I diritti negati di noi Calabresi
La Regione Calabria è all’ultimo posto per spesa sociale pro capite, difatti, invece di farci progredire, è evidente che la nostra Regione sta facendo una chiara involuzione.
Esempio lampante è la sospensione dello scorso 26 marzo 2020, in piena pandemia, in Consiglio Regionale della Calabria, di una delibera (il DGR 503/2019) attesa da quasi vent’anni, che rendeva applicabile la legge regionale 328/2000 sulle politiche sociali, legge che da oltre due decenni la nostra Regione non è mai stata in grado di attuare e rispettare, osteggiandola in tutte le sedi, lasciando fuori oltre due milioni di persone dall’usufruire dei servizi primari socio-assistenziali.
Questo è lo stato del Welfare in Calabria: mancano i normali servizi, non si rispettano i regolamenti
nazionali e non si fanno piani di zona previsti dalla 328/2000: alla luce di tutto questo la Regione rimane impassibile.
La strategia politica calabrese sembra essere quella di separare le persone in difficoltà dal resto della società.
Chi soffre è abbandonato ed i servizi previsti, tra cui quelli importantissimi a domicilio, non sono garantiti.
Negli scorsi anni si è lavorato per stilare il Regolamento Regionale n°22/2019, redatto faticosamente prima della tornata elettorale, per salvare i pochi servizi esistenti; tale Regolamento favorisce l’attuazione dei vari interventi sociali mancanti al Welfare regionale. Ci sono volute ben due sentenze del Tar Calabrese e una del Consiglio di Stato per non abrogarlo.
Tra l’altro, la Calabria è impossibilitata a ricevere i fondi previsti in materia di Welfare Sociale sia dallo Stato che dall’Unione Europea in quanto la Regione è inadempiente, perché ferma a livello legislativo ad oltre trent’anni fa (legge Regionale n°5 del 1987).
La politica nella nostra Regione non contrasta il disagio socio – assistenziale, ma fa la guerra ai più poveri, ai disabili, ai malati terminali, ai più deboli.
Altresì queste categorie fragili non si accorgono di ciò che accade e gli viene negato perché spesso ignorano totalmente i servizi di cui hanno diritto…
Purtroppo da troppi anni vige la logica del clientelismo, offrendo servizi come fossero favori e non diritti certi ed inviolabili, questa è la vera sventura!
Il 50% dei calabresi è costretto a spostarsi verso altre regioni per farsi curare, situazione che è diventata sempre più drammatica in periodo di covid-19 poiché le disuguaglianze si evidenziano e si cronicizzano ancor di più.
La povertà di servizi quindi, si è acutizzata in questo periodo difficile per tutti noi.
Questa battaglia si può vincere però, non con la collaborazione di pochi, ma con il coinvolgimento di tutti.
La Calabria è ricca di persone valide, preparate e tenaci che non si danno per vinte e lottano, di famiglie che investono sul futuro dei propri figli, realtà dove il senso civico e il valore della famiglia permangono e sono
fortemente radicate.
Non è una regione chiusa la nostra, tutt’altro: ha lo sguardo aperto al mondo.
E’ triste vedere che chi vuole costruire, fare (secondo diritti e doveri), operare e aiutare i più deboli in zone difficili con dignità e onestà riceve porte in faccia, illazioni sul proprio operato, ingiurie gratuite ma soprattutto debba imbattersi in amministrazioni locali e in una politica regionale che agisce
Consapevolmente e consciamente contro l’attuazione della legge!
Dott.ssa Antonietta Condoluci Presidente della Società coop sociale Onlus La Forza della Vita , Melicucco.