Il Sud, terra di pena ed acciacchi, stanchezze e disincanti, case sfitte e paesi svuotati di sogni ed entusiasmo
Non è un dato statistico come tanti altri, ma un’emergenza dai risvolti quasi drammatici. Con qualche punta al Nord, ma soprattutto al Sud un’abitazione su quattro risulta sfitta. Un accertamento piuttosto pesante dal punto di vista economico, poiché accresce il disagio di quanti hanno investito i sudati propri risparmi nell’acquisto di un immobile, da destinare, in futuro, ai propri figli.
Così i cittadini, già tartassati da un sistema fiscale contrario ai principi costituzionali, devono affrontare ulteriori esborsi per un bene improduttivo, che, volendo, non riuscirebbe neppure a vendere, per difetto di domanda. Nel Sud, a tanta sofferenza fatalmente si aggiunge un più doloroso effetto, le case sfitte che sono l’indice eloquente d’un fenomeno migratorio ormai inarrestabile, mentre i giovani vanno via per scommettere speranzosi altrove i propri talenti. Vanno via, anche, per non vagabondare attendendo il nulla.
I nostri paesi s’impoveriscono e la tristezza si diffonde sempre più spegnendo l’entusiasmo ed i sogni dei ragazzi. Il Sud è diventata terra di pena e acciacchi, di pensionati che trascinano stanchezze e disincanti; per incontri sempre più inutili tra persone senza prospettive e voglia di acchiappare lumi di vita dagli occhi dei giovani e dallo splendore dei loro residui entusiasmi.
Le case sfitte dicono ancor’altro. Raccontano la miseria, in cui lentamente andiamo sprofondando, che non consente la creazione di nuove famiglie, dicono di ragazzi senza lavoro o di precari che non possono impegnarsi in una stabile convivenza e restano con i genitori ed i nonni a consumare, lentamente, i loro amori a distanza; non hanno la capacità di affrontare le spese per avere una casa propria, con tutti gli oneri annessi. Eppure, in tanto preoccupante sfacelo, ci sono politici visionari che, sfacciatamente, illustrano immaginari, inesistenti indici di crescita e, mentendo spudoratamente, non rendono comprensibile a tutti come mai, nonostante i dichiarati tagli di spesa, l’indebitamento dell’Italia è al nuovo massimo storico.
Il debito pubblico italiano – nella rilevazione relativa al mese di agosto 2024, secondo quanto comunicato dalla Banca d’Italia – é salito a oltre 2.962 miliardi di euro) econtinua a crescere anno dopo anno.
Pino Pardo