Il rischio di un disimpegno dei fondi europei impone la convocazione di una riunione dell’Ufficio del partenariato. La Uil è pronta a confrontarsi in maniera propositiva e costruttiva.
A quattro anni dall’inizio della programmazione comunitaria, gli atti dei Comitati di Sorveglianza e i principali indicatori economici e sociali suddivisi per Assi evidenziano come le risorse destinate al Por Calabria 2014/2020 siano state pianificate in parte ma, purtroppo, sino ad oggi la spesa certificata continui ad essere bassa ed insufficiente a trovare soluzioni alle tante emergenze della Calabria e ai tanti bisogni dei calabresi.
Infatti, dei circa 2,3 miliardi di euro, montante complessivo del Por, destinato dall’Ue alla nostra regione, circa 800 milioni attendono ancora di essere finalizzati in programmi e progetti, e per quanto concerne invece le risorse economiche impegnate, la spesa certificata, ovvero quella vera, si attesta a soli 200 milioni di euro circa.
Tuttavia prendendo atto della nota di risposta della Regione, relativa alle nostre segnalazioni riguardanti la bassa spesa del Fondo Sociale Europeo 2014/2020, che come Uil Calabria sottolineiamo da sempre, formalmente e ufficialmente, in tutti i Comitati di Sorveglianza, mi corre l’obbligo, senza alcune vena polemica, di evidenziare alcuni aspetti e avanzare alcune osservazioni.
Innanzitutto la bassa spesa del Fse da parte del governo regionale, è oggettivamente dimostrata dal fatto che, a tre anni di distanza all’inizio della legislatura, la Calabria è l’unica regione del Paese a non aver dato ancora attuazione ad un Piano di contrasto alla povertà e a favore dell’inclusione sociale, nonostante gli allarmanti tassi di povertà assoluta presenti sul territorio e, inoltre lo stesso governo regionale in netto ritardo rispetto ai proclami mediatici, non ha ancora varato un Piano regionale del lavoro.
E anche i programmi di politiche attive avviate sino ad oggi, stentano a decollare con i lavoratori e le lavoratrici impegnati nei progetti che non percepiscono il trattamento economico regionale.
Dunque, la domanda è: se la spesa c’è, dove sono le risposte concrete da parte della Regione, al mondo della disoccupazione e del disagio sociale calabrese? Mi pare superfluo evidenziare che progetti europei come Garanzia Giovani sono altra cosa e vedono assegnate altre risorse. Ma per rimanere nel merito dei fatti relativi alla nota di replica della Regione, è opportuno e doveroso sottolineare quanto segue.
La Calabria, come evidenziato nella scheda dell’Agenzia Nazionale della Coesione Territoriale resa pubblica nei giorni scorsi anche dal Sole 24 ore, è con evidenza, purtroppo, fanalino di coda tra le regioni del Paese per quanto concerne gli impegni di spesa del Fse, ciò è quanto basta per mettere a rischio gli impegni di spesa. Rischio che certamente ci auguriamo il governo regionale saprà evitare, ma ad oggi il pericolo rimane.
Non a caso, la stessa Agenzia Nazionale durante i lavori del Comitato di Sorveglianza ultimo scorso, ha marcato e ripreso pubblicamente la Regione in ordine a questo aspetto, e il governo regionale, per tutta risposta, cosi come confermato dalla nota di replica diramata dalla Cittadella, ha dato seguito in data 30 luglio ultimo scorso e, dunque successivamente ai lavori del Comitato di Sorveglianza svoltosi a Cosenza, al piano di rafforzamento amministrativo, che è finalizzato proprio ad imprimere maggiore velocità alla spesa comunitaria, con riguardo soprattutto alle risorse del Fse, auspichiamo produca i suoi effetti. E poi va chiesto: come mai nella sua replica il dipartimento regionale, anziché produrre ulteriori dettagli sulla fase di attuazione del Fondo Sociale Europeo, oggetto delle nostre osservazioni, ha tirato in ballo anche la spesa relativa al Fesr? È notorio soprattutto agli addetti ai lavori, che i due fondi che costituiscono il Por Calabria, hanno missioni e tempi di spesa differenti.
Il Fesr è finalizzato, infatti, ad interventi di carattere strutturali ed infrastrutturali da parte delle regioni. Tuttavia se si pone l’accento sulla spesa del fondo non bisogna “dolosamente “ evitare di omettere che la stessa, è in gran parte impegnata su progetti c.d. a cavallo, ovvero opere pubbliche che sono in continuità con la precedente programmazione europea. Patto per la Calabria docet.
Ad ogni modo, a questo punto, appare quanto mai opportuno da parte della Regione, la convocazione di una riunione dell’Ufficio del Partenariato. Riunione che buona regola vuole sia preparata per tempo, con l’invio prima dell’incontro ai componenti dell’Organismo della certifica degli indicatori di output per ogni Asse, relativi al Fondo Sociale Europeo e non solo. Non è più rinviabile la convocazione del consesso per consentire a tutti, una verifica puntuale e trasparente sui progressi e avanzamenti della spesa e, sui risultati di impatto che la stessa, avrebbe prodotto in questi tre anni di programmazione comunitaria e di legislatura regionale. Noi come sempre, siamo disponibili al confronto propositivo e costruttivo, nell’interesse della crescita e dello sviluppo sociale ed occupazionale della Calabria.
Santo Biondo
Segretario generale Uil Calabria