Il tavolo tecnico truccato dell’assessore regionale ai trasporti
Da oltre tre anni ormai è in corso una mobilitazione popolare senza precedenti per la salvaguardia e il rilancio della Ferrovia Ionica. Decine di associazioni, decine di sindaci e migliaia di cittadini lottano con determinazione per ottenere il diritto alla mobilità in treno, su standard europei. Lo stato pietoso della ferrovia ionica, con stazioni abbandonate, treni vecchi, disservizi continui e qualità pessima di trasporto è sotto gli occhi di tutti. Miopia politica, nazionale e regionale, e pratiche aziendali di stampo privatistico nel comparto del trasporto pubblico hanno portato all’isolamento dell’intera fascia ionica con evidenti ripercussioni negative su un sistema economico e sociale già fragile.
La mobilitazione popolare si è configurata come una lotta di trincea, con manifestazioni in numerose cittadine ioniche, a cadenza quasi mensile. Una petizione popolare di 10 punti è stata lanciata all’indirizzo del Presidente della Regione Calabria da una rete di associazioni e movimenti (Rete FIBC – Ferrovia Ionica Bene Comune), sostenuta da sindaci, forze sindacali e di categoria. La pressione culturale e politica dal basso ha cominciato a dare i primi frutti quando l’assessore De Gaetano ha annunciato pubblicamente all’inizio del 2015 che un accordo con Trenitalia avrebbe permesso di avere finalmente alcuni treni nuovi per la linea ionica. E lo stesso assessore si dichiarava pronto ad aprire un tavolo tecnico per attivare iniziative volte a dare risposte concrete alle esigenze della comunità regionale. Le vicende politiche dell’estate hanno determinato una crisi istituzionale ed un terremoto che ha indotto il Presidente Oliverio ad affidare il ruolo di assessore ad un docente universitario dell’Unical, l’ing.Musmanno.
Il neo-assessore sembrava animato, sulle prime, di buona volontà e spirito attivo. Ha infatti dato seguito alla istituzione del tavolo tecnico presso la Cittadella regionale, dichiarandosi pronto al dialogo costruttivo. Ma dopo un paio di incontri con gruppi di rappresentanti della Rete, si è assistito ad un cambio di atteggiamento. Forse non pienamente consapevole del suo ruolo e della necessità che un assessore tecnico debba assumere responsabilità ancora più politica di un ordinario politico di professione, ha cominciato a manifestare forme di fastidio nei confronti della Rete. Il confronto non poteva certo essere quello auspicato dall’assessore, ovvero “lasciatemi fare ed abbiate fiducia”; in una sana dialettica si confrontano delle posizioni e si cerca di dare risposte utili alla soluzione dei problemi. Le rappresentanze della comunità ionica non chiedono la luna, ma cose semplici come:
- un intervento forte nei confronti di Ferrovie dello Stato per impedire l’opera di smantellamento dei servizi e dell’infrastruttura sul corridoio ionico, ivi compreso il taglio dei binari in numerose stazioni;
- l’acquisto di veicoli ferroviari nuovi da parte dell’Ente Regione;
- una riprogrammazione ed un potenziamento dei servizi ferroviari, anche attraverso una interlocuzione a livello ministeriale, nell’ottica di migliorare l’attrattiva del vettore ferroviario e riorganizzare i servizi di trasporto pubblico puntando sulla complementarietà delle componenti su ferro e su gomma anziché sulla deleteria competizione.
Nell’interlocuzione con le rappresentanze di movimenti ed associazioni, è emersa purtroppo una visione molto diversa; l’assessore appare in una posizione debole nei confronti di Ferrovie dello Stato; non ha assunto alcun impegno per l’acquisto di treni in proprietà o di potenziamento dei servizi, appiattendosi su motivazioni di contabilità vincolanti (ci sono pochi soldi, quelli che il Governo ci dà, e ce ne saranno ancora meno l’anno venturo); ha promesso una riprogrammazione dei servizi e una ridefinizione del Contratto di Servizio che non sono maturate; ha elaborato e fatto approvare in periodo natalizio una discutibile Legge sul Trasporto Pubblico Locale, cassando peraltro tutte le numerose osservazioni avanzate dalla Rete delle associazioni. Ma che l’atteggiamento dell’assessore non sia dei più costruttivi lo si può dedurre dalle regole del gioco che ha calato, ancora una volta dall’alto e senza discussione alcuna, per la partecipazione al Tavolo tecnico, le cosiddette “Regole per l’accreditamento Associazioni Utenti dei servizi ferroviari regionali”. In sintesi al Tavolo potranno partecipare solo le associazioni che ne manifestino la volontà e producano quali allegati:
- l’atto costituivo e lo statuto, redatti sotto forma di atto pubblico o di scrittura privata registrata, dal quale si evinca che la finalità associativa richiami espressamente il trasporto pubblico ferroviario;
- l’elenco e gli estremi anagrafici degli iscritti alla data della richiesta, che devono essere in numero di almeno venti.
Delle oltre 50 associazioni organizzate nella rete al momento nessuna ha le carte in regola. Quel che dispiace è che l’assessore dimostri di voler mortificare la partecipazione sociale, attraverso atti burocratico-dispotici. Il Tavolo tecnico evidentemente è truccato. In particolare appaiono singolari i paletti tesi ad escludere tutte quelle associazioni che non abbiano quale tema esplicitato nel proprio statuto il trasporto ferroviario (come se la questione fosse puramente tecnica e settoriale), i movimenti che non abbiano almeno 20 iscritti (perché proprio 20?), i movimenti che non abbiano la registrazione dell’atto costitutivo. Perfino il CIUFER di cui sono Presidente, pur essendo una delle maggiori associazioni di settore, con oltre 220 iscritti, riconosciuta perfino da Enti di governo nazionale, resterebbe fuori; l’associazione ha uno statuto, non registrato per semplici ragioni di economia. E perfino Altra Calabria, di cui sono coordinatore regionale, pur registrata ufficialmente e con un centinaio di iscritti, verrebbe tagliata fuori, non avendo nello statuto finalità che “richiamino espressamente il trasporto pubblico ferroviario”.
Siamo pertanto ad esprimere una vibrata protesta, anche a nome di tanti altri cittadini e movimenti calabresi, ed a chiedere un intervento al Presidente della Regione perché restituisca rispetto e dignità alle rappresentanze sociali. La democrazia partecipativa si va affermando in tutta Italia e la politica non può non tenerne conto; se il Tavolo tecnico dev’essere truccato per impedire la libera espressione dei cittadini di manifestare i loro legittimi interessi, non ha senso sedervisi. In Germania le Regioni finanziano direttamente con fondi propri i Centri di Tutela dei Cittadini, rispondendo al principio ovvio che l’ente di governo debba essere al servizio della Comunità e non di interessi particolari. Non pretendiamo tanto, ma almeno non si giochi con carte truccate.
Prof.Ing.Domenico Gattuso, Presidente CIUFER e coordinatore Altra Calabria