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La chiusura delle Guardie Mediche penalizza l’assistenza di prossimità al cittadino aumentando la povertà sanitaria

I commissari bene fanno a provare a riordinare l’organizzazione complessiva dell’Asp di Catanzaro, ma è inaccettabile avviare il risparmio sull’assistenza del cittadino, che invece di beneficiare di una pronta, concreta e vicina risposta, si vede tagliato fuori, in servizi e prestazioni.

Dopo tanti sprechi la scure dei tagli si abbatte sulle guardie mediche, i commissari prefettizi partono dai servizi di prossimità al cittadino per risanare le casse dell’ASP di Catanzaro, siamo sicuri che erano questi gli sprechi?

Intanto i Commissariamenti costano, pesano e finora non hanno cambiato le sorti della Calabria. Il debito aumenta vertiginosamente, l’emigrazione sanitaria aumenta, i servizi diminuiscono e il personale è sempre più ridotto ai minimi termini.

L’ultima presa di posizione che distanzia i cittadini da una sanità sempre più precaria, è quella delle chiusure delle guardie mediche. Sarà cosa giusta? I cittadini godranno di questo? Ci sarà un aumento dei codici bianche nel Pronto Soccorso?

In tanti crediamo di no!! Infatti, cosi come apparso sulla stampa, vi sono in atto chiusure di più guardie mediche, distribuite sul territorio; (li chiamerei disservizi e punizioni sanitarie) vale a dire, chiusure che, come evidenziato, toglieranno ai cittadini una pronta risposta sanitaria in loco.

Sul tema, la protesta più recente e clamorosa, è stata quella del Sindaco di Jacurso, il quale, verificata la chiusura della guardia medica operante storicamente nel proprio comune, opportunamente affiancato da altri sindaci, amministratori e cittadini, ha motivato l’ingiustizia subita.

Si presume quindi, che alla luce di quanto deliberato dai commissari dell’Asp, sulla problematica chiusura guardie mediche, i vari Sindaci protesteranno e non accetteranno passivamente la scelta operata. Anzi hanno annunciato dimissioni di massa contro questa decisione ingiusta.

In breve, la domanda che potrebbe essere rivolta ai commissari, è quella: siamo certi che il danno economico e i risparmi sulla sanità si risolvono tagliando servizi e non diminuendo gli sprechi?

Ed ancora, siamo certi che non sia meglio operare sui costi esosi, come: fitti, software acquistati e forse poco utilizzati; programmi di accelerazione contabile fermi, spese edili su immobili non di proprietà, o addirittura edilizia che non parte, nel mentre, probabilmente i progetti si pagano; unità operative o dipartimenti doppioni, o forse probabili pagamenti doppi e tripli, (come riportato da notizie pubbliche), cliniche private accreditate e forse, nelle prestazioni e risorse non controllate, o come bacchetta la Corte dei Conti nomine di primari per reparti fantasma?

Insomma con una popolazione che è sempre più anziana, con bisogni di assistenza di prossimità, offriamo disservizi? E i nuovi commissari, anziché risanare là dove è giusto farlo, perché in coerenza con le gestioni passate, mettono in atto e portano avanti le stesse logiche?

Lamezia, per esempio, dispone di numerosi immobili e locali di proprietà dell’ASP di Catanzaro, in buona parte vuoti, che potrebbero ospitare, a costo Zero, una moltitudine di settori amministrativi e sanitari. Cosa succede invece? Su Catanzaro si spendono notevoli risorse, (più di un milione di euro) per fitti che potrebbero essere risparmiati, e il personale di Lamezia si può spostare su CZ e non viceversa. Che faranno a proposito i Commissari?

Lamezia Terme 20 febbraio 2020

Salvatore De Biase già Presidente del consiglio comunale di Lamezia Terme