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I danni del politicamente corretto contro il corpo delle donne: quella confusione imposta dall’identità di genere. Di Al. Tallarita

Il pensiero politicamente corretto crea gravi squilibri. Lo spunto a tale riflessione, mi viene da una manifestazione inconsistente che ho visto, passando, davanti a Montecitorio, a Roma. Circa 7-8 persone…che disquisivano, al microfono, sul Ddl Zan. Lo sparuto insieme, diceva che ‘era ora’ ci fosse una legge contro la fobia nei confronti del mondo gay, quando in vero le leggi, che garantiscono la libertà di espressione, già ci sono.
Mi ha sorpreso che al contrario della piazza piena di gente che manifestava pacificamente contro il DDl. Questo fossero davvero così pochi. E nello stesso posto, a Roma di cui ho scritto contro il Ddl Zan, così come altre cento e oltre, piene in tutta Italia(https://www.pianainforma.it/news-calabria/il-bavaglio-orwelliano-e-la-discriminazione-al-contrario-la-piazza-manifesta-a-roma-in-silenzio-tra-evocativi-cartelli-di-al-tallarita). In vero, questo Ddl altro non farebbe, che porre un bavaglio, alla stessa libertà d’espressione.
(https://www.pianainforma.it/news-calabria/orrori-da-politicamente-corretto-la-pericolosa-deriva-del-sostituire-al-sesso-vero-lidentita-di-genere-di-al-tallarita).
La proposta del Ddl Zan è sinceramente inutile, perché ribadisce ciò che già stabilito nella legge Mancino del 25 giugno 1993, sul divieto di discriminazione. Ma reca in sé, un possibile potenziale pericoloso. Infatti ha provocato una sonora bocciatura da parte della Cei. In quanto limitativo della libertà d’espressione e di opinione, così come bene sostengono la Lega e Fdi.
E importanti associazioni, come Pro Vita e Famiglia, che nelle, persone di Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente,
hanno denunciato Zan a causa delle frasi di intolleranza e astio profondo, da lui espresse a Verona. Nell’indicare e ostracizzare quelle libere piazze, davvero piene di cittadini educati, famiglie, gay e persone di tutti i colori politici, che ho visto e con cui ho parlato personalmente a Roma e da lui sentenziate come: ‘Piazze dell’odio, dell’esclusione, della violenza’. E questo nonostante la pacificità evidente e libera delle manifestazioni svoltesi in tutta.. Italia.
Le donne, lo confermano le femministe, da tutta questa insulta politica pangenerista subiscono ulteriore violenza.
È ovvio che ognuno abbia la propria sessualità. Cosi come ovvio che la specie animale a cui apparteniamo, per la riproduzione, richieda due esemplari di sessi opposti: uno maschile e uno femminile. Così come è ovvio che l’amore o addirittura il piacere sessuale, abbiano a che vedere con tutt’altro e siano liberi. Tutto lecito, dunque ma solo in base a tale dicotomia fondamentale. Un uomo non partorisce per natura genetica, mentre una donna si. Basta con questa violenza, protratta sempre e solo sul corpo delle donne. Se un uomo ama, vive, si sposa, per condividere la vita o il patrimonio con un altro uomo, sa che non potrà avere figli. Perche questa cosa è da discutere? La natura non si può manipolare a piacimento.
Far prostituire l’utero di una femmina della tua specie, al fine di produrre un figlio col tuo seme, per curartelo e crescerlo col tuo compagno è violento verso la donna, oltre che abberrante. Si chiama ‘prostituzione con compravendita’ di un servizio, a fini egoistici. Uomo gay o meno vuoi un figlio? E allora lo generi con una donna, che è e resta la madre, per sempre. Perché un figlio ha bisogno di un papà e di una mamma, per crescere sano, equilibrato nell’energia tanto maschile quanto femminile, avere due genitori, quando si ha la fortuna che ci siano, é sempre auspicabile. Poi si può continuare ad amare, procedere in un percorso edonistico, tranquillamente con un altro uomo o con chiunque si voglia. Amare o provare piacere, nulla ha a che vedere con la procreazione e la prosecuzione della specie. Si pensi agli antichi greci.
Pertanto si al libero amore, anche al piacere corporeo. Ma no alla prostituzione di uteri femminili!
Un’ ulteriore violenza contro il corpo della donna, mascherata da denaro, egoismo, aberrazione e tinto dal quell’osceno ‘buonismo radical schic’ che sta distruggendo la bellezza semplice, della vita e delle sue leggi naturali.
Con l’espressione “identità di genere”, su cui è fortissima la polemica femminista.
Si cancella la possibilità di essere donna, così come di essere uomo.
E questo genera disastri.
I trans, ciòe fisicamente e geneticamente uomini in tutto e per tutto, che poi subiscono trasformazioni estetiche per divenire donne, dato che si sentono tali, scardinano le altre, femmine per natura nello sport. In quanto hanno delle disparità di fattezze corporee palesi.
Se tutto parte dalla parola, questa mescolanza amorfa crea solo confusione. Aumenta inoltre, il rischio di non fare sviluppare una chiara personalità. Non avendo nessuna base a cui far riferimento o contro cui scagliarsi.
Togliere la possibilità di essere definiti dalla legge sociale: padre e madre o donna e uomo. Nega ad alcuni che tali si sentono,
i loro diritti. C’è chi deve poter vedere affermato il proprio diritto a essere così definito. E non con diciture generiche. Io per esempio non sono generica, sono donna!
Di Genere femminile! Definito! E mi sento serenamente tale.
É come tale voglio essere detta e descritta
L’identità di genere di una persona può contrastare con la fisicità e si pone oltre il sesso, ma c’è chi, si trova invece rappresentato e identificato nel genere femminile o maschile. Ecco perché non può essere a senso unico tale cancellazione della definizione: maschio e femmina. Così come di padre e madre. A favore di una termininologia troppo generica.
La verità sta in mezzo.
Questa confusione dovuta all’identità di genere, si palesa con tutte le sue forze contro le donne. Infatti, ad esempio, come può gareggiare una donna e un trans donna, cioè un maschio per natura, aventi una struttura corporea respiratoria e grandezza organi interni così differenti?
Ma questa è follia pura! (https://www.womenarehuman.com/how-the-transgender-movement-is-destroying-womens-sports/)
Da tutto questo ne deriva un documento firmato da atlete americane, che hanno inoltrato al NCCA il Consiglio superiore dell’atletica, di tenere conto di un “campo di gioco equo e uniforme” per gli sport femminili, dove il maschio trans che gareggia in competizioni femminili, compromette gli sforzi e i successi.
(https://thefederalist.com/2020/07/30/more-than-300-female-athletes-olympians-urge-ncaa-to-protect-womens-sports/?inf_contact_key=140e1df69070f5e1f144ee702e7abb377e470d92b8b75168d98a0b8cac0e9c09).
E così come in Connecticut, dove sono stati denunciati corridori maschi transgender, che hanno vinto sulle donne..A causa del vantaggio fisico della differenza del sesso biologico(https://abcnews.go.com/US/transgender-teens-outrun-track-field-competitors-critics-close/story?id=55856294).
Le politiche di genere anziché cancellare i generi, dovrebbero semplicemente occuparsi di far crescere il rispetto sociale, per tutte quelle diversità, che insieme creano la normalità sociale. Vale a dire la socialità con tutti i suoi aspetti e colori, che contribuisce a costruire la norma (da cui la parola normalità). Si riuscirà a tornare ad una ‘normalità sociale’ , quella sancita da norme, appunto, che possano dare alcune direttive, così come essere contrastate. Per la vita individuale, onde non dover tornare al caos cosmico prigenio.. Da cui siamo stati generati e a cui, da sempre, cerchiamo di non tornare, generando ordine e regole? Me lo auguro. Perché il caso contrario, sarebbe l’opposto dell’umanità e del suo processo evolutivo.