I ritardi della vaccinazione anti -Covid : tra disfunzioni e diffidenze
In questi giorni, abbiamo raccolto le segnalazioni di cittadini che, regolarmente prenotati sulla piattaforma regionale, si sono presentati presso l’ Hub vaccinale di Siderno per ricevere la prima somministrazione di vaccino e non essendo risultati idonei al vaccino AstraZeneca, l’unico presente, sono stati rimandati ad altra sede e ad altra data.
Quando ci si prenota per la vaccinazione sulla piattaforma regionale, non si conosce quale tipo di vaccino verrà somministrato. Ed è giusto che sia così : sarà, infatti, compito del medico presente presso il centro vaccinale, stabilire, sulla base della anamnesi e della storia clinica, il tipo di vaccino da utilizzare.
Non abbiamo dati precisi sul numero delle persone che vengono rimandate indietro in quanto c’è la disponibilità di un solo tipo di vaccino. Possiamo, però, fare riferimento ai dati resi noti dal centro hub vaccinale allestito presso l’ Ente Fiera del quartiere Lido di Catanzaro. Delle persone, che si sono presentate in quanto prenotate sulla piattaforma regionale, il 13,9% è risultato non idoneo per l’immunoprofilassi con AstraZeneca dopo la valutazione da parte del personale medico. Se questi sono i numeri, il problema, a nostro modesto modo di vedere, potrebbe essere facilmente superato con la disponibilità di un certo numero di dosi anche degli altri tipi di vaccino, da riservare a chi ne ha indicazione.
Non bisogna, poi, dimenticare che tutte le informazioni contraddittorie e l’allarmismo mediatico, che hanno caratterizzato la comunicazione sull’utilizzo del vaccino AstraZeneca, hanno creato disorientamento e legittime preoccupazioni tra i cittadini. Si è passati dall’indicazione iniziale, che riservava questo tipo di vaccino a chi aveva meno di 55 anni, a quella attuale, che lo raccomanda solo sopra i 60 anni, lasciando comunque alla valutazione del medico vaccinatore la possibilità di utilizzare, nel caso in cui si ritiene opportuno, un vaccino diverso. In questi giorni si ritorna a parlare di un suo utilizzo anche a chi ha meno di 60 anni, a dimostrazione che mano a mano che si rendono disponibili nuovi dati, anche le indicazioni possono subire delle modifiche. Si tratta, pertanto, di paure che, sulla base dei dati disponibili, sono ritenute dal mondo scientifico del tutto infondate. Bisognerebbe anche ricordare che nessun vaccino, per qualsivoglia malattia, è privo di rischi. Certo le dichiarazioni del Commissario straordinario per la campagna vaccinale nazionale che i vaccini vanno “utilizzati tutti” perché altrimenti non si raggiungono gli obiettivi prefissati, non aiutano a capire e, soprattutto, a correggere le comunicazioni distorte.
Una campagna vaccinale, quindi, lenta e disorganizzata, partita male, che fa ancora oggi molta fatica nel velocizzare le procedure e nel mettere in sicurezza la maggior parte delle persone. La Calabria continua ad essere agli ultimi posti per numero di somministrazioni effettuate. Non riusciamo a capire perché nella Locride non si riesca a tradurre in concreto gli effetti dell’ accordo regionale raggiunto con i Medici di medicina generale che, sicuramente, avrebbe potuto dare, come dimostrano le esperienze dei territori in cui questo coinvolgimento c’è stato, maggiore efficienza ed anche maggiore sicurezza, proprio perché è il medico di famiglia che conosce le problematiche dei propri pazienti ed è in grado di valutare meglio il tipo di vaccino da utilizzare.
I proclami e gli accordi servono poco se, poi, non si riesce ad essere consequenziali.