I Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, Sposato, Russo e Biondo, a Consiglio e Giunta regionali: Programmazione europea 2021/2027, gli investimenti per il futuro della Calabria non possono essere discussi tra pochi intimi
Lamezia Terme, 02.02.2021 – «Cgil Cisl Uil Calabria chiedono al Consiglio regionale di non commettere il grave errore di portare alla discussione d’aula il provvedimento amministrativo numero 96/11^ d’iniziativa della Giunta, denominato “Presa d’atto degli indirizzi strategici regionali per il negoziato sulla programmazione delle politiche europee di sviluppo 2021-2027”, che è stato approvato in Seconda commissione», affermano in una dichiarazione congiunta i Segretari generali regionali dei sindacati confederali Angelo Sposato (Cgil), Tonino Russo (Cisl) e Santo Biondo (Uil).
«Questo documento, determinante per il futuro della nostra regione – proseguono i tre sindacalisti –, non può essere approvato senza un serio e approfondito confronto con il Partenariato economico e sociale, azione che la stessa Unione europea indica come obbligatoria e propedeutica alla formalizzazione di atti che intervengono sulla programmazione.
La programmazione europea 2021/2027 – sottolineano Sposato, Russo e Biondo – non può essere licenziata dopo aver registrato un solo incontro, durato poco più di un’ora, di Partenariato economico e sociale. Sulla corretta gestione dei finanziamenti europei per i prossimi sei anni, così come per quelli afferenti alla programmazione temporalmente appena conclusa, riteniamo di fondamentale importanza che la politica regionali affronti, senza remore o tentennamenti, la discussione di merito con quelle parti sociali che sono autorizzate a farlo, che ne hanno competenza.
Nessuno pensi di potersi sottrarre al confronto. Nessuno – affermano i Segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – pensi di usare la pandemia da Coronavirus come un pretesto per sfuggire alla discussione. L’innovazione tecnologica, che è anche uno dei pilastri sui quali poggiano le politiche di sviluppo europeo e che è una delle basi del provvedimento trattato nella Seconda commissione regionale, il Recovery plan, Piano nazionale di resistenza e resilienza, offre la possibilità di aprire la discussione, bypassando le riunioni in presenza, utilizzando al meglio i canali telematici innovativi ed intelligenti che l’informatica ha messo a disposizione di tutti i cittadini calabresi, Consiglieri regionali compresi.
Ci risulta, infine, incomprensibile il reiterato atteggiamento di arroccamento da parte di chi governa la cosa pubblica calabrese nei confronti delle forze sociali e produttive. Così a Palazzo Campanella come ai piani alti della Cittadella regionale. Se al Consiglio regionale – evidenziano Sposato, Russo e Biondo – chiediamo di non mettere da parte le buone prassi del confronto e della discussione con le componenti del Partenariato economico e sociale, all’Assessore Catalfamo diciamo che gli investimenti che caratterizzeranno il futuro della Calabria non possono essere discussi tra pochi intimi, ma devono essere oggetto di un confronto con gli attori sociali e produttivi del territorio. Pertanto, le proposte inviate dalla Regione al Governo, per modificare e implementare il Piano nazionale di resistenza e resilienza, sono una corsa in solitaria di protagonismo sterile, utile solo a depotenziare la possibilità di rivendicazione infrastrutturale del territorio.
È fondamentale, insomma, conoscere il contenuto delle 109 cartelle di richieste inviate al Governo. Quali sono le opere strategiche individuate? Con chi se ne è discusso? Quale confronto è avvenuto su argomenti così delicati? Sono domande – concludono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – che devono avere risposta. Chiediamo, perciò, di aprire subito un tavolo su questi temi decisivi per il futuro della nostra regione e per le nuove generazioni. Le risorse europee del quadro pluriennale 2021/2027, che alimenta anche il finanziamento del Recovery fund e delle politiche di coesione, per disposizione della Commissione europea vanno utilizzate dagli Stati membri e dalle Regioni in una logica di complementarietà e in continuità con la riprogrammazione del Por 2014/2020. La Regione, che deve impegnarsi in una verifica delle opere programmate e non realizzate sino ad oggi, commette un errore strategico nell’affrontare questi argomenti in maniera disorganica».