Gesù Cristo figlio di Dio di Caterina Sorbara
Nonostante il difficile periodo che il mondo sta attraversando, presto la Chiesa Cattolica e i Cristiani festeggeranno il Natale, la festa che celebra la nascita di Gesù Cristo, figlio di Dio.
Una nascita, che anche chi non crede, non può negare, perché la storia ci racconta che 2020 anni fa, Gesù nacque in una grotta a Betlemme, villaggio situato nei sobborghi di Gerusalemme, che era allora la capitale della Palestina, sotto il regno di Augusto.
Gesù, ha rivoluzionato la vita dell’umanità, sostituendo alla mentalità pagana, fondata sul diritto del più forte e sulla violenza, la mentalità cristiana, fondata sul principio della fratellanza e dell’uguaglianza di tutti gli uomini, per diritto naturale e divino.
Ma chi è davvero Gesù? Questo straordinario, bellissimo, perfetto e meraviglioso uomo.
Per tanti Gesù era un uomo molto saggio, per altri un illuminato, un profeta, un filosofo, un rivoluzionario che si accompagnava con gli ultimi, con gli emarginati, con i poveri.
In ebraico il nome Gesù è Jeshua, che significa “Salvatore”.
Gesù ha adempiuto il ruolo di Salvatore mediante il Suo sacrificio volontario e la Risurrezione.
Gesù è il Primogenito del Padre nello spirito ed è l’Unigenito del Padre nella carne.
Sua madre era una ragazza di 15 anni, pura e buona Maria(in ebraico Myrhiàm), suo padre putativo un falegname di nome Giuseppe.
Gesù dopo aver lavorato, fino all’età di 30 anni, nella bottega del padre Giuseppe, lasciò la casa di Nazareth , dove era vissuto e insieme ai 12 apostoli, percorse tutta la Palestina per annunciare la “buona novella”.
In nome di Dio, padre di tutti gli uomini, creatore del cielo e della terra, lui prospettava la vita eterna come scopo e ricerca della vita terrena , proponendo i valori della carità, dell’amore e della fratellanza, dell’uguaglianza, della povertà come costruttori di un nuovo mondo e di un’autentica civiltà.
Gli umili e gli oppressi, gli schiavi e i diseredati furono i primi ad accogliere la sua parola e a seguirlo.
Sono convinta che se Gesù nascesse oggi, si accompagnerebbe con i clochard, i migranti, le prostitute, gli omosessuali ancora discriminati e le famiglie povere.
Gesù è stato il più grande pedagogista che sia mai vissuto
Si può benissimo parlare “della pedagogia di Gesù”
Già all’età di dodici anni, Lo trovarono nel tempio mentre istruiva i dottori della legge ( Luca 2:46), i quali si meravigliavano della Sua conoscenza.
Gesù si è servito spesso di parabole, come mezzi per illustrare profonde verità divine. Storie come queste sono facili da ricordare, hanno dei personaggi marcati e sono ricchi di simbolismi.
Si fermava nelle strade e nelle piazze, ma anche sulle barche dei pescatori e in cima alle montagne per raccontare le sue parabole.
Fra quelle più famose possiamo ricordare: La pecorella smarrita e Il Figliol prodigo.
Usava spesso anche similitudini.
Nel periodo trascorso sulla terra, oltre a prendersi cura dei bisognosi, ha guarito i lebbrosi (vedi Luca 17:12–19) e non ha mai allontanato i bambini (vedi Matteo 19:13–14).
Non ci sono parole per descrivere l’amore di Gesù verso tutti.
Nei quattro Vangeli sono descritti tantissimi miracoli da lui compiuti.
Il primo è quello delle “Nozze di Cana”
Gesù e sua mamma vennero un giorno invitati ad un banchetto di nozze, in una cittadina chiamata Cana.
Ad un certo punto della festa qualcuno disse che era finito il vino. Gli sposi ci rimasero male e temevano di fare brutta figura nel loro giorno più bello.
Maria disse a suo figlio Gesù se avesse potuto fare qualcosa, ma questi gli rispose dicendole che non gli importava nulla di questo, Maria però aveva grande fiducia nel suo meraviglioso e Divino figlio e non contraddì il suo pensiero.
Dopo un po’ Gesù vide sei vasi di pietra che dovevano servire per la purificazione delle mani e per lavare le stoviglie dopo il bacchetto e disse ai servi di riempirle d’acqua; quando il maestro di tavolo assaggiò quell’acqua si accorse che era diventata vino e per questo chiamò lo sposo e gli disse:
“Tutti servono in principio il vino buono; poi, quando la gente ha bevuto bene, danno quello meno buono. Tu invece hai fatto il contrario!”.
Questo è il primo miracolo che ha fatto Gesù e così anche i suoi discepoli iniziarono a credere in lui.
Gesù ha dimostrato potere sulle infermità, per esempio, quando ha guarito, da lontano, il servo del centurione (Vangelo di Matteo 8, 5-13).
Gesù ha dimostrato di avere potere sui demoni, per esempio, quando ha liberato Maria Maddalena da sette demoni (Vangelo di Marco 16, 9).
Gesù ha dimostrato di avere potere sulle forze della natura, per esempio, quando ha calmato una tempesta (Vangelo di Matteo 8, 23-27)
Gesù ha dimostrato di avere potere sulla morte, per esempio, quando ha risuscitato Lazzaro (Vangelo di Giovanni 11, 17-44).
Personalmente, sin da piccola mi ha sempre affascinato il miracolo della Moltiplicazione di pani e dei pesci.
La straordinarietà di Gesù si evince anche dal suo incontro con la samaritana.
Parlando con questa donna, Gesù ha abbattuto alcune barriere che impedivano ai farisei di parlare a una persona nelle condizioni di quella donna.
In primis era una donna samaritana, non una giudea.
Era poi una peccatrice, in quanto aveva una relazione con un uomo fuori dal matrimonio.
Ma Gesù non la esclude. Gesù la tratta in modo paritario, e le chiede acqua da quella fonte. Lei si stupisce e a quel punto Gesù le parla, le dimostra rispetto e le dà dignità. Quindi, Gesù dichiara la sua vera identità a lei. Lui la avvicina alla vera fede, e la converte a Lui. Una donna peccatrice diventa quindi discepola di Gesù. Infatti proclama il Cristo agli altri abitanti del villaggio.
Nei Vangeli notiamo spesso che Gesù parla apertamente alle donne anche non appartenenti all’etnia dei Giudei, spesso in aperta contraddizione con le norme del tempo.
Gesù ridà quindi dignità alle donne e le pone in un piano assolutamente paritario con quello degli uomini.
I Vangeli registrano diversi casi in cui Gesù raggiunge donne emarginate, che soffrono silenziosamente e sono viste dalla società come “persone insignificanti destinate a vivere ai margini della società.” Gesù le nota, le osserva, riconosce la loro situazione disperata e, “in un momento glorioso”, le mette al centro della sua missione, e le rende immortali.
Inoltre la straordinarietà di Gesù va riconosciuta anche nell’umiliazione della morte sulla croce, come ha testimoniato il centurione pagano: ”Davvero costui era Figlio di Dio”.
Per l’evangelista Marco “la buona notizia” è Gesù stesso.
Anche nei Vangeli apocrifi si narra di Gesù.
La classe dirigente ebrea, vedeva minacciato il suo potere; come anche i dottori della legge ebrea(Farisei) che non vollero riconoscere in Gesù il messia atteso e annunciato dai profeti, e lo considerarono un profanatore della dottrina espressa nel Vecchio Testamento.
Sostenendo che Gesù era un “sovversivo” che sobillava le genti contro l’ordine costituito e contro il potere imperiale romano, i potenti lo misero a morte per crocifissione.
Gesù aveva 33 anni.
A Roma regnava Tiberio, Augusto era morto da 19 anni.
All’alba della domenica dopo la morte di Gesù, alcune pie donne si diressero verso il sepolcro del Maestro ma la pietra tombale era rovesciata e su di essa stava seduto un angelo in bianca veste. Il suo aspetto era simile alla folgore e disse alle donne di non spaventarsi perché se cercavano Gesù di Nazareth lui era risorto ma non si trovava lì e se volevano vederlo dovevano recarsi in Galilei e che dovevano avvertire anche i suoi discepoli. Gesù apparve a Maria Maddalena, poi a due dei suoi discepoli ed infine durante il momento del pranzo degli apostoli, qui lui li rimproverò del perché non avevano creduto a ciò che si diceva sulla sua resurrezione.
Gesù inoltre li invitò a predicare l’Evangelo e gli disse che coloro che gli crederanno e si faranno battezzare saranno salvi.
Quaranta giorni dopo la sua resurrezione, Gesù risaliva alla gloria dei Cieli, accanto al Padre suo che l’aveva mandato. La sua missione d’amore in terra era finita.
Sono cresciuta accanto ad una donna straordinaria : la mia nonna materna Grazia Mamone.
La sua vita non era stata facile, piena di lutti e dolore.
Nonostante tutto, non perdeva mai una Messa e mi parlava sempre di Gesù Cristo, questo uomo straordinario, meraviglioso, presente nell’Eucaristia.
Ricordo che non mangiava niente prima di andare a Messa perché doveva accogliere Gesù.
Al ritorno a casa beveva un bicchiere d’acqua per non contaminare eventuali “tracce” dell’Eucaristia.
Ero bambina e non capivo come poteva amare Gesù, senza averlo mai incontrato di persona.
Ma quei preziosi semi, che lei piano piano piantava dentro il mio piccolo cuore, attraverso preghiere,( spesso preghiere e filastrocche in dialetto calabrese) e portandomi con lei a Messa , grazie anche all’acqua dei padri salesiani (Don Pasquale Cristiani e don Natale Spina) sono germogliati fino a diventare alberi con radici ben salde.
Ho capito che mia nonna aveva ragione. Solo Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo.
Gesù un uomo “meravigliosamente meraviglioso”, un uomo che dopo averlo conosciuto, non si può non amare, non si può vivere senza di Lui.
Gesù è amore puro, amore universale
Travalica ogni amore terreno, ogni passione umana. Nessun uomo può reggere il confronto con lui.
Tempo fa un giornalista importante(non ricordo il nome) disse: ”Sono ateo, ma sono innamorato di Gesù Cristo”.
Ricordo all’Università, all’esame di Storia della Pedagogia, il mio disappunto perché il professore non dava risalto alla Pedagogia di Gesù.
Purtroppo oggi, soprattutto i giovani vanno dietro a falsi Cristi, a miti artificiali, alle droghe.
I media inneggiano alla tecnologia, al consumismo, ai falsi poteri.
In questo tempo di dolore, di speranze attese e disattese è necessario ritornare a leggere la Bibbia, il libro più importante del mondo, ricco anche di insegnamenti per la vita di tutti i giorni.
E’ necessario ritornare a Gesù, partendo da questi giorni di Avvento: andiamogli incontro, lasciamoci cullare dal suo amore e non lasciamolo più.
Caterina Sorbara