Ieri è volata a danzare tra le nuvole la straordinaria Carla Fracci.
La notizia ha scosso l’Italia intera, orfana di uno dei suoi più grandi orgogli, esempio di talento, disciplina e straordinaria umanità. La ballerina per eccellenza.
Era nata a Milano il 20 agosto 1936, in una famiglia modesta, il padre tranviere dell’Atm e la mamma operaia .
Ai dieci anni inizia lo studio alla Scuola di danza del Teatro alla Scala, dove tra gli insegnanti, ha la grande coreografa russa Vera Volkova.
Si diploma nel 1954, e continua la sua formazione artistica partecipando a stage avanzati a Londra, Parigi e New York.
Dopo soli due anni dal diploma diviene solista e nel 1958 è già étoile della Scala.
Fino agli anni ’70 danza con alcune compagnie straniere come il London Festival Ballet, il Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet e il Royal Swedish Ballet.
Dal 1967 è artista ospite dell’American Ballet Theatre.
Il suo nome rimane legato alle interpretazioni dei ruoli romantici come Giulietta, Swanilda, Francesca da Rimini, o Giselle, accanto a partner come Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov e soprattutto il danese Erik Bruhn con il quale regala al pubblico una strabiliante interpretazione di ‘Giselle’ da cui viene realizzato un film nel 1969.
Nel 1964 Carla Fracci sposa Beppe Menegatti, regista della maggior parte degli spettacoli da lei interpretati e dal loro matrimonio nasce il figlio Francesco.
Alla fine degli anni ’80 dirige il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli insieme a Gheorghe Iancu e nel 1981 interpreta in tv il ruolo di Giuseppina Strepponi, la moglie di Giuseppe Verdi.
Nel 1994 diviene membro dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Dal 1996 al 1997, dirige il corpo di ballo dell’Arena di Verona e nel 2003 le viene conferita l’onorificenza italiana Cavaliere di Gran Croce.
Nel 2004 viene nominata Ambasciatrice di buona volontà della Fao.
Dal novembre del 2000 al luglio del 2010 dirige il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma.
Dal giugno 2009 al 2014 è assessore alla Cultura della Provincia di Firenze e nel 2015 Ambasciatrice di Expo Milano.
Nel 2018 riceve il Premio nazionale Toson d’oro di Vespasiano Gonzaga e il 19 settembre 2020 quello alla carriera da parte del Senato della Repubblica Italiana.
La camera ardente è stata allestita nel foyer del teatro alla scala di Milano, dove stamattina un lungo applauso ha accolto il feretro.
Presenti oltre il sovrintendente Dominique Meyer e il sindaco di Milano Giuseppe Sala; il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, gli alunni dell’Accademia, Roberto Bolle, il personale della Fondazione, il direttore del corpo di ballo, Manuel Legris, il direttore musicale Riccardo Chailly e tante altre personalità del mondo delle Istituzioni, della Cultura e dello Spettacolo.
La bara, ricoperta di rose bianche, è entrata nel foyer accompagnata dalla musica di un quartetto.
Il quartetto ha suonato per la grande ètoile i brani Crisantemi di Puccini e poi un adagio di Mozart, Adagio dal quartetto con clarinetto.
I funerali si terranno domani mattina e il sindaco di Milano, ha proclamato lutto cittadino.
Una donna meravigliosa, indimenticabile, che un giorno ha dichiarato: “Un paese senza cultura e arte, senza i mezzi per fare cultura e arte, è un paese che non si rinnova, che si ferma e non ha accesso a ciò che succede in paesi più importanti, negandosi così ad un futuro vero, autentico e soprattutto libero”.
Caterina Sorbara