
Il dato interessante, è che questa variante, Delta plus, infetta e si diffonde maggiormente, fra chi non ha il vaccino.
O non ha fatto tutto il completo ciclo vaccinale. A causa di una risposta immunitaria debole. Il direttore del CSIR-Institute of Genomics and Integrative Biology (IGIB), di Delhi, tra i laboratori, che stanno seguenziando il genoma, sostiene che tutti i lignaggi della variante Delta, sono preoccupanti.