Gioia Tauro, lettera aperta a Papa Francesco
Santo Padre,
“Gioia Tauro è Salesiana, Don Bosco qui è di casa!”
Con questo motto nel settembre del 2016, grazie all’impegno di Mons. Albino Caratozzolo, l’ordine dei Salesiani arrivava nella Parrocchia gioiese di San Francesco da Paola, per iniziare nella città del Porto e delle mille attese incompiute di una città pencolante da sempre fra stato e antistato, un’ importante missione basata sugli insegnamenti di San Giovanni Bosco, protettore ed educatore delle famiglie e dei giovani.
Nel settembre 2017, al momento dell’insediamento ufficiale in parrocchia, nel corso della cerimonia Mons. Francesco Milito Vescovo della Diocesi Oppido Palmi- non casualmente donava una statua di San Giovanni Bosco insieme a San Domenico Savio, noto come il “Santo delle culle” perché invocato nei casi di sterilità.
L’arrivo dei padri salesiani a Gioia Tauro- come disse anche il presule – rappresenta una luce che ha squarciato le tenebre, donando a tutti semi di rinascita e speranza”.
Sin dal loro arrivo, i padri salesiani capitanati da don Pasquale Cristiani, padre amorevole, sapiente e carismatico, hanno rivoluzionato la parrocchia con molteplici iniziative spirituali ed educative .
Piccole importantissime conquiste, miracoli di una quotidianità vissuta alla luce della fede e dell’esempio di Don Bosco.
Tanti in questa prospettiva sono stati i “miracoli” che hanno interessato la comunità: come l’avvio dell’oratorio, “casa che accoglie”, prezioso per la crescita dei giovani, perché Santo Padre come Lei sicuramente sa già, l’Oratorio Salesiano è l’oratorio per eccellenza, ”Come voleva Don bosco”
Vede Santo Padre se questo tempo è segnato dalla crisi della famiglia e della società, nella Piana di Gioia Tauro a questo si aggiunge, la forte disoccupazione e la presenza della ‘ndrangheta.
Organizzazione ben radicata, capace di far cadere i giovani nella sua rete, con la promessa di guadagni facili e malato potere.
La scuola così com’è organizzata oggi, non può certo aiutare i giovani, ed è qui che entra in gioco la Chiesa: una chiesa più “sociale”.
Una chiesa che va dal sostegno/indirizzamento alla scoperta e a alla valorizzazione dei propri talenti personali (Chiesa come agente di scouting), alla capacità di ascolto e assistenza psicologica (Chiesa-counseling), allo sviluppo di reti di relazione con le altre agenzie ed istituzioni del territorio finalizzate ad agevolare la ricerca della propria occupazione (Chiesa-agenzia per il lavoro), alla animazione culturale di alto livello (Chiesa-centro culturale).
Una chiesa che sia Centro di Educazione Permanente!
Insomma: casa, comunità, ambiente ‘protetto’ in cui abitare, pe trovare un luogo sano e tranquillo in cui mettersi alla prova e prepararsi ad affrontare il mondo in cui viviamo.
E tutto questo corrisponde ad una sola Parola: SALESIANI.
Solo i Salesiani sanno attuare questo, dal lontano 8 dicembre 1841, quando dall’incontro tra Don Giovanni Bosco e Bartolomeo Garelli nasce il primo oratorio.
In questi anni la presenza dei Salesiani a Gioia Tauro è stata una luce che ha squarciato le tenebre.
I Salesiani hanno dato speranza, certezze, valori in cui credere.
L’oratorio ha coinvolto moltissimi bambini, ragazzi e adulti.
Tanti che erano lontani dalla Chiesa si sono avvicinati e sono rimasti e si impegnano attivamente.
C’è il progetto di iniziare il corso per cooperatori e si sono anche verificate due guarigioni miracolose, per intercessione di Don Bosco e San Domenico Savio.
Ebbene Santo Padre, qualche giorno fa è arrivata una bruttissima notizia: a gennaio i Salesiani devono andare via!
Non è possibile! Non è giusto!
Tutto questo non può finire, non deve finire!
Significherebbe la fine, perché l’opera dei Salesiani è migliore e più incisiva delle altre realtà.
Gioia Tauro ha bisogno dei Padri Salesiani, per un nuovo Umanesimo.
Per non tornare nel Medioevo.
Santo Padre, vi supplico a nome non solo mio , ma di tutta Gioia Tauro, intercedete Voi presso il Rettore Maggiore dei Salesiani, affinchè i Salesiani restino a Gioia Tauro.
Don Pasquale Cristiani, Don Natale Spina e il signor Antonio Masi, devono restare con noi a Gioia Tauro.
Gesù Cristo disse:” Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non mi importunare; la porta è già chiusa, e io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene io vi dico: bussate ripetutamente, e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra di voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà un serpente al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono”.(Lc, 11,5-13).
Adesso noi tutti stiamo pregando.
Io non sono nessuno, non ho nessun personaggio importante che mi può aiutare e per questo umilmente e con il cuore sanguinante, Le chiedo di intervenire e far sì che i Salesiani restino con noi.
Non abbandonateci Santità, aiutateci Voi.
Caterina Sorbara