“Giù le mani dai bambini”, ma da quali?
Solo da alcuni e non da tutte e tutti, a quanto pare! Non sembra infatti premere al nostro governo la sorte delle bambine e dei bambini nati da gestazione per altri o maternità surrogata che, dal momento in cui il disegno di legge Varchi verrà firmato dal Presidente della Repubblica e rinviato al Parlamento, porteranno lo stigma di essere “frutto di un crimine”.
Ma andiamo con ordine: Il 16 ottobre 2024 il Senato italiano ha approvato in via definitiva il disegno di legge (disegno di legge Varchi, presentato il 15 febbraio 2023) che prevede una sanzione penale da tre mesi a due anni e una multa da 600.000 a un milione di euro e punisce con la reclusione i cittadini italiani che all’estero, in qualsiasi forma, realizzano, organizzano o pubblicizzano la maternità surrogata.
“La maternità surrogata diventa reato universale” questa la comunicazione che da più di un anno a questa parte viene data da tutti gli organi di informazione!
Ma quali sono gli altri reati considerati universali dalla legge italiana? Sono i crimini di guerra, il genocidio, la tortura, la schiavitù e i crimini contro l’umanità, ovvero i più gravi crimini del diritto internazionale, perseguibili a prescindere dal luogo in cui sono stati commessi o dalla nazionalità di chi li ha commessi.
Ma in Italia la maternità surrogata era già un reato perseguibile? Sì! Era proibita dalla legge 40 del 2004 che prevede una multa da 600.000 a un milione di euro e la reclusione da due mesi a tre anni per chi la pratica.
Quindi? Quale effettiva necessità ha spinto la modifica di un solo comma della legge 40 rendendo questo reato perseguibile anche se commesso all’estero, in quei paesi dove invece la maternità surrogata è regolamentata e ritenuta lecita?
Un’ipotesi legittima è che questo disegno di legge voglia trasformare il principio etico di alcune persone in una norma comportamentale per tutte e tutti. Senza preoccuparsi dei richiami della Corte europea e della Consulta che ci ricordano il rispetto del principio del superiore interesse del minore al riconoscimento di entrambi i genitori, a prescindere dalle modalità procreative con le quali le bambine e i bambini vengono al mondo, né del diritto a non essere discriminate e discriminati, anche in base all’orientamento sessuale dei genitori e al loro stato di nascita, come previsto dalla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia.
Quindi, chi c’è nell’occhio del mirino di questa legge che non tutela i nascituri in alcun caso? La risposta è facile: le coppie omosessuali.
Infatti, sebbene la maggioranza di coppie che usufruisce della GPA sia eterosessuale, solo per le coppie omosessuali, riportando il nome di due uomini sul certificato di nascita estero, sarebbe riconoscibile l’utilizzo della maternità surrogata.
Tutto questo in barba alle preoccupazioni espresse a gran voce dagli stessi politici e dagli stessi movimenti pro-life, che hanno promosso e supportato il disegno di legge Varchi, sul fenomeno della denatalità nel nostro paese.
“Giù le mani dai bambini”, ma non da tutti!
Non è certo questo il primo attacco dell’anno alla comunità LGBT+ sferrato da questo governo e dai movimenti pro-life e anti-gender.
Per non dimenticare, ne facciamo qui di seguito un sintetico elenco:
- il ministro della Salute Orazio Schillaci a seguito di un’interrogazione parlamentare presentata da Maurizio Gasparri (capogruppo al Senato di Forza Italia) ordina un’ispezione all’ospedale Careggi di Firenze per verificare i “percorsi relativi al trattamento dei bambini con disforia di genere e all’uso del farmaco triptorelina”, tesa a mettere in dubbio il lavoro svolto dal centro di eccellenza nei percorsi di affermazione di genere in età evolutiva;
- la risoluzione presentata dal deputato Sasso, contro la “propaganda gender nelle scuole”, approvata in commissione Cultura della Camera lo scorso settembre;
- la Proposta di legge “Divieto dell’inserimento di obiettivi educativi fondati sulle “teorie del gender” nell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche” presentata dall’onorevole Ravetto a maggio;
- Pro Vita ed esponenti RadFem attaccano la libertà di insegnamento di un gruppo di ricerca dell’Università di Roma Tre, impegnato nello studio sull’infanzia gender creative. Attacco che è stato immediatamente ripreso e rilanciato a livello parlamentare dal vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli;
- il deputato Sasso chiede l’intervento del governo per il licenziamento di Federico Zappino, docente a contratto dell’Università di Sassari, per il corso di laurea “Teorie di genere e queer” di cui Zappino è titolare;
- la sanzione inviata dal ministro Valditara al docente e scrittore Christian Raimo, che rischia la sospensione senza stipendio per aver denunciato l’ideologia del ministro come “classista” e “sessista”;
- Provita & Famiglia l’11 ottobre lancia il tour della detransitioner americana Luka Hein, una sorta di spettacolo dal titolo “Ingannata. Perché nessuno è nato nel corpo sbagliato”, dove una testimonianza personale importata da oltreoceano viene usata come una clava contro tutte le persone transgender e le loro storie di vita;
- Il 16 ottobre il DDL Varchi è diventato legge: la gestazione per altri in Italia è diventata reato universale, con 84 voti a favore, 58 contrari e nessun astenuto.
Non avremmo mai pensato di poter essere così tanto al centro dell’interesse dei lavori di un governo neanche nel caso di un governo friendly!
Agedo (Associazione di genitori, amiche e amici di persone LGBT+) oggi più che mai è al fianco delle figlie, dei figli, delle e dei nipoti e di tutte le persone della comunità e rinnova il proprio impegno nella lotta per i diritti di tutte le persone, senza distinzione alcuna.
Fa appello alla coscienza collettiva di tutti coloro che hanno a cuore una società equa e solidale nella convinzione che questo perverso gioco dell’esclusione e della discriminazione non possa che determinare un presente, e soprattutto un futuro, senza speranza.
Per Agedo
La presidente Nazionale
Donatella Siringo