Incontro del Tour nei consorzi di bonifica – Tirreno Catanzarese
Riprende il tour nelle bonifiche con il consorzio Tirreno Catanzarese, ente costituito nel 2008 subentrando al Consorzio di bonifica Piana di S.Eufemia e guidato da subito dal Presidente Francesco Arcuri che a oggi si trova al suo terzo mandato.
L’incontro si è tenuto presso la sede di Lamezia Terme con i vertici e la governance amministrativa nonché lo staff tecnico composto da persone qualificate, ‘una grande famiglia’ come è stata definita dal direttore generale Dott. Flavio Talarico. A fare gli onori di casa il Presidente Arcuri che, con la sua esperienza frutto di anni di lavoro alla guida di un’équipe sempre operativa, ha evidenziato punti di criticità e punti di forza della realtà consortile. In maniera particolare ha fatto emergere la difficoltà afferente alla gestione ancorata a una mancanza di liquidità riconducibile a vicende antecedenti il 2008, avendo ereditato delle passività dal vecchio consorzio.
Il consorzio gestisce con alta competenza organizzativa, gestionale e di assistenza 29 comuni che ricadono, per intero o parzialmente, 24 nella provincia di Catanzaro, due nella provincia di Cosenza ovvero Cleto e Amantea, e altri nella Provincia di Vibo Valentia come Maierato (area diga Angitola), parte dei comuni di Francavilla Angitola, Polia, Filadelfia, e Pizzo Calabro.
Sul distretto territoriale dell’Angitola vi è in particolare una realtà indispensabile per il servizio idrico e la fornitura d’acqua.
Si parla dell’importante invaso artificiale creato nel 1966 sbarrando il corso del fiume Angitola, da cui prende nome. Il lago ricade nella provicia di Vibo Valentia nel territorio dei comuni di Maierato e Monterosso Calabro, ma l’area include fino all’estremo sud della piana di Sant’Eufemia. Il bacino alimenta anche qualche piccola porzione dei comuni di Pizzo, Maierato, Francavilla Angitola, Curinga, Filadelfia e Polia. Tutte le aree si caratterizzano per una consistente produzione agroalimentare che viene anche esportata in larga scala in Europa e nel mondo. L’acqua della diga viene utilizzata per la maggiore nel territorio del consorzio e giacchè l’approvvigionamento idrico è soprattutto destinato all’agricoltura e quindi alle numerose imprese di coltivazione, il consorzio è chiamato a garantirne la salubrità per cui provvede a far eseguire trimestralmente controlli di laboratorio sulla qualità del prezioso liquido.
Dal bacino Angitola vengono asservite diverse imprese importanti ove esistono realtà imprenditoriali di spicco dedite in particolare alla coltivazione di pomodori e fragole prevalentemente nei territori di Pizzo e di Acconia di Curinga, nonché una florida produzione vivaistica con la presenza di numerosissime serre che caratterizzano queste zone.
Fiore all’occhiello nella filiera produttiva però non può che essere la ‘cipolla rossa marchio Tropea’ che vanta la denominazione IGP dal 2008 e una grande produzione (480 ettari di terreno, due cicli annuali coltivazione, 1.000 produttori) in diverse zone della Calabria nelle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia. L’area di produzione in Calabria si snoda lungo tutta la fascia tirrenica, oltre alla massiccia coltivazione di Campora San Giovanni nel territorio di Amantea nel cosentino e altre aree che ricadono a Nocera Terinese, Falerna, Gizzeria, Lamezia Terme e Curinga, in provincia di Catanzaro.
Si tratta di importanti realtà produttive legate a due distinte aree, una sottesa all’irrigazione della diga Angitola, l’altra a quella dell’impianto irriguo del fiume Savuto.
In riferimento all’importante bacino artificiale è bene rendere noto che nel 1975 la zona naturalistica denominata “Oasi Angitola” è stata riconosciuta come area protetta per la quale il Consorzio nel corso degli anni ha visto la necessità di stipulare una serie di convenzioni con il WWF al fine di garantire la massima tutela ambientalistica con particolare riguardo alla salvaguardia della flora e della fauna, nonché per assicurare un’adeguata fruizione turistica, educativa e scientifica dell’area. La costruzione della diga ha infatti determinato un habitat dalle particolari condizioni climatiche, oltre a un rilavante interesse dal punto di visita paesaggistico. La vulnerabilità del luogo ha fatto sì che si creassero le condizioni per favorire l’attrazione di un’ampia quantità di uccelli di oltre cento specie diverse che qui trovano il luogo ideale per una sosta e per la riproduzione. In autunno e primavera transitano grandi flussi migratori di volatili mentre in inverno si riscontra maggior concentrazione di uccelli svernanti.
L’impegnativa mansione del consorzio consiste nel provvedere all’ordinaria manutenzione della diga, dei manufatti e degli impianti, redigendo i necessari studi specialistici che consentono di intraprendere le azioni finalizzate a garantire livelli di sicurezza adeguati, nonché il mantenimento della capacità utile propria del serbatoio e il funzionamento degli organi di scarico e di presa. La gestione dell’invaso prevede un costo annuale di 300 mila euro.
Oltre al grande invaso Angitola, il corsorzio dispone di 170 km di condotte intubate, 90 km di canalette irrigue, 1 traversa fluviale, 7 vasche di compenso, 5 impianti di sollevamento, tre impianti efficienti – Turrina, Bagni e Savuto.
È compito del Consorzio occuparsi della cura di tutte le opere facenti parte integrante della rete di bonifica e di irrigazione (pulizia dei canali, funzionamento degli impianti di pompaggio, riescavo periodico del fondo dei canali della rete di colo, monitoraggio della rete scolante).
Gli operatori della squadra Arcuri sono costantemente in prima linea per intervenire sulla manutenzione ordinaria delle reti (bisogna considerare la mole di lavoro su 140 km di fossi di colo nelle provincie di Catanzaro, Vibo Valentia e Cosenza nonché una linea di battigia di 50 km), inoltre per le attività che non dovrebbero riguardare il Consorzio l’Ente lavora lo stesso per la manutenzione anche straordinaria dei fossi che insistono nei centri urbani e che non sono di pertinenza consortile “per cui i comuni, pensando che il consorzio debba essere sempre a loro servizio ci interpellano di volta in volta per richiedere il nostro intervento nell’affrontare le difficoltà del momento – dichiara il Presidente Arcuri – e noi all’occorrenza rispondiamo intervenendo puntuali con i nostri strumenti mettendo a disposizione mezzi e uomini, anche se spesso la nostra azione viene concepita come una pretesa”.
Ci si trova dunque di fronte a un Consorzio virtuoso, generoso e sempre efficiente che, nonostante le ristrettezze dei mezzi finanziari e delle risorse umane, lavora assiduamente per la messa in sicurezza di tutto il territorio consortile provvedendo anche a garantire l’efficienza dei canali al fine di assicurare il regolare deflusso delle acque specie in questo periodo di abbondanti piogge.
Nel corso degli anni il consorzio ha messo a punto valide azioni come l’attività di riordino delle utenze irrigue e l’aggiornamento dell’anagrafe generale dei contribuenti. Ciò è stato reso possibile grazie alle tecniche innovative della distribuzione dell’acqua irrigua, introdotte, per prime in Calabria proprio dal Consorzio di bonifica Tirreno Catanzarese che ha attrezzato quasi tutti i propri impianti irrigui di distributori con consegna a tessera elettronica. Tale sistema innovativo ha permesso un più razionale uso dell’acqua irrigua e conseguente riduzione dei consumi.
In riferimento ai progetti in corso, tante sono le opere in via di realizzazione, nel dettaglio:
Piano Operativo Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) Infrastrutture 2014-2020 – ASSE TEMATICO D: Messa in sicurezza del patrimonio infrastrutturale esistente – Linea di Azione Interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza dighe “Diga di Monte Marello (n. arch. 743). Regione Calabria – Consorzio di Bonifica Tirreno Catanzarese” : “Opere di manutenzione straordinaria e di miglioramento o adeguamento sismico delle opere accessorie – Verifiche sismiche – Interventi impiantistici e funzionali sulla strumentazione di controllo”
MIT – Importo finanziato € 6.780.000,00
PNRR – Missione 2 Componente 4 (M2C4) – Investimento 4.3 – INVESTIMENTI NELLA RESILIENZA DELL’AGROSISTEMA IRRIGUO PER UNA MIGLIORE GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE – “AMMODERNAMENTO DEI SISTEMI DI ADDUZIONE E DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE SISTEMI IRRIGUI ANGITOLA, TURRINA, BAGNI, SAVUTO. INSTALLAZIONE DI MISURATORI, SISTEMI DI AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E TRASMISSIONE DATI” – Cod. Prog. 18-02-5715-2762
MASAF – Importo finanziato € 6.780.000,00
Investimento 4.3 – Legge di bilancio 30 dicembre 2020 n. 178 (bilancio 2021) D.M. n. 349272 del 30 luglio 2021- OPERE PER UNA MIGLIORE GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE AMMODERNAMENTO DEI SISTEMI DI ADDUZIONE E DELLA RETE DI DISTRIBUZIONE SISTEMA IRRIGUO ANGITOLA. INSTALLAZIONE DI MISURATORI, SISTEMI DI AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E TRASMISSIONE DATI, MIGLIORAMENTO SISMICO L. 178/2000. Prog. cod. 18-02- 5715- 4206
MASAF – Importo richiesto a finanziamento € 6.780.000,00
FSC 2014-2020 POA Sottopiano 2 “Interventi nel campo delle infrastrutture irrigue, bonifica idraulica, difesa dalle esondazioni, bacini di accumulo e programmi collegati di assistenza tecnica e consulenza”. Progetto per il “Collegamento impianti Turrina e 3° D.m.F Angitola e costruzione vasca sull’impianto del 6° D.m.F.”
MIPAAF-MASAF – Importo finanziato € 266.074,02.
Il secondo incontro, dopo quello nel Basso Ionio Reggino, ha evidenziato la necessità di dare all’esterno un’immagine più scandagliata dell’operosità dei consorzi che talvolta è difficile, da parte loro, attestare ed esternare anche a causa di una cattiva comunicazione. È chiaro che su tutto il territorio regionale gli incontri programmati nei consorzi hanno un preciso obiettivo operativo che mira a evidenziare punti di criticità, ma principalmente punti di forza dei singoli, di conseguenza sta emergendo sempre di più necessità che le notizie vengano veicolate da una forma di comunicazione coordinata verso l’esterno cercando addirittura di raggiungere l’obiettivo di creare un perimetro ben definito anellando di volta in volta informazioni e peculiarità che caratterizzano i singoli territori attraverso l’inestinguibile operosità dei consorzi. Questo spesso non viene a galla, non riesce ad entrare nell’immaginario collettivo per cui si pensa ai consorzi come qualcosa di stantìo, come un qualcosa addirittura fuori dal contesto territoriale, utilizzato e/o utilizzabile talvolta anche in maniera impropria dalla politica. É chiaro che questo modo di concepire i consorzi deve cessare e quindi occorre un nuovo modo di fare comunicazione riferendo delle realtà consortili. Questo è l’obiettivo operativo che la struttura regionale dedita alla comunicazione deve raggiungere nel rispetto della storia del territorio, degli uomini, delle imprese e delle governance che devono essere più attuali, elastiche e sempre ‘spalmate’ sui singoli territori. É quello che sta cercando di creare Anbi regionale in perfetta sinergia con Anbi nazionale ovvero far emergere le generosità e le operatività che i consorzi sono in grado di mettere oggi in campo, ma soprattutto rendendo un’immagine nuova, svecchiata. Il consorzio non come un qualcosa di anacronistico, non come strumento da utilizzare motu proprio, ma come cartina di tornasole delle imprese, della manodopera, delle eccellenze agroalimentari, della tutela del suolo, dell’acqua, di un ambiente che dev’essere preservato per non alterare gli equilibri, ma proiettato sempre più nella filiera dell’ecologia e dell’eco–sostenibilità.
Si chiude con l’augurio sempre attuale che il Presidente Arcuri rivolge ai Consorziati e alle Istituzioni e cioè che attraverso loro “il Consorzio di Bonifica Tirreno Catanzarese possa essere valido baluardo nella difesa del territorio e geloso custode delle bellezze della nostra Terra”.