La replica del Presidente di ANBI Calabria Rocco Leonetti alla Presidente di Confagricoltura Cosenza
Con riferimento all’articolo della Presidente della Confagricoltura provinciale di Cosenza dal titolo: “Le imprese agricole non paghino sciopero lavoratori consorzio di bonifica”associandomi alla solidarietà ed esprimendo la mia vicinanza ai lavoratori, condivido e ed auspico nella qualità di presidente dell’Anbi- Calabria, anche se da soli sei mesi rivesto questa carica , l’appello ad una soluzione positiva della vertenza che si riverbera nei confronti delle aziende agricole del comprensorio e che rischia di mettere in ginocchio un comparto che, in un contesto particolarmente difficile molto aggravato dalla pandemia, riesce ancora a mantenere una sua produttività. Scrivo questo, non in polemica con la giovane Presidente cosa che non avrebbe senso, per mio costume e non appartenendo io peraltro ad alcuna organizzazione agricola, ma poiché da più parti si chiede una operazione verità non posso esimermi di rappresentare nella giusta dimensione alcuni temi sollevati nell’articolo. Voglio ricordare alla giovane Presidente che la riforma dei consorzi di bonifica varata dopo la gestazione di ben due anni nel 2008, definita” una riforma dal basso“ ed ancora un “modello per l’Italia”, tanto che fu replicata anche da altre regioni, fu sottoscritta , in quanto proposta, ecco perché dal basso, da tutte le principali organizzazioni agricole, Confagricoltura, Cia e Coldiretti per come risulta da atti formali, anzi vi è di più fu avviata nella sede di Confagricoltura in Cosenza. E’ vero che nel 2008 Confagricoltura dichiarò di non partecipare agli organi di gestione ma le motivazioni addotte dal proprio rappresentante regionale, all’ Assessore e al Dirigente generale del dipartimento agricoltura pro tempore nella sede di via Monte Santo in Cosenza, furono che l’organizzazione intendeva pagare il servizio irriguo ma non il tributo. Opinione rispettabile ma non condivisibile poiché il tributo consortile, secondo i piani di classifica deriva dal centro di costo della manutenzione ordinaria delle opere pubbliche di bonifica che, per come prescrive la legge all’art. 8 della L.R. 11/2003, ma anche il buon senso oltre che il codice civile, vede la manutenzione ordinaria delle opere, che sono di proprietà regionale, ricadere sul proprietario che attraverso il Consorzio le utilizza , è come se all’interno di in un condominio si ritiene di pagare l’ascensore ma non gli interventi di manutenzione ordinaria sull’immobile. Voglio ricordare, prima a me stesso, che la Costituzione nel mentre in vari articoli utilizza verbi come “rimuove, riconosce, attua, promuove,, etc. ” per la bonifica all’art. 44 utilizza il verbo “ impone …la bonifica” nel senso che fa dell’utilizzo agricolo del territorio un principio indefettibile per l’esistenza stessa del paese. A mio modestissimo parere, ritengo che la Presidente convenga con me, il rispetto di quest’obbligo e delle norme che lo concretizzano: questa è la vera solidarietà che deve esprimersi, nei fatti non a parole, ai lavoratori in sciopero. Inoltre mi preme precisare, al contrario di quanto sostenuto nell’articolo , che i Consorzi di bonifica svolgono le funzioni demandate dall’art. 3 della L.R. 11/2203 , né risulta che si siano da questa allontanati. Non è mia intenzione con ciò difendere la gestione dei singoli Consorzi, ma è mio dovere difendere l’istituto consortile. Episodi di cattiva gestione , se vi sono, vanno rappresentati , ma non si può , per ragioni a volte di parte come è capitato sovente, accettare che appartenenti al mondo agricolo, attacchino l’istituto consortile piegando norme e principi alla bisogna. Se l’interesse comune vero è quello di intervenire a sostegno di tutto il mondo agricolo e non di alcuni appare incomprensibile dividersi. Infine la particolare situazione di fragilità in cui versa la Bonifica calabrese , a mio parere deriva dal fatto che gli attori chiamati dalla riforma, di cui Confagricoltura è stata partecipe come dimostrano gli atti , non hanno fatto la loro parte. La Regione per un decennio non ha messo in campo le misure di accompagnamento, si veda a proposito la denuncia contenuta nella mozione n° 91/2017 del Consiglio Regionale votata all’unanimità. Non tutti gli agricoltori e le aziende agricole, spesso per partigianeria, hanno riconosciuto i Consorzi come propri, sostenendoli come vuole la legge. Come se ne esce, secondo il mio modesto parere, attraverso un sussulto di responsabile resipiscenza da parte di tutti i soggetti chiamati in causa. Da parte della Regione che attraverso una determinata azione politica, superi le resistenze della struttura burocratica indotte dal ritenere che possano esserle attribuite presunte inerzie del passato, attuando quindi le misure già previste da atti formali in essere e mai attuate e riconoscendo ai Consorzi il ruolo che la legge e la costituzione attribuisce. Da parte degli agricoltori riconoscendo nei Consorzi uno strumento, idoneo alla produzione, cui dare il proprio sostegno. Infine da parte delle Organizzazioni professionali agricole scegliendo campi più idonei, diversi dai Consorzi di Bonifica e meno sensibili, per una sana competizione.
17.04.2021 Ing. Rocco Leonetti Presidente Anbi-Calabria