“La piazza, i cori, i rossi e gli azzurri: un’ Italia che sogna la democrazia”

Salvini il leader della Lega non la manda a dire e così La Meloni e Silvio Berlusconi. Si fanno portavoci del dissenso, di quel bagno di folla che a San Giovanni manifesta il desiderio di esprimere democraticamente e attraverso l’esercizio costituzionale del voto, che al governo il paese, o meglio la maggioranza di esso, vuole un governo di centro-destra. A non convincere, o meglio a disgustare, sono le politiche migratorie ‘sporche di sangue’ parafrasando Salvini. Con una migrazione aumentata di oltre il 100% rispetto alla politica del Ministero Salvini. E la politica circa l’aumento delle tasse. Si deve a Cesare quel che è di Cesare.. Ma pare che gli altri errano e il popolo paga. Anche sulle eco tasse.. Le multinazionale ego-operano e i debitucci poi li passano al popolo. E così la tassa sulle bevande gassate.. A pagare saranno i meno abbienti. Perché chi di money ne ha, già ha valicato la soglia del sugar-free, vegan chic (lo sono anche io in vero), macrobio, mangiasanomangiameno… Ma tornando alle oltre 200.000 persone di San Giovanni che hanno applaudito e acclamato, Berlusconi con i cori ‘Silvio Silvio’, che riapre a gran voce a lotta al comunismo e al 5o partiro rosso che più rosso non si può: la magistratura, magari quella poco oggettiva, che lavora nelle catacombe di questa disgraziata nazione priva di democrazia. Perché ricordiamoci dove non è garantito il diritto del voto per la creazione dei governi, di democrazia non si potrebbe parlare.
A chiosa della piazza attiva, le solite parole sconce di Lerner che si presenta sempre dove non dovrebbe stare. Per quella libertà dell’informazione, che però non garantisce l’onestà intellettuale. Per poi difatto scrivere per pura propaganda e polemica, contro quella piazza e le motivazioni che l’hanno animata. Con l’Avvenire che oramai si tinge di rosso, costantemente, con memoria storica molto corta. Dato che la sinistra.. era quella anticlericale. Il popolo c’è e l’ha gridato a gran voce. Una coalizione di centro-destra anche, a questo punto bisognerebbe superare tutto questo, riuscire ad arrivare alle elezioni. E ci auguriamo che il lapsus renziano non resti solo tale che nel 2020 si vada a votare.
Al. Tallarita