Festival d’Autunno, applausi a scena aperta a una straordinaria Anna Maria De Luca e alla sua “Teresa”
Una giornata dedicata alle scuole con uno spettacolo il cui testo invita alla riflessione. ‘Teresa, un pranzo di famiglia’, con Anna Maria De Luca, è andato in scena questa mattina, con una doppia replica, nell’Auditorium “G. Casalinuovo”, nell’ambito della programmazione del Festival d’Autunno, ideato e diretto da Antonietta Santacroce.
«Da sempre il Festival – ha detto il direttore artistico – si pone come obiettivo quello di avvicinare i giovani al teatro. Obiettivo pienamente riuscito: la piece andata in scena ha avuto più di mille spettatori suddivisi nelle due repliche e ha proposto una storia di ‘Ndrangheta vista dalla parte di una donna che ne rivendica l’orgogliosa appartenenza».
“Teresa, un pranzo di famiglia”, produzione della compagnia Teatro del Carro, racconta di una donna che da bambina sognava di diventare parrucchiera, ma che appartenendo a una famiglia malavitosa ha dovuto piegarsi alla volontà della famiglia a seguire le volontà decise da altri per lei. Scritto dalla giornalista reggina Francesca Chirico e diretto da Luca Maria Michienzi, il monologo è stato interpretato da una straordinaria e intensa Anna Maria De Luca, nei panni di una donna di ‘ndrangheta, sposa senza amore, vedova assetata di vendetta, madre che rifiuta la figlia pentita affermando che «nella vita si muore pure da vivi».
Teresa, come la sacerdotessa di un rito quotidiano, ogni giorno apparecchia un posto a tavola anche per chi non c’è – il marito morto ammazzato e il figlio, in carcere per averlo vendicato – e passa in rassegna la propria vita, ricomponendo storia dopo storia, nome dopo nome, un cupo affresco di “famiglia”. Nel suo lungo sfogo, Teresa mescola vittimismo e orgoglio d’appartenenza, unite all’amarezza per le regole infrante dalla figlia Angela, che ha spezzato la catena di sottomissione, decidendo di collaborare con la giustizia e mettendola di fronte alle sue scelte.
‘Teresa, un pranzo di famiglia’ è un monologo duro, che si consuma nella cucina, luogo in cui sono presenti lumini e fotografie, piuttosto che persone, e in cui impera una solitudine che non mostra traccia di pentimento. Anna Maria De Luca, incarna alla perfezione il personaggio di Teresa, che tra una preghiera a San Rocco – con la spettacolare trasformazione del tavolo ad altare sacro -, e un impasto ancora crudo da prendere a morsi, trasforma la sala da pranzo in uno spettrale cimitero: un lumino per Angela, che è come morta per la madre, non è altro che l’ennesimo di una lunga serie e probabilmente non sarà l’ultimo, ma renderà Teresa, tenacemente ancorata al sistema da lei concepito come famiglia, sempre più sola.
Una storia, quella di Teresa, che mette in risalto il ruolo rivestito dalle donne negli ambienti mafiosi. L’autenticità e la credibilità del personaggio interpretato dalla De Luca, sono state riprese dal sostituto procuratore Marisa Manzini, nell’incontro che ha seguito lo spettacolo, coordinato dall’avvocata Adele Manno. La Manzini, che nella sua carriera trentennale si è confrontata varie volte con personaggi similari, come ricordato dal direttore artistico Santacroce nella sua introduzione, ha sottolineato l’assoluta veridicità delle scene dando anche nome e cognome ai personaggi ai quali è fedelmente ispirato lo spettacolo.
In modo particolare si è soffermata sul ruolo delle donne nelle ‘ndrine alle quali è affidato il compito di crescere i propri figli inculcando loro il senso della famiglia e dell’apparenza al clan. Forti all’esterno per far rispettare la famiglia e non offrire occasioni di scandalo, deboli all’interno perché sottomesse agli uomini anche se in carcere o latitanti; abituate sin da piccole a obbedire anche contro la propria volontà, anche quando sono i propri figli a ‘ sparire’ per seguire il codice d’onore malavitoso. Quante sofferenze immani sopportate con rassegnazione perché la famiglia viene prima di tutto e tutto decide.
Riflessioni che sono state indirizzate ai ragazzi anche dall’assessore alla cultura e pubblica istruzione, Donatella Monteverdi, nel suo racconto durante il quale ha sottolineato l’importanza della cultura affinché i giovani acquisiscano consapevolezza della ‘ Ndrangheta e ne prendano le distanze nella vita quotidiana.
Il prossimo evento del Festival d’Autunno si terrà venerdì 25 novembre, nel Teatro Politeama di Catanzaro, con un Galà lirico sinfonico ‘Vissi d’arte. Omaggio a Maria Callas’. Una produzione originale dedicata alla “Divina” in occasione delle celebrazioni per i 100 anni della sua nascita previste nel 2023. Ancora una volta il festival Proporrà una prima nazionale, con due protagonisti d’eccezione: il soprano Amarilli Nizza e il tenore Fabio Armiliato, che insieme all’Orchestra Filarmonica Calabrese diretta da Filippo Arlia, proporranno le arie più belle del melodramma da Verdi a Puccini, da Leoncavallo a Cilea.
I biglietti dei due spettacoli sono disponibili sul sito del Festival d’Autunno (www.festivaldautunno.com), acquistabili anche con la Carta del Docente oppure nel Teatro Politeama, nel Bar Mignon di Catanzaro e nei punti vendita Liveticket. Per questo spettacolo è previsto uno sconto del 50% per studenti Università, Conservatorio, Accademia delle Belle Arti, scuole di danza e di teatro. Vogliamo un teatro gremito di giovani al #festivaldautunno
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Giuseppe Panella
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