“La Regione non si arrocchi e impari a confrontarsi. Nessuno si salva da solo!”
In queste ore in Calabria regnano molta confusione, disorientamento e forte preoccupazione. Sentimenti comuni, presenti non soltanto in tanti cittadini, ma anche in molti amministratori locali, piccoli imprenditori e in una grandissima parte di lavoratrici e lavoratori.
Tutto ciò, la Presidente Santelli non può ignorarlo, ma ha innanzitutto il dovere di comprenderlo e, per ruolo, ha l’obbligo di attivarsi per fornire alla Calabria tutte le ragioni che sono state alla base della sua ordinanza.
Un’ordinanza che, senza dubbio, è stata imprevedibile per tutti i calabresi come lo è stato il Coronavirus. Dico questo senza volermi soffermare sulla discussione in atto sulla legittimità o meno del provvedimento, con il quale la Presidente Santelli, in contrasto con il governo, ha disposto la riapertura anticipata e totale delle attività economiche nella nostra regione.
Penso tuttavia, che la Presidente della Regione abbia il dovere di chiarire quali azioni il governo regionale, rispetto alla propria ordinanza, intenda mettere in campo, affinché il ritorno alla vita sociale ed economica nella nostra regione si possa realizzare nella garanzia suprema che la salute pubblica di tutti i calabresi venga protetta.
Dato che la convivenza con il virus sarà purtroppo lunga, tutti devono conoscere come muoversi, per scongiurare che nella nostra regione vi possa essere, in futuro, l’apparizione di nuovi focolai.
In una riapertura disordinata, il rischio che ciò possa avvenire è altissimo e un ritorno al passato di certo la Calabria non se lo può permettere. Non se lo può permettere dal punto di vista sanitario prima e socioeconomico dopo.
Pertanto, la Presidente Santelli chiarisca, attraverso una nuova ordinanza, come la Regione intende garantire nei prossimi giorni, per esempio attraverso le Prefetture, l’applicazione del Protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e nei cantieri.
E come questa applicazione controllata possa registrarsi, soprattutto nelle attività produttive di piccola e piccolissima dimensione, che rappresentano la gran parte del nostro tessuto produttivo.
La Presidente Santelli, ancora, ci faccia capire come il governo regionale, pensa di sostenere l’azione di vigilanza affinché, in tutti i luoghi di intrattenimento sociale, bar, pizzerie e ristoranti, che sono anche luoghi di lavoro, sia garantito il distanziamento sociale e la sicurezza di lavoratori e avventori. E come la Regione interverrà nel caso ciò non si verificasse.
La Presidente Santelli chiarisca, inoltre, come si svolgerà, sempre nel rispetto delle misure di contrasto al Coronavirus, la funzionalità del trasporto pubblico regionale.
E quali sono i controlli e i meccanismi, predisposti dalla Regione, per evitare i rischiosissimi orari di punta.
Mi fermo solo ad alcuni esempi, volendo, però, ricordare a me stesso che in questa lotta al virus le istituzioni non possono commettere nemmeno il più piccolo errore, come può essere quello di far pensare, attraverso i propri provvedimenti, ai propri cittadini che la battaglia contro il virus è vinta e che questa tragedia umana, che ancora è in atto nel Paese, sia alle nostre spalle.
E per evitare di generare nei cittadini messaggi fuorvianti, i provvedimenti delle Istituzioni vanno dotati di pesi e di contrappesi.
Infine, voglio ritornare sulla vicenda delle mascherine che come Uil abbiamo sollevato nei giorni passati.
Il governo regionale predisponga, tra le misure sociali, la fornitura settimanale delle mascherine da distribuire a tutti i calabresi, soprattutto a coloro che vivono in condizioni di difficoltà economiche. Come si può non capire, che la giusta obbligatorietà sull’utilizzo della mascherina, deve per forza di cose, incontrarsi con la difficoltà di molte famiglie calabresi a poter spendere circa 200 euro mensili.
Questa misura sociale è già stata attivata da molti Presidenti di regione, le cui realtà sociali ed economiche sono migliori dalla nostra. Ecco un buon esempio che la Regione Calabria dovrebbe far suo.
In regione, tra l’altro, esistono già piccole filiere di produzione di questi dispositivi di protezione individuale a cui guardare per l’acquisto.
Penso che il chiarimento che va chiesto e va preteso dalla Regione Calabria, debba concentrarsi su questi ed altri aspetti, dato che in ballo c’è la sicurezza, la salute e la tranquillità di tutti i calabresi. Cittadini che, in questi giorni, sereni non sono.
Ma in campo c’è anche il tema della ripartenza, che non può essere eluso e non affrontato. Concentriamoci sul merito delle questioni.
La battaglia contro il Coronavirus non può essere una battaglia politica, non può e non deve scadere nel terreno della lotta partitica; da questa situazione di emergenza, ne usciremo solo se ciascuno responsabilmente si impegnerà a fare con coscienza la propria parte, sapendo che il compito di guidare e proporre è della istituzione Regionale, un’istituzione che, per non sbandare, deve imparare a dialogare e confrontarsi.
L’emergenza piuttosto che un alibi per sviare il confronto, deve essere una opportunità per rafforzarlo.
Nessuno si salva da solo!
Santo Biondo
Segretario generale
Uil Calabria