La designer cosentina Francesca Barbieri alla Biennale dello Stretto
Design e amore per la Calabria legati da un fil rouge tematico: l’uso dei pattern. È l’essenza dell’opera della designer bruzia presentata a uno degli eventi culturali internazionali più attesi nel panorama architettonico. La Biennale è partita nei giorni scorsi, tra Campo Calabro, Reggio Calabria e Messina, e continuerà fino al 14 dicembre
La cultura unisce più di un ponte, e la Biennale dello Stretto ne è l’ulteriore conferma. Giunta alla sua seconda edizione, la Mostra internazionale d’arte, architettura, antropologia, paesaggio, scrittura, video e fotografia ha vissuto la sua settimana inaugurale dal 18 al 22 settembre, e continuerà ad animare Campo Calabro, Reggio Calabria e Messina fino al 14 dicembre. L’obiettivo è costruire una narrazione organica al territorio mediterraneo che si proietti verso il futuro attraverso la sinergia tra discipline apparentemente inconciliabili. E, la cosentina Francesca Barbieri ha presentato un’opera composta da tre cubi di cartone, a prima vista disconnessi tra loro, ma uniti in un dialogo profondo tra design e amore per la Calabria, e legati da un fil rouge tematico: l’uso dei pattern.
Il primo cubo ospita un mandala, un disegno minimalista e colorato che esprime equilibrio e armonia. Questo elemento riflette la ricerca di equilibrio e la capacità di adattarsi a diverse applicazioni anche nel mondo del fashion.
Il secondo cubo, avvolto dal “Pattern Qalabria”, celebra la nostra regione attraverso geometrie ispirate alle sagome “geografiche” con tonalità cromatiche che evocano i sapori del territorio. Questo pattern rappresenta un’interpretazione contemporanea della cultura regionale. È un viaggio visivo nel cuore della tradizione calabrese.
Il terzo cubo, intitolato “Trama e Ordito”, raffigura un concept vincitore di un concorso di packaging design. Progettato per contenere la celebre “Paglietta di Montappone”, tipico cappello abruzzese. Il fulcro risiede nella progettazione di tre pattern geometrici che rispettano le trecce e le modularità di 4 fili, estendendosi per 16 metri. Questi pattern contribuiscono a dare vita al packaging, trasformandolo da mero contenitore a opera d’arte in miniatura.
«Ogni progetto è il frutto di un processo accurato, dove la creatività si sposa con l’analisi» – ha evidenziato Francesca Barbieri. «Sono onorata di partecipare alla Biennale dello Stretto. Questo evento rappresenta un’opportunità straordinaria per condividere la mia visione e il mio impegno nel creare progetti che non solo esprimono bellezza, ma trasmettono messaggi profondi legati alla cultura e alle radici calabresi.
Credo fermamente nella Calabria – ha concluso la designer – e sono convinta che eventi come questo dovrebbero essere più frequenti per favorire sinergie creative e contribuire al riscatto di una terra spesso sottovalutata, ma incredibilmente fertile. Anche in Calabria si può».