Il MArRC “in rete” con i Musei della Magna Grecia per la salute
Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria dialoga con il pubblico in ambiente digitale, per un approccio innovativo al patrimonio culturale museale e calabrese, integrativo – e non sostitutivo – della fruizione attraverso la visita fisica.
Come ogni situazione critica, l’emergenza epidemiologica offre l’occasione per un rinnovamento delle forme e degli strumenti di comunicazione per il servizio culturale, che premiano la collaborazione tra le diverse professionalità in ruolo al Museo e la sinergia tra gli istituti e i professionisti della cultura. Come recita lo slogan che ha dato il nome alla piattaforma dedicata del MiBACT che ospita le attività digitali degli istituti statali aderenti, infatti: “La cultura non si ferma”; anzi (come dice il termine stesso dal verbo latino colere, “coltivare”), cresce.
Per la Giornata Mondiale della Salute, martedì 7 aprile, il MArRC ha partecipato alla campagna di comunicazione sui canali social “Fiori” promossa e coordinata dall’Ufficio Stampa centrale del Ministero, per dire “Grazie” ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario, che ogni giorno è in prima linea a difesa della salute di tutti.
Protagonista della comunicazione visiva, in rappresentanza della collezione archeologica del Museo, è stato il cosiddetto diadema di Laos, in lamina d’oro, datato alla seconda metà del IV secolo a.C. e tra gli oggetti più belli e preziosi custoditi ed esposti al pubblico nel percorso permanente a Palazzo Piacentini. L’occasione è stata utile per fare conoscere meglio nel dettaglio, al pubblico reale e virtuale del MArRC, le caratteristiche storiche e artistiche di questo meraviglioso oggetto, proveniente da un corredo maschile, probabilmente di un guerriero, di una tomba a camera in località S. Maria del Cedro a Marcellina (Cosenza), corrispondente appunto all’antico centro di Laos.
È possibile leggere il post completo sul profilo Facebook istituzionale del Museo (al momento, con doppio indirizzo @MuseoArcheologicoRC e @musearcheologicoreggiocalabria) e sul sito web istituzionale (all’indirizzo http://www.museoarcheologicoreggiocalabria.it), dove si trovano anche interessanti informazioni sulle attività, i servizi e la collezione museale, con continui aggiornamenti.
Il tema della salute e della medicina è stato il trait d’union, l’elemento d’unione tra i quattro Musei della Magna Grecia (il MArRC, con il MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Parco Archeologico di Paestum e Velia e il MArTA-Museo Archeologico Nazionale di Taranto) per “fare rete” nella comunicazione social, questa settimana, condividendo format, hashtag e post a scadenza quotidiana. Insieme, per raccontare medicina e salute attraverso il comune patrimonio culturale, in un “unico sguardo”, da prospettive diverse, sul mondo antico.
Ha iniziato, il 7 aprile, il Parco Archeologico di Paestum, con un vaso che raffigura il centauro Chirone, che il mito tramanda quale profondo conoscitore della scienza medica, tanto da curare gli dèi e i più famosi eroi delle narrazioni antiche.
Il MArTA ha presentato, l’8 aprile, due piccoli vasi custoditi nei depositi museali, che recano in bollo un’iscrizione, “Lykion”, che ne definisce anche il contenuto: un medicamento per gli occhi, che prende il nome dalla regione di provenienza, la Licia (nell’attuale Turchia).
Il turno del MArRC, per pubblicare il post a propria cura su Facebook e sugli altri canali social, nell’ambito del progetto di comunicazione tematica condivisa, è giovedì 9 aprile. Protagonista della comunicazione visiva è, questa volta, una moneta in bronzo, coniata a Rhegion (l’antica Reggio) intorno alla fine del III secolo a.C., raffigurante sul lato frontale Asclepio (o Esculapio), dio della medicina, la testa barbata e laureata, e sul rovescio la figlia Igea, dea della salute, nell’atto di nutrire un serpente a forma di omega. Insieme, i divini padre e figlia tutelavano l’intero stato di benessere dell’individuo. Igea era invocata per prevenire le malattie, Asclepio per curarle. Il mito racconta che questi fosse stato istruito all’arte medica dal centauro Chirone.
Il culto di Asclepio è attestato a Rhegion da alcune emissioni monetali; ciò non sorprende, poiché il figlio di Apollo era venerato come archègete, capo dell’esercito dei Calcidesi, cioè, quale il divino conduttore dell’impresa coloniale.
Nell’ambito della comunicazione condivisa sulla pagina Facebook, venerdì 10 aprile, il MANN presenta le terrecotte votive della collezione Magna Grecia. Questi reperti provengono da Cales, presso l’attuale Calvi Risorta (Caserta), uno dei centri più importanti della Campania interna e tra le più antiche colonie romane. All’antico insediamento faceva capo un santuario risalente alla fine del V secolo a.C., che ha restituito una gran varietà di ex voto e, soprattutto, terrecotte votive. Per le fasi più recenti di frequentazione, prevalgono le riproduzioni in terracotta di mani, piedi, uteri e altre parti del corpo. Queste offerte sono espressione di forme di una religiosità popolare e spontanea, legata soprattutto alla “sanatio”, ovvero, alle pratiche salutari e propiziatorie di guarigione e di fertilità .
L’iniziativa di campagna di comunicazione social in networking si colloca nell’ambito di un progetto di valorizzazione che miri a rafforzare le “comunità di valori”. I Musei della Magna Grecia rappresentano quelle che la Convenzione di Faro, da poco firmata anche dall’Italia, definisce “comunità di eredità”: custodiscono e trasmettono la storia della Magna Grecia che accomuna le popolazioni dell’Italia meridionale, lasciando una solo “impronta” significativa nei loro pur differenti percorsi culturali successivi.
Responsabile Ufficio Stampa, Comunicazione e Promozione: Emanuela Bambara, man-rc.ufficiostampa@beniculturali.it, emanuela.bambara@beniculturali.it ; tel. 0965.617612 int. 219; cell. 347.6401396. www.museoarcheologicoreggiocalabria.it
Reggio Calabria, 9 aprile 2020