Riceviamo e pubblichiamo. La propaganda del Vaticano sulle residenze a San Severo
Sono giorni, se non settimane, che i media locali e nazionali si sperticano in inni e lodi per il Comune di San Severo, la diocesi e l’elemosiniere del Papa per aver istituito una via fittizia nella cittadina del Tavoliere. Attraverso la domiciliazione presso le parrocchie, anche chi vive in una baracca o per strada potrà essere iscritto all’anagrafe. Anche il Papa ci ha tenuto a ricordare la lieta novella in diretta dall’Angelus domenica scorsa. Non vorremmo deludere i fan del pontefice, ma quello della residenza fittizia è un istituto che avrebbe dovuto essere garantito almeno dal 2015, e cioè da quando grazie alle lotte di lavoratori e lavoratrici che vivono nei ghetti, la prefetta di Foggia intimò a tutti i comuni della provincia di provvedere alla sua attivazione. A Foggia, in effetti, ciò accade proprio da allora – nonostante ci sia chi, come la CGIL e altri sindacati, ne abbia approfittato per battere cassa con gli stranieri che vivono in baracca. Stessa cosa per Cerignola, da almeno due anni a questa parte anche qui è possibile iscriversi all’anagrafe attraverso un indirizzo messo a disposizione dal Comune, peraltro senza passare attraverso alcuna associazione e i suoi dazi. Dov’erano il comune e le associazioni di San Severo fino a ieri? E’ vergognoso che quattro anni di ritardo vengano salutati come un comportamento virtuoso, che ‘ridà dignità e diritti ai migranti’, quando si tratta invece di una toppa tardiva ad una situazione di degrado creata ad arte dalle istituzioni. Peraltro, questo tipo di residenza non è accettato per il rinnovo di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro, cosicché la maggior parte di chi vive nei ghetti è attualmente costretto, complici anche le nuove leggi, ad acquistare un contratto di affitto falso per poter mantenere la regolarità sul territorio. Ma al Vaticano e al Comune a marca PD tutto ciò, ovviamente, non interessa. Basta trovare un’occasione di autoincensamento a costo zero.