Giornate Nazionali dei Castelli, XXII* edizione Sabato 25, Domenica 26 settembre 2021

L’Istituto Italiano Castelli ha collaborato per questo evento con il Comune di Roc-
cella Ionica, Jonica Multiservizi SpA, Circolo di Studi Storici “Le Calabrie”
Giorno di apertura: 26 settembre 2021
Orari: 9,00-13,00 /16,00-21,00
Visite guidate: gratuite, prenotazione obbligatoria
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 0964.866287 calabria@istitutoitalianoca-
stelli.it, stefi.parrone@gmail.com
Sito internet www.castelloroccella.it
Programma
Visite guidate precedute dalla descrizione del sito e dalla sua storia, a scelta.
Mattino:
Ore 9,45: Ritrovo presso il Teatro al Castello, Via Giordano Bruno, 116, zona Nord
di Roccella. Percorso guidato intorno alle mura della città con visione delle fortifi-
cazioni e del castello dal basso*.
Ore 10,30 Raduno dei partecipanti nella Platea major de La Roccella, situata da-
vanti al Palazzo Carafa; ingresso nella ex Chiesa Matrice San Nicola di Bari (adia-
cente al Palazzo Carafa) per ascoltare la storia della Cittadella, della Chiesa e del Pa-
lazzo e la descrizione del sito; sarà proiettato il filmato realizzato per l’occasione per
introdurre alla visita del castello
Ore 11,10 Visita guidata del Palazzo fortificato Carafa.
In alternativa si può raggiungere direttamente la Platea Major nella Città antica,
situata davanti al Palazzo Carafa.
Durante la visita, nel Palazzo e nelle adiacenze saranno presenti figuranti del Corteo
Storico Carafa
nelle vesti dei personaggi protagonisti della storia del Castello.
Sarà anche possibile, per chi vorrà, visitare l’area della Torre di Pizzofalcone (già
Castello di
Monte Falcone) raggiungibile attraverso una scalinata dalla via Città, strada d’ac-
cesso alla Cittadella.
In alternativa alle visite guidate programmate, i visitatori potranno accedere al sito
liberamente
dalle 09,00 alle 13,00.
Pomeriggio:
Ore 15,30: Ritrovo presso il Teatro al Castello, Via Giordano Bruno, 116, zona
Nord di
Roccella. Percorso guidato intorno alle mura della città con visione delle fortifica-
zioni e del castello dal basso*.
Ore 16,15 Raduno dei partecipanti nella Platea major de La Roccella, situata da-
vanti al Palazzo Carafa; ingresso nella ex Chiesa Matrice di San Nicola di Bari (adia-
cente al palazzo Carafa) per ascoltare la storia della Cittadella, della Chiesa e del Pa-
lazzo e la descrizione del sito; sarà proiettato il filmato realizzato per l’occasione per
introdurre alla visita del castello.
Ore 17,00 Visita guidata del Palazzo fortificato Carafa.
In alternativa alle visite guidate programmate, i visitatori potranno accedere al sito
della Cittadella,
del palazzo e della Chiesa liberamente dalle 16,00 alle 21,00.
Ore 18,00 nella ex Chiesa Matrice di S. Nicola di Bari
Presentazione del volume dell’Istituto Italiano dei Castelli: “Architetture
fortificate nel paesaggio agrario della Calabria – Percorsi di conoscenza e
valorizzazione” a cura di Francesca Martorano.
CAMPANIA

Situato nella media valle del Calore, il comune di Taurasi domina dall”alto l”intero
fondovalle, in prossimità del punto in cui il fiume è attraversato dalla strada statale
delle Puglie. Di origine sannita, in epoca romana entrò a far parte del ter-
ritorio della vicina colonia di Aeclanum, all”epoca importante centro com-
merciale.
Il complesso del castello è posto sull’estremità orientale dell’antico borgo di Taurasi
(provincia di Avellino) in corrispondenza della porta urbica detta Porta Maggiore.
Edificato in posizione strategica, posto su uno sperone roccioso a circa 400 m slm,
domina la piana del medio Calore.
I primi documenti fanno risalire il castello al periodo Normanno-Svevo (XII sec), in
quanto Taurasi fu feudo di Torgisio di Grottaminarda e successivamente ceduta in
suffeudo a Ruggiero di Castelverde. Al XV sec. risalgono gli ampliamenti Angioino –
Aragonesi. Nel XV sec. Taurasi venne affidata al principe Sergianni Caracciolo. I
Caracciolo trasformarono il castello da fortezza in palazzo baronale. Nel 1468 subì
gravi danni provocati dagli attacchi aragonesi di Ferdinando II in seguito alla con-
giura baronale di Giacomo Caracciolo, analogamente nel 1496 subì saccheggi e di-
struzioni da parte delle truppe di Carlo VIII. Successivamente il castello passò ai
Gesualdo lo tennero sino al 1726 anno in cu lo vendettero ai Latilla di Napoli che lo
mantennero per tutto il periodo Borbonico. A seguito dei terremoti del 1796 e 1980
subì gravi danni e successivi rimaneggiamenti. Nel 2004 fu acquisito dal comune di
Taurasi. Dal 2009 a seguito di radicali interventi di restauro ospita l’enoteca regio-
nale dei vini d’Irpinia. L’accesso principale al castello è ubicato dopo la porta urbi-
ca detta “Maggiore”, sulla destra ed è costituito da un arco monumentale a tutto se-
sto che sorregge a sua volta un ambiente di passaggio e collegamento. La torre ma-
stio a pianta quadrata, normanna, misura 15 m di altezza e si sviluppa su 4 livelli,
presenta un avancorpo contenente la scala elicoidale aggiunta in epoca aragonese
unitamente alle due torri circolari che inquadrano la porta Maggiore. Il corpo di
fabbrica nord orientale, che prospetta su largo Porta Maggiore, si sviluppa su tre li-
velli collegati da una scalea ubicata al centro della corte interna ed è il risultato della
trasformazione del castello in palazzo baronale.
Gli eventi delle Giornate Nazionali dei Castelli a Taurasi sono organizzati in collabo-
razione con il comune di Taurasi.
Taurasi (AV) Evento Principale Sabato 25 – domenica 26 settembre – visite
guidate al castello ed al borgo ore 10 – 13 – Alle ore 10,30 di domenica 26 tavola
rotonda sulla valorizzazione dei castelli in area Irpina.
A cura della Pro – Loco e dell”Istituto. Info: arch. Giuseppe De Pascale – 333
6636614

Agropoli (SA) Sabato 25 – domenica 26 – – visite guidate al castello – ore 10 – 12
a cura dell”Istituto Italiano dei Castelli. Info: dott. Antonio Capano 339 8605936
Teano (CE) – Sabato 25: tavola rotonda sulla valorizzazione dei castelli in Terra
di Lavoro – domenica 26 – visite guidate al Castello di Teano. Ore 10 – 13 A cura
delle pro loco e dell”Istituto Italiano dei Castelli. info e prenotazioni: castellicam-
pania@gmail.com – 333 6853918

Circello (BN) Sabato 25 alle ore 10,30 visita guidata al castello – a seguire, con-
versazione dell”arch. Francesco Bove sul castello di Circello. Visite guidate domeni-
ca 26 Info: 329 2660592

Napoli, settembre dei castelli napoletani. In tutti i week end visite guidate gratuite
a Castel dell”Ovo, Castelnuovo, Castel S. Elmo ed alle mura aragonesi. Apertura
straordinaria della sede dell”Istituto Italiano dei Castelli, con proiezioni video su Ca-
stel dell”Ovo e sui castelli di Napoli. Visita alle mostre fotografiche ed iconografiche
sui castelli di Napoli e della Campania. Visita alla cisterna medievale.
Info: castellicampania@gmail.com – 333 6853918
Prenotazione obbligatoria, ingresso gratuito
EMILIA ROMAGNA con video
Il Castello di Montechiarugolo (PR), è di proprietà privata. L’evento è in colla-
borazione con il Comune di Montechiarugolo e l’Associazione Borghi più Belli d’Ita-
lia.
L’originario presidio militare a difesa della val d’Enza fu edificato nel XII secolo dal-
la famiglia Sanvitale.
Nel 1313 Giberto III da Correggio, assediò il castello e lo distrusse insieme al borgo.
Nel 1348 (dopo che la città di Parma fu sotto il dominio del Ducato di Milano) i Vi-
sconti fecero riedificare il castello a presidio della vallata.
Nel 1406 Giovanni Maria Visconti fregiò ufficialmente del feudo Guido Torelli dive-
nendo nel 1428 contea. Il Torelli avviò quindi la ricostruzione della fortezza nelle
forme attuali.
Verso la metà del XVI secolo il castello ospitò il re di Francia Francesco I e il papa
Paolo III.
Nel 1551, durante la guerra di Parma, il castello fu nuovamente attaccato e occupa-
to; al termine del conflitto Pomponio Torelli avviò numerosi interventi trasforman-
dolo in residenza signorile.
Dalla prima metà del 1600 non essendo più contea, il castello passò alla Camera
Ducale di Parma, e
affidato ad un presidio militare: fu utilizzato come magazzino di beni alimentari e
deposito per la produzione di polvere pirica.
In seguito all’Unità d’Italia, nel 1864 il castello fu venduto dal Demanio pubblico ad
Antonio Marchi, i cui discendenti ne ancora sono proprietari.
Il fortilizio si sviluppa su una pianta irregolare, attorno a due cortili interni, mo-
strando i tratti tipici dei castelli d’epoca tardo-medievale, soprattutto nelle facciate
sud-ovest e nord, interamente coronate dai merli ghibellini, ancora perfettamente
visibili nonostante la copertura del tetto aggiunta a protezione dei camminamenti
sostenuti dai numerosi beccatelli con caditoie; fra i due cortili interni emerge l’alto
mastio.
La fortezza, posizionata strategicamente sulla scarpata naturale ai margini dell’al-
veo del torrente Enza, è circondata da un largo e profondo fossato, varcabile in ori-
gine attraverso due distinti ponti levatoi, collocati in corrispondenza dei due rivelli-
ni ancora esistenti.
In origine la rocca era difesa anche da una seconda cinta muraria più esterna, edifi-
cata lungo il perimetro del borgo, dotata di bastioni in corrispondenza degli spigoli.
Nella seconda metà del XV secolo, in seguito alla nascita dell’artiglieria, fu modifi-
cata con l’aggiunta delle cannoniere: ne rimangono alcune significative tracce sul
margine nord-occidentale del centro storico del paese.
Alla storica Battaglia di Montechiarugolo del 4 ottobre 1796, fece la sua prima com-
parsa il tricolore italiano, tra le milizie volontarie della Guardia Civica Reggiana aiu-
tate dai soldati francesi contro un manipolo di soldati austriaci rifugiatisi nel castel-
lo.
Il borgo:
In prossimità del fiume Enza, che divide la provincia di Parma da quella di Reggio
Emilia, Montechiarugolo è la più piccola delle cinque frazioni dell”omonimo comu-
ne e sede del municipio, e conta poche centinaia degli oltre 11mila abitanti del co-
mune.
Il solo borgo medievale della frazione, delizioso agglomerato urbano che si sviluppa
intorno al suo sontuoso castello, conta una novantina di abitanti e mantiene ancora
l”atmosfera del passato.
La via principale, via Solari, e le abitazioni colorate, di via Margherita hanno man-
tenuto inalterata la struttura medievale della quale è ancora ben visibile la cinta
muraria.
L”abitato fa da cornice all”elemento caratterizzante del centro, il castello ottimamen-
te conservato.
Tra le altre presenze architettoniche del borgo vi sono il Palazzo Civico, risalente
alla fine del XVI secolo, appartenuto ai Torelli e oggi utilizzato per mostre tempora-
nee, e la Chiesa Parrocchiale di San Quintino, dalle forme bizantine all”esterno e
classicheggianti all”interno, che custodisce pregevoli opere in terracotta e affreschi
del Quattrocento.
Le Leggende:
La Fata Bema:
La bella e affascinante giovane Fata Berma giunge a Montechiarugolo nel maggio
del 1593 per esercitare la sua magica arte: indovina e fattucchiera e si esibisce su un
palco allestito nel Castello circondato dai boschi dove si reca a caccia Ranuccio Far-
nese, quarto Duca di Parma che, attratto dalla bellezza e dai poteri della fanciulla,
permise alla fata di frequentare il castello, concedendole un salvacondotto per circo-
lare liberamente nel territorio farnesiano.
Non passò molto tempo prima che Ranuccio, vinto dal timore di essere stato mani-
polato tramite un incantesimo, decidesse di liberarsi dell”indovina facendola rin-
chiudere nella prigione della rocchetta.
La fata fu vittima di una lunga e dura prigionia ma venne poi liberata allo stremo
delle forze grazie alla benevolenza del popolo.
Rientrata a Montechiarugolo, Bema fu assunta presso la corte dei Torelli per la ge-
stione domestica e la fanciulla e Pio Torelli, figlio dell”illuminato Pomponio e di Isa-
bella Bonelli finirono per innamorarsi.
Pio viene accusato di congiura ai danni del Duca e fu giustiziato con altri feudatari
nella #Gran giustizia di Ranuccio I” il 19 maggio 1612.
Bema, disperata per la morte di Pio, trovò rifugio in una piccola casa nei pressi del
castello, occupandosi per il resto dei suoi giorni di dare aiuto a poveri e bisognosi e
benvoluta dalla gente del borgo, terminò serenamente la sua vita a Montechiarugo-
lo, dove ancora oggi appare, gentile fantasma, alle giovani donne alla vigilia delle
nozze per istruirle sulla loro nuova vita.
Si dice che alla mezzanotte di ogni 19 maggio la Fata Bema torni a manifestarsi nelle
stanze del Castello.
PROGRAMMA E ORARI:
Sabato 25 settembre
visite guidate 09.00 – 11.00 – 14.00 – 15.00 (Euro 8)
ore 11.00
Cerimonia di consegna della targa di appartenenza all’associazione Borghi più Belli d’Italia;
Ore 16.00
Visita della Sez. Sicilia dell’istituto Italiano dei Castelli;
ore 18.00
Rappresentazione della Traviata del Caravan Verdiano del Teatro Regio di Parma
Domenica 26 settembre
visite guidate 09.00 – 12.00 – 15.00 – 18.00 (Euro 8)
INFORMAZIONI:
Castello di Montechiarugolo
3334575380 – 3383187911
Istituto Italiano dei Castelli – Sezione Emilia Romagna
3911233717
E-MAIL:
Castello di Montechiarugolo
info@castellodimontechiarugolo.it
Istituto Italiano dei Castelli – Sezione Emilia Romagna
castit.er@gmail.com
FRIULI VENEZIA GIULIA
Il sito prescelto è Gemona del Friuli: il suo castello, via Bini e Duomo
L’esistenza di Gemona del Friuli viene menzionata da Paolo Diacono nella sua Hi-
storia Langobardorum, il quale riporta che nel 611 era considerato un castello ine-
spugnabile.
Nella seconda metà del XII secolo fu libero comune, con propri statuti, mentre nel
XIII e XIV secolo fu importante centro di traffici commerciali sotto il Patriarcato di
Aquileia: con l’istituto del Niederlech, si imponeva infatti ai mercanti in transito di
depositare le merci e pagarvi un dazio e di trascorrere la notte in città.
Il castello
Il maniero sorge appena al di sopra dell’antico nucleo storico, sulla cima di un colle
a strapiombo sulla vallata e separato dal monte Gemina da una sella nella quale si
espande l’abitato medievale.
Verso l’inizio del Mille fu radicalmente ricostruito dai Signori di Gemona per poi es-
sere modificato ed ampliato, per l’ultima volta, all’inizio del Trecento. Gli interventi
trecenteschi ampliarono il palatium e dotarono il castello di tre torri d’avvistamen-
to e di una poderosa cinta muraria.
Con l’avvento del domino veneto, avvenuto nel 1420, il castello cadde in abbandono
e fu ripetutamente adoperato come cava di pietra.
Questa architettura, così come altri manieri sparsi nella fascia collinare del Friuli,
subì sicuramente una grave distruzione durante il terremoto del 1511, ma alcune sue
strutture difensive rimasero ancora efficienti, poiché nel 1571, in seguito al timore di
invasione turca, fu trovato ad avere optimos muros, et ideo facile posse muniri, et
ab hostibus defendi.
Sino al 1976, anno terribilis in cui Gemona e il Friuli furono colpiti da forti scosse
telluriche, , del complesso medievale risalente al XIII-XIV secolo rimanevano: la
torre centrale (adibita a torre civica con orologio), parti delle strutture murarie pe-
rimetrali racchiudenti i due cortili; la torre di levante abbassata e ridotta a prigione
nel 1826; la torre di ponente, detta torate, con avanzi di tre muraglie merlate alla
guelfa e traforate da quattro bifore romaniche.
Il castello, duramente colpito dal sisma novecentesco, è tutt’ora in restauro anche se
buona parte delle strutture sono state ricostruite.
Palazzo Comunale e via Bini
La costruzione del Palazzo Comunale ha inizio nel 1502; esso fu progettato dall’ar-
chitetto Bartolomeo de Caprileis.
E’ caratterizzato da tre ampie arcate composte da elementi lapidei scolpiti da mae-
stranze cividalesi. La decorazione ad anelli incatenati nei capitelli è presente anche
nella colonna di piazza San Giacomo a Udine.
Il palazzo subì diversi rifacimenti nel corso del tempo, come le finestre che furono
modificate nel XVI secolo, così come l’aggiunta della balaustra nella trifora.
Sulla scala d’ingresso che conduce alla loggia si notano scolpiti, rispettivamente sul-
la parte destra e sinistra della balaustra, lo stemma del nobile Riccardo Elti, massa-
ro del Comune nel XVII secolo e lo stemma del Comune di Gemona.
Sotto una delle due finestre sono posti gli stemmi dei nobili Franceschinis e de Bru-
nis e lo stemma della Città.
Il loggiato al piano terra, a cui si accede tramite le tre grandi arcate a tutto sesto,
poggianti su colonne, ha soffitto a travi decorate con pettenelle su cui sono furono
dipinti sia medaglioni contenenti personaggi illustri sia gli stemmi delle famiglie
nobili della città.
Alla destra del palazzo inizia la via più caratteristica di Gemona del Friuli, posta al
di sotto del colle del castello.
Via Bini è interessante per la sequenza di palazzi che vi si affacciano, fra questi pa-
lazzo Elti sede dei civici musei.
Numerosi sono gli affreschi, le lunette decorate, i capitelli e gli stemmi che accom-
pagnano il visitatore lungo questo asse viario che termina sul sagrato del Duomo.
Il Duomo di Santa Maria Assunta
In Via Bini, nei pressi di Porta Udine, unica porta rimasta delle sette che si aprivano
nella terza cerchia delle mura che cingevano la città, sorge il Duomo.
Intitolato a Santa Maria Assunta, rappresenta uno dei monumenti medioevali più
importanti della regione. Fu costruito utilizzando linguaggi gotici, sul sedime di una
precedente chiesa già presente dal 1190. Quest’ultimo edificio di culto era sede della
Pieve di Santa Maria, una delle più antiche del Friuli.
Il cantiere della chiesa che oggi si può ammirare fu iniziato verso il 1290. I lavori di
costruzione durarono molti anni, venendo interrotti più volte, per vari motivi: dalla
guerra contro la vicina Venzone, dalle minacce goriziane a momenti di stallo finan-
ziario dell’opera del Duomo.
L’8 giugno 1337 l’edificio fu solennemente consacrato dal vescovo di Parenzo Gio-
vanni, delegato dal patriarca Bertrando.
Nei secoli successivi venne più volte rimaneggiato: nel 1429 fu modificato il presbi-
terio con l’aggiunta della cupola e dell’abside semipoligonale; nel 1457 i pilastri del-
le navate vennero sostituiti da colonne e la chiesa sopraelevata di 1,5 metri; nel 1700
le volte a crociera coprirono le originarie capriate. Il terremoto del 1976 fece crollare
completamente la navata destra, dissestando contemporaneamente gran parte delle
restanti murature. L’opera di restauro e ricostruzione svolta ha permesso di resti-
tuire alla comunità l’opera nel suo completo splendore. Recenti restauri al prospetto
hanno, inoltre, riportato alla luce la coloritura della pietra applicata in alcuni ele-
menti presenti al di sopra del portale.
Giorno di visita: 25 settembre 2021
Orari: mattina ore 11.00 ritrovo al di sotto della loggia del palazzo comunale; po-
meriggio ore 15.30 ritrovo al di sotto della loggia del palazzo comunale.
Modalità: visite guidate al castello e al centro storico/duomo di Gemona del Friuli.
Il pomeriggio vedrà la partecipazione dell’associazione ONLUS “Radio
Magica”( https://www.radiomagica.org/ ). Un artista coinvolto dall’associazione
benefica racconterà ai bimbi e ai ragazzi una “fiaba per immagini” avente per
soggetto i castelli, i luoghi e i territori del Friuli Venezia Giulia e di Gemona del
Friuli.per proteggere con tiri di fiancheggiamento le murature perimetrali, ricostruito in-
tegralmente il lato sud, demolito il porticato svevo e realizzati due piani superiori.
Dal 1496 al 1530, la città di Trani passava ai Veneziani che intervenivano sul castel-
lo con la fortificazione delle mura e la chiusura di due porte sul lato mare al fine di
rendere il maniero maggiormente inespugnabile. Nel 1533, su ordine del capitano
Ferdinando d’Alarçon, inviato da Carlo V, si verificava la trasformazione cinquecen-
tesca del maniero come attesta la lapide nel cortile centrale. Una ulteriore iscrizione
datata 1553, posta sull’architrave dell’attuale portale d’ingresso, attesta lavori di re-
stauro fatti eseguire da Giorgio Manriquez. Dal 1585 nel castello si trasferiva, per
ordine del re Filippo II, la sede della Sacra Regia Udienza della provincia di Bari e
nel 1677 il maniero ritornava al ruolo di presidio militare. Il 6 giugno 1831, per or-
dine del re Ferdinando II di Borbone, il castello passò dal Ministero della Guerra e
Marina al Ministero degli Interni che nel 1832 lo destinò a carcere. Notevoli tra-
sformazioni agli ambienti interni e alle strutture esterne si verificarono dal 1841 al
1848, epoca alla quale risalgono la sostituzione del ponte levatoio con l’attuale pas-
saggio su arcate in muratura, la realizzazione della cappella nel cortile centrale e
della torre dell’orologio sull’ingresso principale.
Restaurato nel 1979 dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Ar-
tistici e Storici della Puglia, è stato aperto al pubblico il 5 giugno 1998. I lavori di
restauro hanno messo in luce le strutture stratificate del castello, che la destinazio-
ne carceraria aveva nascosto sotto una spessa ed omogenea guaina di intonaci. Il
restauro ha risanato la grande struttura, corredandola degli impianti necessari alla
odierna fruizione. I Durante i lavori sono state eliminate le superfetazioni ottocen-
tesche che ne soffocavano gli spazi interni ed esterni ed alteravano il nitido profilo
delle cortine e delle torri; sono state ripristinate le aperture originarie esistenti, an-
corché tompagnate, le scale delle torri, i percorsi originari, primo fra tutti l’accesso
da occidente all’interno del castello, svuotando il terrapieno ad eccezione di un’ul-
tima sezione, consolidata, cui si addossa il palazzo cinquecentesco delle case matte,
nei cui ambienti di piano terra si riscontrano i pilastri del porticato medioevale, ri-
masti inglobati nelle pareti d’ambito.
Il restauro, effettuato con fondi ministeriali e con un cofinanziamento della UE, ha
reso leggibile il monumento attraverso il tempo, nel rispetto dei dati superstiti. Le
sale e i cortili oggi ospitano concerti e convegni, mostre e spettacoli.
Incontro: IL CASTELLO DI TRANI: Storia e restauri
Indirizzo Piazza Manfredi Re,16 – 76125 – Trani – Italia
Date e Orari: Giorni di apertura al pubblico: mercoledì, giovedì e venerdì
Orario di apertura:
Mercoledì e venerdì: dalle ore 09:00 alle ore 13:00
Giovedì: dalle ore 15:00 alle ore 19:00
Fasce orarie di ingresso:
Mercoledì e venerdì: 9:00 – 10:00 – 11:00 – 12:00
Giovedì: 15:00 – 16:00 – 17:00 -18:00
Modalità: visita guidata con ingresso gratuito prenotazione obbligatoria via email
domenica 26 settembre ore 10,00
Email drm-pug.castelloditrani@beniculturali.it, a.calderazzi@gmail.com
Gruppo FB: https://www.facebook.com/groups/507816719344168
SARDEGNA
La Sardegna invita a scoprire uno dei borghi più belli d’Italia, Laconi, situato nel
cuore della regione a ridosso della Barbagia con il Parco Aymerich dove alle rare
essenze arboree ed un eccezionale percorso guidato storico-paesaggistico si affian-
cherà la scoperta del castello omonimo che risale al XI secolo oltre che una va-
sta rete di altri appuntamenti per dedicare all’isola un intero week-end.
Nelle due giornate 25 e 26 settembre sono in programma diverse iniziative di carat-
tere scientifico, divulgativo e ricreativo.
Sul piano scientifico, si segnala un convegno dedicato al complesso tema della ac-
cessibilità del patrimonio fortificato, organizzato in collaborazione con il Cagliari
Accessibility Lab dell”Università degli Studi di Cagliari e altre istituzioni regionali
e locali, oltre che con il contributo di diverse associazioni impegnate sul tema della
inclusività del patrimonio. Sul piano didattico e formativo, gli studenti del Convitto
Nazionale di Cagliari, impegnati nei percorsi per le competenze trasversali, accom-
pagneranno i visitatori alla scoperta del rudere del castello medievale, supportati da
personale qualificato per una visita che sia veramente $per tutti”!
Dettagli delle visite, orari e appuntamenti saranno consultabili anche sulla pagina
facebook della sezione Sardegna https://www.facebook.com/IICSardegna.
SICILIA con video
Messina
Una interessante e bellissima passeggiata al Castello del Forte SS. Salvatore,
fortezza costiera costruita dal Fanzago nel 1546lungo la cortina muraria esterna in
riva al mare all’ingresso del porto di Messina; ed alla lanterna del Montorsoli, uno
dei più antichi fari d’Italia. Entrambi i siti sono di proprietà del Demanio Militare,
all’interno del Comando Logistico della Marina Militare a Messina, che lo mantiene
con grande cura; e non accessibili al pubblico. Il 9 Agosto 2019 è stata inaugurata
l’illuminazione permanente della cortina muraria esterna del Forte da un progetto
nato dall’IIC, Sezione Sicilia-Delegazione Messina, in collaborazione con la Marina
Militare.
Programma 26 settembre 2021
Ore 10.30
Saluti:
Capitano Lauria Comandante della base navale;
Sindaco di Messina avv. Cateno De Luca;
Michaela D’Alcontres Marullo, v.Pres. IIC e delegata provincia di Me
Ore 11.00 Conferenza a cura del Prof. Arch. Nicola Aricó, Professore Ordinario di
Storia dell’Architettura presso l’ Università di Messina
Ore 11.45 conversazione con il Contrammiraglio Santo Giacomo Legrottaglie
Ore 12.00 Visita guidata al Forte SS.Salvatore a cura del Prof. Franz
Riccobono Vicepresidente della Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia
e componente del Consiglio Regionale dei Beni Culturali.
Passeggiata lungo la cortina muraria settentrionale del castello di recentemente
illuminata da IIC in collaborazione con la Marina Militare e visita agli spalti della
torre Campana
Ore 13.30 Pranzo presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare di Messina
Ore 15.00 Passeggiata per la base e visita alla Lanterna del Montorsoli
Ore 18.00 Santa Messa nella Cappella dedicata a Santa Barbara celebrata dal primo
cappellano militare capo don Andrea Di Paola
Piazza Armerina
Il centro storico della città di Piazza Armerina occupa il pianoro e i fianchi del mon-
te Mira; questo è dominato dalla mole della cattedrale e, affacciato sul versante me-
ridionale, da castello aragonese.
La posizione consente il controllo di un vasto territorio e soprattutto delle ampie
vallate tra le colline circostanti, attraversate dalle importanti vie di comunicazione
dell’interno della Sicilia, che si incrociavano nei pressi di Piazza Armerina. Nello
stesso tempo lo sguardo si allarga fino ai castelli di Mazzarino, Butera, Enna, Troina
e di altri insediamenti fortificati, oggi non più esistenti.
Sul sito, posto pressoché all’esterno dell’antico nucleo normanno e prima ancora bi-
zantino, i francescani avevano edificato un convento già a partire dal sec. XIII. Piaz-
za Armerina era già dotata di un castello, probabilmente di origine bizantina, sul
lato opposto del pianoro del colle Mira; re Martino I (1392-1396) ritenendo più ido-
neo il sito a sud decide di costruire il nuovo castello (da qui l’appellativo “aragone-
se”), consentendo ai religiosi di trasferire il proprio convento sul sito del fortilizio
bizantino, ove ancor oggi si trova il complesso del convento San Francesco, accanto
all’attuale Episcopio, entro cui sono ancora visibili tratti di un muro della preesi-
stente struttura bizantina.
Il nuovo castello sarà affidato alle cure di castellani di nomina regia fino al 1438,
quando re Alfonso ne concede la castellania ad Alfonso de Cardines, i cui eredi sa-
ranno proprietari del maniero, tranne per qualche decennio nel sec. XIX, fino a ce-
derne la proprietà; attualmente ne è proprietario un Socio dell’Istituto Ita-
liano dei Castelli della Sezione Sicilia.
Giorni di apertura durante le Giornate
Sabato 25 e domenica 26 Settembre
Conversazione sul castello sabato 25 ore 17.30
Orari di visita
Sabato ore 10-13, 16-19.30
Cena Medievale (all’aperto: soggetta a restrizioni Covid e meteo): su prenotazione
Domenica ore 10-13, 16-19.30
Visite guidate su prenotazione a gruppi di massimo 25 persone, offerta libera per la
manutenzione del sito
TOSCANA
FIRENZE MEDIEVALE
I due eventi delle Giornate Nazionali dei Castelli 2021 promosse dall’Istituto Italia-
no dei Castelli – Sezione Toscana sono inseriti nell’ambito del Festival delle As-
sociazioni Culturali Fiorentine.
Primo evento
Venerdì 24 settembre dalle ore 15.45, nell’ambito del Festival delle Associazioni
Culturali Fiorentine, nella Biblioteca delle Oblate – Sala Sibilla Aleramo – Via dell’O-
riuolo, 24, Firenze, verrà tenuta una conferenza dal Prof. Arch. Domenico Taddei
(Vice-Presidente della Sezione Toscana IIC e past-Presidente del Consiglio Scienti-
fico dell’Istituto Italiano dei Castelli) dal titolo “Porte-torri e mura di Fiorenza”,
sulla seconda cerchia medievale della cinta muraria (tratti ancora esistenti: da Porta
San Miniato a Piazza Tasso e da Piazza Tasso al Torrino Santa Rosa) e le porte-torri
(porte ancora visibili: Porta alla Croce, Porta San Gallo, Porta a Faenza, Porta a
Prato, Porta San Frediano, Porta Romana, Porta San Giorgio, Porta San Miniato,
Porta San Niccolò) che furono iniziate nel 1284 su progetto di Arnolfo di Cambio e
completate nel 1333.
Epoca di costruzione: XIII e il XIV secolo
Proprietà: pubblica e privata
Giorno: 24 settembre 2021
Orario: 15:45 – Biblioteca delle Oblate – Sala Sibilla Aleramo – Via dell’Oriuolo, 24,
Firenze
Visita guidata gratuita con prenotazione obbligatoria
Informazioni: segr.sezionetoscana@libero.it
Secondo evento
Domenica 26 Settembre verrà organizzato un tour guidato dal Prof. Arch. Do-
menico Taddei (Vice-Presidente della Sezione Toscana IIC e past-Presidente del
Consiglio Scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli) per osservare le medievali
“Torri di Fiorenza”, nel centro storico (Firenze). Ritrovo ore 10:00 in Piazza Strozzi,
sosta in Piazza Davanzati (Davizzi) con spiegazione della tipologia di un “palatium”
e di una “torre e casa -torre” tra XI e XV secolo: gli elementi costitutivi e stilistici
con la visita esterna alle torri.
Epoca di costruzione: XI e il XIV secolo
Proprietà: pubblica e privata
Giorno: 26 settembre 2021
Orario: 10:00, Piazza Strozzi
Visita guidata gratuita con prenotazione obbligatoria
Informazioni: segr.sezionetoscana@libero.it
Torri meta del tour:
1 – Strozzi, prima Soldenieri, via Monalda, 15r
2 – “Rognosa”, Monaldi, via Porta Rossa, 19
3 – Foresi, via Porta Rossa, 15
4 – Palazzo Davanzati, Piazza Davanzati
5 – Buondelmonti, via delle Terme, 13r
6 – Acciaioli, prima Buondelmonti, borgo Santi Apostoli, 8
7 – “Consorti”, Lungarno Acciaioli, 2
8 – “Bigoncia”, Amidei, via Por Santa Maria, 9r
9 – Baldovinetti, borgo Santi Apostoli, 4r
10 – Gherardini
11 – Saltarelli, Piazza dei Salterelli, 4.
12 – della Vacca, Foraboschi, poi “di Arnolfo”, Piazza della Signoria
13 – Cerchi, via del Canto alla Quarconia angolo via de’ Cerchi
14 – Caligai, via dei Tavolini, 1r
15 – Caligai, via de’ Cerchi, 11r
16 – Della Bella, via dei Tavolini, 2
17 – “Boccadiforno”, Della Bella, via dei Tavolini, 4r
18_“Boccadiferro”, poi “della Castagna”, Piazza san Martino, 1
19_“Volognana”, Boscoli, via del Proconsolo angolo via Ghibellina
20 – 21 –Donati, via del Corso, 33r e 46r
22 – “Bottaccio”, Ghiberti, Cavicciuoli, Erbolotti, via del Corso, 48r
23 – “Torre Nuova”, Ghiberti, Cavicciuoli, Erbolotti, via Santa Elisabetta
24 – “Pagliazza”, Piazza Santa Elisabetta
25 – Visdomini, via delle Oche, 14r.
26 – Adimari, via dei Calzaioli, 11/13
TRENTINO ALTO ADIGE
Castel Trostburg, situato su un’altura sopra il paese di Ponte Gardena, è uno dei
più grandiosi complessi fortificati dell’Alto Adige. La storia della rocca risale al XII
secolo, quando venne menzionata per la prima volta nel 1173 come sede di un “Cun-
rat de Trosperch” (Konrad di Trostberg), discendente dai Signori di Castelrotto. Nel
1290, i Conti del Tirolo acquistarono la struttura dai Signori di Velturno, i quali di
seguito impegnarono questa ai Signori von Wolkenstein. E proprio quest’ultimi,
proprietari del castello per oltre 600 anni, ampliarono autorevolmente il castello
facendo aggiungere grandi e signorili spazi di rappresentanza. Durante questo pe-
riodo, il famoso menestrello Oswald von Wolkenstein visse nel castello (1377 –
1445).
Tra il XIV ed il XVI secolo, la struttura venne ampliata considerevolmente. Nel XVII
secolo, il castello venne ulteriormente ampliato per volere del barone Engelhard
Dietrich von Wolkenstein, al quale si deve anche l’aspetto rinascimentale dell’edifi-
cio. Nel 1981, Castel Trostburg è entrato in possesso dell’Istituto dei Castelli dell’Al-
to Adige, salvandolo così dalla rovina. Quest’associazione si impegna per conservare
il carattere ed il fascino unico del castello e contemporaneamente di permettere
l’accesso al pubblico. Dal 2005, il castello ospita il Museo dei Castelli dell’Alto Adi-
ge. Il complesso è ben conservato, grazie anche agli impegnativi lavori di ristruttu-
razione.
All’interno potrai vedere elementi dall’età romanica a quella barocca, come finestre
e porte ad arco, cammini di ronda gotici, sale pompose, pannellature del XVI e XVII
secolo, e opere di stucco e mobili rinascimentali. Notevoli sono soprattutto la bellis-
sima stube gotica con la sua volta trilobata, gli affreschi tardogotici e la ricca biblio-
teca, tra le più ricche e famose dell’epoca. E come si raggiunge Castel Trostburg? Il
castello è accessibile solo a piedi: il Sentiero Trostburg conduce da Ponte Gardena
(parcheggio) lungo un sentiero lastricato dell’epoca medioevale in 15 minuti al ca-
stello. Via Burgfrieden invece è meno ripida, ma anche più lunga (30 minuti).
Programma 25 settembre 2021
Convegno: Restauro dei castelli: esperienze a confronto ore 9-17
Visita guidata gratuita (max 50 posti): ore 16-17
Il convegno è gratuito con prenotazione obbligatoria via mail (max 50 posti)
Pranzo: per gli iscritti al convegno con prenotazione obbligatoria via mail e paga-
mento anticipato la mattina del convegno (euro 25)
UMBRIA con video
ll castello di Montecolognola, pittoresco e delizioso borgo medioevale che si af-
faccia in posizione strategica sul lago Trasimeno, conserva quasi intatto il suo pri-
mitivo aspetto, mura e porte d’ingresso risalgono ai primi del Trecento. La fortifica-
zione presenta una cinta muraria a forma elissoidale e un impianto urbano a sche-
ma rettangolare, al cui interno sorge la interessante chiesa trecentesca di S. Maria
Annunciata, a pianta quadrangolare; piccolo scrigno che conserva dipinti di artisti
umbri dal XIV al XVI secolo; nella laterale cappella di Santa Lucia si trova un inte-
ressante affresco del futurista perugino Gerardo Dottori, uno dei primi ideatori del-
l’aeropittura.
Nella seconda metà del XIII sec. gli abitanti di Pian del Carpine (oggi Magione) si
ribellarono ai Cavalieri Gerosolimitani, che avevano il controllo di parte del territo-
rio intorno al lago, e si insediarono sulla sommità del colle che si erge dietro l’abita-
to principale dell’odierno paese. Nel 1261 la rivolta fu sedata dai Gerosolimitani che
infersero un duro colpo ai rivoltosi, desiderosi di affrancarsi dalla sudditanza dei
Cavalieri. Benché sconfitti, gli abitanti di Pian del Carpine continuarono la loro lotta
fino a quando nel 1290, sotto l’egida del Comune di Perugia, fu iniziata l’edificazio-
ne del castello di Montecolognola, terminato in breve tempo (1312) grazie all’appor-
to operativo dell’intera comunità, che ottenne così l’indipendenza tanto desiderata.
La possente cinta muraria lo rese un solido baluardo contro i nemici tanto da dive-
nire l’insediamento principale di quest’area, pronto ad accogliere in caso di necessi-
tà gli abitanti di Pian del Carpine. Il castello di Montecolognola, nonostante gli as-
sedi che dovette subire, rimase il centro politico ed amministrativo di riferimento
della zona fino alla metà del XVII sec., quando fu sostituito da Magione che riprese
il predominio dell’area, decretando un lento ed irreversibile declino del borgo forti-
ficato. Ancor oggi, grazie ad un sapiente intervento di ristrutturazione voluto forte-
mente dall’attuale amministrazione comunale di Magione, è possibile ammirare
l’imponenza dei cinque bastioni perimetrali e delle due porte, una a nord e l’altra a
sud; quest’ultima, che costituì l’ingresso principale, era dotata di un ragguardevole
ponte levatoio, di cui ancor oggi sono ben visibili gli scassi, e di una seconda porta
più arretrata destinata a chiudere eventuali assalitori in uno spazio ristretto nel
quale difficilmente avrebbero potuto difendersi.
VENETO con video
Il Forte San Felice costituisce un patrimonio storico-ambientale di
incommensurabile valore. Situato in una posizione unica tra mare, laguna e città di
Chioggia, racchiude in sé una storia di 650 anni. Vanta il primato di essere il forte
più antico della laguna di Venezia, con la costruzione del Castello della Luppa, nel
1385, come protezione della città e delle sue preziose saline dopo gli esiti infelici
della Guerra di Chioggia tra Venezia e Genova. Precedentemente vi era una fortezza
lignea, data alle fiamme proprio nella guerra del 1379. Sulle sue ceneri, sorse isolato
nella barena il Castello (mastio e torre), costruito in mattoni e pietra, con muri
spessi oltre i 2 metri. Nel ‘500 si decise di costruire una cinta muraria attorno al
Castello; sono i bastioni a forma di stella, con addossati terrapieni, che con la loro
geometria, respingono i colpi d’artiglieria e proteggono allo stesso tempo il Castello
dalle pesanti mareggiate stagionali. Nel corso dei secoli il Forte si riempie di edifici:
uno su tutti, il maestoso Portale sulla laguna in fronte alla città, in bianca pietra
d’Istria, opera nel 1704 dell’architetto Tiràli, simbolo del Forte e suo unico accesso
fino a dopo la 2^ guerra mondiale. Le dominazioni che susseguono la caduta della
Repubblica di Venezia, si approprieranno del Forte, costruendo edifici sempre
diversi, che lo rendono un vero e proprio catalogo delle costruzioni militari: castello
medievale, polveriere veneziane, blockhaus austriaci, casermette francesi, bunker
italiani e tedeschi, percorsi e gallerie, porte d’acqua. Caratteristica è la presenza da
secoli della pianta di liquirizia, che con le sue imponenti radici serve a compattare il
terrapieno dei bastioni. Il Forte oggi è ancora proprietà della Marina Militare
Italiana, usato come sede della Reggenza Fari del compartimento marittimo di
Chioggia, nonostante che il contingente militare abbia lasciato il Forte nel 1979 e
che io storico faro funzionante dalla fine del 1800 sulla torretta del Castello sia stato
spostato presso la diga in spiaggia nel 1993.
Il Forte è sempre stato militare e perciò inaccessibile al pubblico. Dal momento in
cui l’ultimo contingente della Marina militare ha lasciato il Forte nel 1979,
rimanendovi soltanto la presenza dell’addetto alla Reggenza Fari, cominciò il suo
degrado progressivo: gli edifici storici abbandonati cedono gradualmente all’assalto
delle intemperie e si sviluppa la vegetazione infestante. Con l’obiettivo del suo
recupero, nel 1999 si formò il Comitato per il Forte San Felice, aprendo il forte per
la prima volta a visite pubbliche in accordo con la Marina. Subito dopo però le visite
non furono più autorizzate per i problemi di sicurezza dovuti alla precarietà degli
immobili. Il Comitato ha continuato ad impegnarsi per valorizzare la fortezza, ma
anche il patrimonio storico e ambientale limitrofo, come i murazzi e il territorio
urbano del centro storico. La finalità ultima del Comitato è la salvaguardia del Forte
e dell’ambiente circostante, lottando per un suo restauro e riutilizzo per finalità
culturali. Il Comitato si è fatto promotore di campagne per la sua salvaguardia,
raccogliendo per i censimenti dei Luoghi del Cuore del FAI 18.000 firme/voti nel
2014 (15° posto nazionale) e ben 25.122 nel 2016 (9° posto nazionale). Su questa
spinta si sono riattivate le visite (all’esterno degli edifici) ed infine è stato
sottoscritto nel gennaio 2018 un protocollo d’intesa tra Ministero Difesa, Ministero
Infrastrutture e Trasporti, Agenzia del Demanio, Soprintendenza e Comune di
Chioggia, che prevede la smilitarizzazione del Forte e l’inizio del suo recupero per
uso pubblico utilizzando I fondi delle misure compensative del MOSE. Un Tavolo
tecnico tra gli Enti presiede alla realizzazione di quanto previsto dal protocollo.
Sono già in corso i lavori per realizzare il progetto per un primo stralcio (restauro
del portale monumentale e realizzazione percorsi di visita sui terrapieni dei
bastioni); i progetti per il restauro del blockhaus e della polveriera veneziana sono
stati approvati a fine luglio e si è in attesa del progetto per il Castello. Il Comitato
per il Forte San Felice continua ad impegnarsi organizzando col Comune di
Chioggia visite guidate , convinto che solo con la conoscenza diretta e con la
partecipazione dei cittadini si possa giungere al recupero e alla piena valorizzazione
del Forte.
Il sistema difensivo della Laguna di Venezia, delineatosi dalla fine del XIV secolo
alla Grande Guerra, per vastità geografica e assortimento tipologico rappresenta un
unicum a livello europeo. Tuttavia, fra le decine di forti, polveriere, trinceramenti,
batterie, isole fortificate e altre opere di difesa costruite nel corso dei secoli, svetta-
no per importanza strategica, arditezza ingegneristica e valenza paesaggistica le ar-
chitetture militari volute dalla Repubblica di San Marco alle bocche di porto.
Ma proprio alle bocche di porto da oltre quindici anni sono in corso i lavori per la
realizzazione di un’opera altrettanto ardita: le dighe mobili sottomarine aventi lo
scopo di regolare i flussi di marea in laguna e difendere Venezia dall’acqua alta
(comunemente definite come “sistema MOSE”).
L’impatto di tali opere sugli habitat circostanti e sul paesaggio è talmente significa-
tivo che ha indotto la Commissione Europea a obbligare il governo italiano ad adot-
tare tutta una serie di misure di compensazione, conservazione e riqualificazione
ambientale riunite in un “Piano Europa” approvato nel 2007 e poi rivisto nel 2011
(totale 266MLN di euro).
L’Istituto Italiano dei Castelli si è fatto promotore in tutte le sedi competenti e nei
tavoli tecnici che sono stati istituiti affinché una parte di queste misure fosse impie-
gata per la conservazione e il recupero delle architetture militari. Un primo risultato
è stato ottenuto con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa interministeriale del 18
gennaio 2018 per la valorizzazione di Forte San Felice e delle fortificazioni della La-
guna Sud. Il Protocollo prevede il restauro degli edifici storici (compreso il Castello
di Chioggia del XIV secolo) e dei bastioni rinascimentali, la bonifica ambientale, la
riqualificazione dell’area verde esterna e l’apertura al pubblico dell’87% del com-
plesso monumentale. Una parte (minimale) del forte verrà adibita anche a strutture
ricettive e per la ristorazione, con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro.
Evento realizzato con:
Comune di Chioggia, Comitato Forte San Felice
Forte San Felice
Epoca di costruzione
Nucleo iniziale (Castello della Luppa) 1385, trasformazione in fortezza bastionata
nel corso del 1500, con ulteriori interventi nei secoli successivi.
Proprietà
Ministero della Difesa, Marina Militare; in corso il passaggio al Ministero
Infrastrutture, Provveditorato interregionale opere pubbliche (ex-Magistrato alle
Acque)
Giorni di apertura durante le Giornate
Sabato 25 settembre pomeriggio/domenica 26 settembre mattina
Orari Sabato quattro turni con inizio 14.30/15.30/16.30/17.30
Domenica due turni con inizio 10.00/ 11.00
Visite guidate di gruppi max. 20 persone, con adozione prescritte misure e norme
anti-Covid.
Prenotazione on line (dal 1 settembre) su sito https://www.eventbrite.it
CASTELLO DI THIENE
Epoca di costruzione
Metà XV secolo
Proprietà
Famiglia dei Conti di Thiene
Giorni di apertura durante le Giornate: Venerdì 17 settembre (10,00; 11,00; 12,00)
Visite guidate fino ad esaurimento posti, necessario esibire il green pass e
documento d’identità
Prenotazione on line (dall’1 settembre): www.castellodithiene.com
info@castellodithiene.com
Contributo libero di euro 3

Il castello di Thiene (VI) è un complesso monumentale nel cuore della città di Thie-
ne in Veneto di grande interesse per la qualità e quantità di elementi storici, archi-
tettonici artistici e paesaggistici che vi è conservata. Ognuno di questi merita, di per
sé, grande attenzione, ma è il loro insieme a fare di questo complesso un esempio
straordinario e forse unico.
E’ il più cospicuo edificio gotico del XV sec. sorto nel vicentino ad uso di dimo-
ra civile. Straordinario esempio di villa pre-palladiana, caposaldo nell’evoluzione
delle ville venete, associa le caratteristiche del castello a quelle del palazzo venezia-
no e in particolare della “casa-fondaco”: abitazione e magazzino/luogo di
commercio. La pianta del castello al centro dei tre piani si configura a forma di T.
Il corpo principale presenta una loggia profonda, aperta sul fronte con cinque am-
pie arcate; al primo piano corrisponde una pentafora gotica, unico esempio al di
fuori di Venezia. L’edificio è forse da attribuire al grande architetto Domenico da
Venezia, “ingegnere” della città di Vicenza.
Di fronte al torrione d’ingresso del Castello sorge la quattrocentesca chiesa dedicata
alla Natività di Maria Vergine con oratorio, sagrestia e casa del cappellano.
Peculiarità del castello è il fatto che le sale siano ancora perfettamente arredate e
presentino un’estesa collezione di ritratti di varie epoche; di grande importanza è
il ciclo di affreschi realizzato da G. Battista Zelotti e G. Antonio Fasolo, i due
più importanti allievi di Paolo Veronese, con scene di storia romana narrate da Tito
Livio. Nelle stanze “private” abiti, accessori e oggetti d’uso quotidiano. Insolita
la collezione di ritratti equestri del XVII secolo e splendide le scuderie eseguite
all’inizio del ‘700 su disegno dell’arch. Francesco Muttoni.
A completamento i 12.000mq di verde: sul fronte la grande corte nobile con bar-
chesse e magnolie secolari; sul retro l’ampio parco con cedraia, ghiacciaia, roggia e
grotta rinascimentale.
Il complesso è tutt’ora un edificio privato custodito con passione dagli attuali
proprietari, che si impegnano nella valorizzazione di questo vasto complesso mo-
numentale per renderlo sempre più fruibile allo studioso, al visitatore, o al semplice
curioso. La proprietà è consapevole della sua importanza storico-artistica e quindi il
suo essere a tutti gli effetti un bene di interesse pubblico: ne ha così aperto le
porte ai visitatori, a partire dagli anni Sessanta per visite guidate e successivamente
conferenze, concerti, eventi privati, mostre.