Il Centro Lilliput chiude: Reggio Calabria è sempre più povera
Un mese fa la storia del Centro socio-educativo Lilliput che, dopo 22 anni di attività, rischiava la chiusura aveva attirato l’attenzione da parte dei media e dell’opinione pubblica, e prodotto la consueta catena di attestati di solidarietà da parte delle diverse forze politiche, verso una affermata realtà sociale reggina e contro un regolamento regionale che di fatto impedisce alle piccole organizzazioni di poter sperare di essere accreditate per erogare servizi sociali nella nostra regione.
Però agli attestati di solidarietà e ai vari impegni per non far chiudere un presidio fondamentale per il territorio di Croce Valanidi, non è seguito alcun passo concreto e dobbiamo prendere atto che il Centro Lilliput ha chiuso i battenti.
Ancora una volta i servizi destinati alle fasce più deboli della popolazione non sembrano priorità per la politica nostrana che si trincera dietro leggi e leggine, lasciandoli in balia del mercato e degli appetiti di un certo terzo settore diventato sempre più importante nella produzione del PIL italiano, e fagocitando pezzo per pezzo quello che era il welfare pubblico.
Tra qualche tempo sapremo se anche questo sarà il futuro dei centri socio-educativi nel nostro territorio. Intanto due delle tre realtà che gestivano questo servizio in città non sono riuscite a superare lo scoglio di un regolamento assurdo che, ricordiamo, prevede ad esempio una superficie minima di 10mq per utente contro i 4mq del Piemonte e i 5mq della Lombardia.
Come Federazione del Sociale USB di Reggio Calabria vogliamo ribadire la nostra solidarietà e vicinanza agli operatori del Centro Lilliput, ai bambini e alle loro famiglie che perdono un servizio importante, ma anche a tutta la città di Reggio Calabria che con questa scelta – perché di questo si tratta, di una scelta – diventa ancor più povera.
Federazione del Sociale USB – Reggio Calabria