La Lega è Matteo Salvini di Al. Tallarita
Forse andava risottolineato che la Lega è Matteo Salvini. E il Senatore lo ha fatto. Il segretario della Lega è un leader. E i leader guardano avanti. Lo sguardo volto indietro, tranquillizzante, in un periodo di transizione sociale economica e politica, alla serenità del Ppe e di lui che prende il posto di Silvio Berlusconi, può essere superato da una visione nuova. Anche conservatrice e sovranista, che supera il già fatto. Laddove il freno al populismo dato dal COVID e dall’imposizione dei suoi cambiamenti, ha segnato il passo del nuovo ciclo che viviamo. Nella speranza che possa rivelarsi utile all’Italia, per riaffermare le proprie necessità nei contenuti dell’Unione Europea, un’alleanza con i sovranisti del nord Europa da Morawiecki facente parte dei Conservatori riformisti, a Orban, che oggi fa parte del Ppe.
La storia chiede evoluzioni. Arrivano i nodi e vanno sciolti. Si saprà entro fine dicembre. E sul lungo periodo si vedranno gli esiti, del lavoro reale che potrà fare un nuovo gruppo, identitario e conservatore per il centrodestra europeo. La marmorea Lega si fonda sulla leadership di Matteo Salvini. È stato sempre un partito legato al suo leader. E tale resta. Il Consiglio Federale ha siglato proprio questo. Matteo Salvini è contrario al modello PPE. Ma sa che deve evolvere il suo potere con uno sguardo sul futuro. I veri leader sanno sognare. E lottare per la realizzazione di questi sogni, anche controvento. Salvini lo sa molto bene. Ascolta tutti e poi decide. Non ci saranno mai due fronde dentro la Lega. E cattivi consiglieri il Senatore non ne ha. Sa chi ascoltare e quando farlo. E chi lo apprezza, come uomo e come leader, deve saperlo e apprezzare di lui questa dote. È un liberale, democratico. Ha alti questi valori fondamentali al di là dei suoi nemici o di chi è molto critico contro di lui. Ascolta, decide e poi agisce. E riporta la discussione, verso i problemi che più stanno a cuore alla gente: ‘taglio delle tasse, referendum sulla giustizia e pensare agli ultimi dimenticati dalla sinistra’. La nuova strategia di dosare gli interventi con la stampa, la programmazione sul lungo periodo, insieme al mantenimento dei capisaldi della Lega, riaffermare la sua leadership, sono importanti. E tutti i cambiamenti e decisioni guarderanno sempre avanti. Con presupposti realmente alternativi alla sinistra, tanto italiana quanto europea.Ora si guarda a gennaio, alla elezione del capo dello Stato. Partita davvero importante, anche per la Lega e Matteo Salvini.