Fondi aziendali ASP di Catanzaro, Tavernise (M5S): necessario ristabilire l’utilizzo conforme e garantire la compensazione immediata
CATANZARO – La gestione dei fondi aziendali dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro richiede interventi urgenti e risolutivi. È inaccettabile che risorse contrattualmente vincolate, destinate alla dirigenza sanitaria, siano state utilizzate in maniera impropria, mettendo a rischio i diritti retributivi e contrattuali dei dirigenti medici e penalizzando ulteriormente una categoria già duramente colpita da condizioni di lavoro insostenibili.
Durante la riunione del 28 ottobre scorso, l’ASP di Catanzaro ha confermato quanto denunciato dai sindacati: i fondi di posizione aziendale destinati alla dirigenza sono stati impiegati per coprire le retribuzioni di medici dell’emergenza-urgenza contrattualizzati con l’ASP di Cosenza per conto di Azienda Zero. Questo uso improprio delle risorse, che avrebbero dovuto finanziare specifiche voci retributive contrattuali, viola i principi di buona amministrazione e rischia di configurare un reato di distrazione di fondi pubblici.
A ciò si aggiungono ritardi inaccettabili nell’erogazione delle retribuzioni di risultato per gli anni 2021, 2022 e 2023, e l’annunciata sospensione dell’indennità di pronto soccorso ai medici del sistema di emergenza-urgenza territoriale. È evidente che la situazione rischia di peggiorare ulteriormente in assenza di interventi immediati.
Ho depositato un’interrogazione indirizzata al Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, chiedendo se intende assumere iniziative urgenti nel suo ruolo di Commissario ad acta per il Piano di rientro sanitario, al fine di ristabilire il corretto utilizzo dei fondi aziendali dell’ASP di Catanzaro, in linea con i dettami contrattuali; e garantire la compensazione immediata delle somme impropriamente utilizzate.
La crisi sanitaria calabrese è sotto gli occhi di tutti: la Regione fatica a trovare personale medico, come dimostrano le scarse adesioni al recente bando per l’assunzione di 705 medici. A ciò si sommano condizioni di lavoro disastrose, turni massacranti, strutture inadeguate e politiche che non valorizzano né il merito né la dignità del personale sanitario. L’assenza di una retribuzione puntuale e rispettosa dei contratti aggrava questa fuga di competenze, rendendo il sistema sanitario sempre meno attrattivo.
Non possiamo permetterci che il caos amministrativo e finanziario si aggiunga a questo quadro già critico. La Regione Calabria deve fare la sua parte, erogando senza ulteriori ritardi le risorse dovute e garantendo che i fondi destinati al personale sanitario vengano gestiti in modo conforme. La credibilità delle istituzioni passa anche attraverso il rispetto degli impegni contrattuali e il riconoscimento del lavoro dei nostri medici.
È tempo di agire, per evitare che il sistema sanitario calabrese collassi definitivamente.