Il Distretto del Cibo del Parco Marino Regionale della Calabria nella rete regionale dei Distretti del Cibo calabresi
La proposta di Distretto del Cibo del Parco Marino Regionale della Calabria, avanzata da un ampio e diffuso partenariato con a capofila l’Ente per i Parchi Marini Regionali, risulta tra le 23 che hanno superato la fase di ammissibilità per la costituzione della rete regionale dei Distretti del Cibo calabresi.
Il Commissario Straordinario dell’Ente per i Parchi Marini Regionali, Ilario Treccosti, ha da subito aderito con entusiasmo alla Manifestazione di interesse per il riconoscimento dei Distretti del Cibo in Calabria, promossa dall’Assessorato all’Agricoltura e dal Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari della Regione Calabria, condividendone pienamente le motivazioni e le finalità.
Come noto l’Ente per i Parchi Marini Regionali ha competenza di tutela, conservazione e valorizzazione sulle aree costiere e marine calabresi più rappresentative e di pregio dal punto di vista paesaggistico, naturalistico e biologico.
In questo contesto la struttura territorialmente “diffusa” del Parco Marino, che interessa i cinque parchi marini regionali Riviera dei Cedri, Baia di Soverato, Costa dei Gelsomini, Scogli di Isca e Fondali di Capocozzo – S. Irene Vibo Marina – Pizzo – Capo Vaticano – Tropea – oltre a ventotto Zone Speciali di Conservazione – è stato il punto di forza e di innovazione della proposta di Distretto, funzionale alla lungimirante vision di rete regionale dei Distretti del Cibo.
Infatti, la strategia del Distretto del Cibo del Parco Marino Regionale della Calabria poggia su una rete diffusa di microsistemi localizzati sull’interfaccia territorio-mare. Essa si manifesta mediante la creazione e la valorizzazione delle condizioni di contesto più favorevoli e sostenibili all’utilizzo della risorsa-mare da parte di tutte le energie positive presenti sui territori, coinvolgendo i settori della pesca e dell’agricoltura, della ricettività, della ristorazione dei servizi turistici in genere, nonché delle varie forme di associazionismo.
In tal senso, va tenuto in considerazione che gli ambiti territoriali su cui E.P.M.R. esercita le proprie prerogative coincidono o risultano limitrofi agli areali di produzioni tipiche di eccellenza certificate (Cipolla Rossa di Tropea IGP, Olio EVO Lametia DOP, Pomodoro di Belmonte PAT, Bergamotto DOP, etc.). La possibilità di moltiplicare i fattori di sviluppo locale, combinando le risorse legate alla valorizzazione sostenibile della pesca e degli ecosistemi marini con la ricchezza offerta da quelli terrestri, può rivelarsi determinante per il conseguimento degli specifici obiettivi dei Distretti del Cibo.
Inoltre, una governance – fortemente indirizzata alla sostenibilità ambientale e che non può prescindere dal mare – favorisce una responsabilità condivisa di tutti i soggetti interessati, facilitando la piena partecipazione dei territori delle aree marine e di quelli rivieraschi nella costituzione dei Distretti del Cibo in Calabria, per il conseguimento dei principali obiettivi dell’iniziativa su scala regionale.
Abbiamo voluto cogliere l’essenza profonda della normativa nazionale e regionale sui Distretti del Cibo – ha dichiarato il Commissario Ilario Treccosti – che non è quella di costituire reti distrettuali chiuse orientate alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari legate a specificità territoriali bensì quella di creare e rafforzare reti trasversali tra settori produttivi diversi, localizzati in contesti territoriali strettamente correlati ed interdipendenti. In poche parole: ricucire le aree costiere e le aree interne, un obiettivo ambizioso ma possibile.
Per approfondimenti si invita a consultare l’apposita sezione sul portale www.pachimarinicalabria.it