Il 5 dicembre è la Giornata Mondiale del suolo
Il suolo in Europa non è ancora bene comune e questa giornata mondiale deve essere l’occasione per una sensibilizzazione capillare.
Ma non ci si può fermare ai proclami .
Non possiamo continuare ad ignorare che abbandono delle aree interne e consumo sfrenato di suolo a valle sono due facce della stessa medaglia.
Il problema della tutela del suolo deve essere al primo posto delle azioni di governo per evitare i tanti interventi tampone solo in concomitanza dei disastri, per fare più prevenzione e soprattutto per consumare meno suolo. Suolo che andando avanti cosi con la cementificazione e con l’asfalto, diventerà sempre meno agricolo, sempre piu impermeabile e sempre piu lontano dalla possibilità di una rinaturalizzazione.
E’ necessaria finalmente una buona legge , quella che l’Italia attende da anni , quella che abbiamo anche contribuito ad esplicitare come Slow food, Legambiente, Italia Nostra e tante altre associazioni a partire dell’incontro di Salviamo il Paesaggio, difendiamo il territorio tenuto a Cassignetta di Lugagnano.
Un primo atto concreto sarebbe quello di portare la legge in parlamento, tirandola fuori dalle commissioni.
L’altro atto concreto è quello di tutelare e sostenere quelle comunità che ancora resistono nelle aree interne ,mantenendo i livelli minimi di civiltà e non privandole di quei servizi essenziali( scuole, presidi sanitari, uffici postali, farmacie e luoghi di aggregazione) che sono la base per continuare a restare .
Slow Food Italia con il progetto degli Stati generali dell’Appennino ha chiamato a raccolta oltre agricoltori, allevatori, artigiani e rappresentanti di enti e consorzi per valutare lo stato attuale e i nuovi strumenti per una rinascita sociale, culturale ed economica della dorsale italica.
Sono gia tante le idee, le suggestioni e le proposte concrete per ripopolare queste aree che in tanti si ostinano a chiamare marginali, ma che raccolgono energie e talenti che possono innescare quel tipo di economia comunitaria e condivisa che Slow Food ritiene essere la carta vincente per il futuro di tutto il nostro paese. E non solo.
Prima di tutto la valorizzazione dell’agricoltura familiare, la nascita di piccoli luoghi di relazione sociale la formazione di nuovi soggetti che dovranno operare in agricoltura e per la salvaguardia del territorio.
Ogni finestra che si riaccende nel buio dei vicoletti dei borghi è una speranza per la tenuta del filo che unisce le comunità e per la salvaguardia del suolo.
Arch. Marisa Gigliotti
componente comitato CER slow food Calabria
Comitato Salviamo il Paesaggio difendiamo i territori,