Il ministro, l’amante e la terra tradita?
Nel fare un resoconto sulla prima visita a Reggio Calabria del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, nella giornata di lunedì 1 ottobre, non si può certo affermare che si sia percepito il tanto atteso cambiamento rispetto all’operato dei suoi predecessori.
Probabilmente le vicende antecedenti la visita hanno contribuito a generare un’azzardata aspettativa, in particolare si fa riferimento:
– Alla risposta all’istanza del Comitato da parte del Gabinetto del Ministero, con nota del 2 agosto, dove si garantisce l’avvio dell’iter per l’emanazione del Decreto interministeriale necessario all’attuazione degli investimenti sull’aeroporto dello Stretto;
– Alla disponibilità ad un incontro, presso la Prefettura di Reggio Calabria, sulla questione aeroporto e sviluppo del territorio durante la prima visita del Ministro.
– All’ annuncio di un’intesa per intensificare i voli della compagnia Alitalia nell’area dello Stretto.
Il primo campanello di allarme si è registrato alla mancata risposta alle PEC del Comitato, recanti data 8 e 27 settembre, ove si invitava il Gabinetto del Dicastero a comunicare la data della visita del Ministro e la conferma dell’impegno all’incontro.
Soltanto il 28 settembre, nonostante la visita fosse già stata programmata, si apprende dai giornali che in data 1 ottobre il Ministro avrebbe presenziato a Reggio Calabria l’inaugurazione di 4 nuove carrozze intercity sulla tratta Reggio-Taranto, (in realtà poi si è scoperto che si tratta di vecchie vetture a cui si è data una risistemata).
Naturalmente, la prima spontanea domanda sorta tra i membri del Comitato, è stata sul perché un Ministro del Governo del cambiamento non abbia mantenuto fede all’impegno scritto, né il rispettivo Dicastero abbia ritenuto corretto rispondere alle e-mail antecedenti la visita. Quale evento è intervenuto per portare a depennare dalla scaletta del Ministro l’incontro col Comitato in Prefettura?
Bando alle ciance, il Comitato, dedito ai fatti sin dalla sua costituzione, si munisce pertanto di striscione e megafono ed accoglie il Ministro Toninelli alla stazione di Reggio Calabria, chiedendo delucidazioni a riguardo e mostrando ad esso la nota ministeriale in cui era contenuto l’impegno.
Purtroppo il rappresentante del nuovo Governo, alla vista del Comitato, invece di rispondere alla suddetta domanda, ha preferito girare le spalle e proseguire con la propria tabella di marcia.
Come se non bastasse, è stato interdetto ai membri del Comitato ed agli ex operatori della Liberty Lines l’accesso alla conferenza stampa, mentre il giorno dopo, si è appreso che lo staff del Ministro abbia incontrato solo taluni cittadini.
Non avendo delle certezze circa i motivi di questa forma di discriminazione, si può provare ad elaborare delle ipotesi:
A) Le attività del Comitato, portate avanti da due anni dentro e fuori le Istituzioni, sono apparse futili o finalizzate alla chiusura dell’aeroporto dello Stretto e per tale motivo il Ministro non ha ritenuto prioritario l’incontro in questione.
B) L’incontro in Prefettura col Comitato avrebbe implicato delle risposte ed una concertazione su un concreto piano di sviluppo, con investimenti al seguito, che attualmente sembra trovare difficoltà di attuazione.
Riguardo quest’ultima ipotesi, si ribadisce l’importanza da parte del Ministero di portare a termine l’iter per l’emanazione del suddetto Decreto interministeriale ed un’azione finalizzata a spingere la Società di gestione degli aeroporti calabresi a rendere pubblici i programmi di intervento contenuti nel Piano industriale, peraltro revisionato dalla PWC. Almeno questa è la base necessaria se l’obiettivo comune è lo sviluppo dell’aeroporto dello Stretto, poiché il ritorno del volo di Alitalia del mattino e rientro alla sera, sulla tratta Reggio-Roma, non è sufficiente ad incrementare il numero dei passeggeri fino agli standard minimi di efficienza finanziaria, che per l’infrastruttura in questione richiedono almeno 20 movimenti giornalieri.
Eppure ciò che da mesi reclama il Comitato non è di così facile attuazione per i vari esponenti politici che si sono avvicendati alla corte del presidente della Sacal, Arturo De Felice, anzi del “commissario straordinario”, così come è stato definito il primo ottobre in un lapsus freudiano dal Ministro Toninelli, anche se il Comitato ha avuto modo di riscontrare il medesimo lapsus nel corso dei vari confronti con i rappresentanti istituzionali.
Forse questo spiega la reticenza ad investire sugli scali di Reggio e Crotone, perché si sa che il ruolo principale dei commissari è l’amministrazione ordinaria e la revisione della spesa. Solo che nel caso specifico più che taglio dei costi superflui si sta effettuando un taglio dei servizi essenziali, a maggior ragione se si considera che l’aeroporto dello Stretto ha vocazione interregionale e la sua singolare collocazione geografica, unica in tutta la Nazione, deve garantire la continuità territoriale ai cittadini di due Città Metropolitane.
Ma questo fondamentale principio viene offuscato quando i politici, baldanzosi sui quotidiani, si ritrovano a parlare con il “commissario straordinario” De Felice, il quale dapprima criticato per la poca trasparenza assume poi la figura di un seducente amante.
Si spera pertanto che questo fascino, così come ha colpito i rappresentanti politici, istituzionali ed economici del territorio, tanto da portarli ad effettuare un dietro front sul protocollo d’intesa promosso dal Comitato che è stato costretto a farsi capo fila nella procedura di accesso civico e nel prossimo ricorso al TAR, non abbia colpito anche l’On. Ministro Toninelli.
Comunque sia, confidiamo nella buona fede del Ministro, visto che, in seguito al flash mob del Comitato, si è ottenuto, attraverso l’intercessione dei rappresentanti delle forze dell’ordine, un nuovo impegno di incontro direttamente presso la Sede del Ministero.
Oltre ciò, confidiamo anche in uno scatto d’orgoglio dei rappresentanti locali e li invitiamo nuovamente, insieme a tutti i cittadini, a partecipare alle spese per il ricorso al TAR teso ad ottenere la pubblicazione del Piano industriale, non per mero sostegno al Comitato ma per dovere verso una terra che puntualmente viene tradita per qualche interesse o carriera personale.
Il Comitato pro aeroporto dello Stretto