La CGIL denuncia le criticità esistenti presso la S.O.C. di Ostetricia e Ginecologia del P.O. di Polistena
Con la presente, La F.P. C.G.I.L., intende evidenziare alle SS. in intestazione le criticità esistenti presso la Struttura Operativa Complessa di Ostetricia e Ginecologia del P.O. di Polistena, dove, un ristrettissimo numero di infermiere e di ostetriche, è costretto, per la ormai cronica carenza di personale, a sobbarcarsi delle responsabilità che, sicuramente, sono da addebitare esclusivamente alle omissioni protratte ormai da tempo immemorabile da codesta Direzione Aziendale e regolarmente evidenziate, in diverse occasioni dalle organizzazioni sindacali più attente e lungimiranti.
Ci si riferisce al fatto che, nel reparto di che trattasi, due infermiere e due ostetriche per ogni turno di lavoro, devono gestire contemporaneamente l’attività di ben cinque Unità Operative, spazialmente lontane l’una dall’altra, tutte unità operative che richiedono particolare attenzione, essendo a rischio l’incolumità fisica delle gestanti e dei nascituri. Detto personale deve occuparsi contemporaneamente delle pazienti ricoverate nel reparto; delle pazienti che arrivano in pronto soccorso ostetrico; degli interventi di parto cesareo in sala operatoria; dell’assistenza al travaglio, al parto e al dopo parto in sala travaglio; ed infine dell’assistenza alle gestanti presso il servizio ambulatoriale di tococardiografia. Da ciò si capisce benissimo i carichi di lavoro e i rischi su possibili responsabilità, anche penali oltre che risarcitorie, ai quali viene sistematicamente esposto detto personale: responsabilità nascenti non da imperizia o negligenza, ma dall’impossibilità di agire tempestivamente e con efficacia ed efficienza, all’emergenza che potrebbe presentarsi in una delle indicate unità operative in quel mentre in cui il personale sta operando –magari già in urgenza emergenza- presso altra delle indicate UU.OO. Né il problema può essere risolto mediante la rimodulazione dei turni di servizio del personale afferente alla Sala Operatoria di Ostetricia, così come stabilito dalla disposizione di servizio prot. 4169/DS, del 24/04/2018, della Direzione Sanitaria dell’ospedale di di Polistena, che qui fermamente si contesta, con la quale si è disposta la sospensione “della turnazione notturna” e la previsione di due turni diurni più la doppia reperibilità notturna del personale ostetrico e infermieristico. Detto provvedimento intanto appare illegittimo dal punto di vista procedurale in quanto carente, a monte, del relativo regolamento che dovrebbe regolare l’istituto -in relazione anche ai criteri per evitare lo sforamento di spesa preventivamente determinato per il finanziamento della reperibilità, ed evitare così l’insorgenza di possibili situazioni di contenzioso-; è inoltre carente della preventiva, obbligatoria comunicazione alle organizzazioni sindacali (v. parere del dipartimento della funzione pubblica n. 40123, del 07/09/2010), apparendo pertanto impugnabile anche ex art. 28 statuto dei lavoratori. Impugnazione che questa O.S. si sin d’ora si riserva
Ma v’è di più.
a parte la limitazione, contenuta in re ipsa, di un intervento immediato in caso di emergenza ostetrica notturna (la risposta sanitaria anche se entro la mezzora avverrebbe comunque in ritardo rispetto all’esigenza), il provvedimento non è risolutivo del problema, considerato che provvedimenti analoghi sono stati presi in passato e ciò che si è ottenuto, in diverse occasioni, è stata soltanto l’incriminazione del personale reperibile per non essere intervenuto nei termini previsti dalla legge. Né ancora il problema può essere risolto mediante il trasferimento di una O.S.S. (v. disposizione di servizio n. 4172/DS del 24/04/2018, che và immediatamente revocata per ragioni di tutela privilegiata) dalla Direzione Sanitaria di Polistena -ove era stata mandata su suggerimento del medico competente perché in evidente stato di gravidanza (stato di gravidanza tutelato dalla legge sulle lavoratrici madri, che prevede anche l’ allontanamento da luoghi di lavoro insalubri verso luoghi di lavoro piu consoni).
Il problema può essere risolto soltanto mediante recupero di tutto quel personale “imboscato” che, pur non avendo limitazione alcuna, si ritrova ad operare in luoghi di lavoro più “tranquilli”. Si citano ad esempio i poliambulatori di Oppido Mamertina e di Scilla (ma ve ne sono altri), dove vi è si del personale titolare di limitazioni e che pertanto merita di svolgere lavori meno pesanti, ma dove vi è dell’altro che di limitazioni non ne ha e che si trova in quei luoghi “più tranquilli” solo perché, evidentemente, godono di protezione da parte di qualche sigla sindacale e/o organizzazione politica.
Una volta recuperato detto personale per far fronte alle esigenze immediate, è chiaro che bisogna procedere senza indugio all’assunzione di nuovi infermieri ed ostetriche, così come peraltro autorizzato, già da tempo, dal Commissario ad Acta per il piano di rientro.
Ma per fare questo vi è bisogno di coraggio. Attributo che probabilmente è assente in chi ha gestito e gestisce la sanità reggina, a tutti i livelli, sia centrale che locale. Probabilmente è molto più facile adeguarsi alla situazione contingente e spremere come limoni gente abituata a lavorare sodo senza mai protestare o gente che versa in situazioni di disagio tutelata da norme di legge ma non da forze sindacali e/o politiche, mentre è molto più difficile toccare quella gente che di tutela da parte di queste forze probabilmente ne ha tanta.
Il problema insormontabile in questo caso sta nel fatto che il continuo spremere di un limone porta inesorabilmente a lasciare il limone senza più alcuna goccia di succo, e lo spremere come limoni di quei lavoratori già oberati di lavoro porta inesorabilmente allo sfinimento psicofisico e alla inefficacia dei provvedimenti di “spremitura”, e a farne le spese alla fine sono le persone più deboli, cioè gli ammalati.
Questa O.S. si augura che la disposizione di servizio prot. 4169/DS della Direzione Sanitaria di Polistena venga immediatamente revocata, in caso contrario, è pronta ad ergere le barricate a difesa dei diritti dei cittadini a vedersi riconoscere i livelli essenziali di assistenza previsti dalla legge, e i diritti dei lavoratori a non vedersi incriminati per disposizioni assurde e prive di qualsivoglia fondamento logico –operativo
Dalla segreteria F.P. C.G.I.L.
Comprensorio di Gioia Tauro
Dott. Vincenzo Callea