Il lavoro non è merce da svendere
Il lavoro – il nostro lavoro – è un bene prezioso che sostiene il Paese, garantendo servizi essenziali come salute, istruzione e trasporti.
Dalle nostre buste paga derivano le tasse che fanno vivere lo Stato. Rispettare chi lavora significa onorare la Costituzione, la Repubblica e la “Patria”.
Oggi in Italia chi lavora non viene rispettato. Calpestare i diritti conquistati nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro è diventato una pessima abitudine. Le recenti inchieste hanno rivelato una verità amara: chi ha bisogno di lavorare spesso affronta sfruttamento e disumanità.
Per molti di noi, la realtà è quella di essere considerati solo come forza produttiva, mentre i profitti e i guadagni derivanti dal nostro impegno vengono intascati dalle aziende. Aziende che, soprattutto in Calabria, si rifiutano di reinvestire nelle persone che hanno generato quella ricchezza, ignorando qualsiasi forma di contrattazione territoriale o aziendale.
Così facendo, contribuiscono a impoverire ulteriormente i nostri territori e a spingere migliaia di giovani e lavoratori a cercare altrove condizioni migliori e una vita dignitosa.
Nei supermercati, nei negozi, nella ristorazione, là dove i lavoratori si sono uniti nel sindacato, siamo riusciti a imporre condizioni dignitose.
Essere nel sindacato significa non essere soli, avere accanto altre lavoratrici e lavoratori, poter far rispettare diritti e leggi sanciti nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro.
Nei giorni di festa per difendere il diritto di chi lavora nel commercio a scegliere se lavorare o dedicarsi ai propri cari, alle proprie passioni o interessi siamo di nuovo costretti a scioperare.
Sostenere questa battaglia significa migliorare la nostra società e costruire un mondo del lavoro più giusto, dove le esigenze delle persone vengano prima dei profitti.
Vogliamo rispetto, dignità e umanità per chi lavora.
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