Famiglie di disabili “sempre piu abbandonate” un caciucco politico
L’Associazione ONLUS “Amici di Nicola” ha gradito molto l’invito dell’Assessore Regionale al Welfare Federica Roccisano che in data 16/02/2016 ha incontrato, nella Sala Monteleone di Reggio Calabria, le Associazioni e le famiglie dei disabili della provincia.
Ci siamo detti: finalmente i diretti interessati si potranno sedere allo stesso tavolo e discutere delle criticità che attanagliano le proprie famiglie con al suo interno persone diversamente abili.
In realtà non si sono poste le basi tanto ventilate per una qualità di vita migliore a favore di queste persone.
E’ stata una riunione utile (forse) solo come sfogo per le famiglie deluse da politiche sorde ai reali bisogni dei Disabili, e dei loro congiunti POICHE’ SI SONO VISTI ACCUSATI DI AVER PRESO SOLDI PER L’ACQUISTO DI BENI E SERVIZI PER IL FAMILIARE DISABILE ALLO SCOPO DI COSTRUIRSI LA IACUZZI PIUTTOSTO CHE PER L’ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE DELLA PROPRIA ABITAZIONE. Invito a verificare quanto affermato dall’Assessore Roccisano e qualora ci fossero realtà corrispondenti si prendano provvedimenti in quella direzione senza fare di tutto l’erba un fascio.
Abbiamo notato associazioni o pseudo tali sedersi al fianco di politici (già la cosa era sin da subito anomala) ed altre giustamente a fianco dei familiari dei disabili.
-La AGES ha chiesto l’applicazione della Legge 328/2000 relativa alla presa in carico dei comuni per un progetto di vita dei disabili;
-si è parlato di ISEE (ma non è un problema culturale come dice la Roccisano) è un problema NOSTRO vedendoci ormai tassato il contributo di accompagno in quanto d’un tratto diventiamo ricchi senza soldi e perdiamo i diritti per l’accesso alle agevolazioni;
-il coordinamento Nazionale DIsabili lamenta, tra le altre cose, il mancato riconoscimento giuridico del Caregiver familiare, (figura che si occupa 24 ore su 24 di assistenza e cure ad un familiare non autosufficiente);
-nel pubblico si alzano cori di situazioni gravi, di disperazione e racconti strazianti dove l’unico fattore comune era il grido di aiuto di queste famiglie, gente abbandonata e dimenticata dallo Stato, senza assistenza, servizi adeguati.
Ci chiediamo quindi di cosa si parla quando non c’è l’attenzione delle ASP sui problemi della disabilità, sulle barriere architettoniche, sulle norme per il prepensionamento dei genitori dei disabili gravi e sulle agevolazioni tributarie per queste famiglie.
Come Associazione abbiamo portato temi riguardanti il sostengo reale in termini di contributi alle famiglie chiedendo all’Assessore Roccisano dove sono finiti gli oltre 2 milioni e mezzo di euro destinati a circa 250 nuclei familiari con un disabile a carico (appartenenti al distretto sanitario sud Locride) avendo fatto regolare istanza per il progetto INPS denominato HOME CARE PREMIUM 2015 . Il progetto infatti è svanito nel niente penalizzando ancora una volta le famiglie con disabili a carico, sempre le prime a pagare i danni creati dall’inerzia della politica.
Il secondo quesito riguardava i fondi per la non autosufficienza, tenendo conto che nel 2015 la Calabria ha ricevuto quasi 14 milioni di euro e, siccome le famiglie hanno ricevuto zero euro, (nonostante vi sono persone che hanno fatto regolare richiesta presso il proprio comune di residenza per ottenere tali contributi senza esito), dove è andato a finire e soprattutto chi ha gestito questo flusso di denaro? Sono soldi andati alle solite coop e fondazioni? E perché alle famiglie non arriva mai nulla?
Il tutto viene confuso (volutamente oppure no), con gli argomenti: ‘’fondi per il progetto Home Care Premium’’, ‘’pac’’ e ‘’fondi per la non autosufficienza’’, naturalmente perché non hanno risposte concrete.
Poi arriva la conferma della Roccisano, che la politica non si è mai occupata dei disabili e loro famiglie.
Abbiamo portato in evidenza la legge Regionale del 25/11/1996 n. 32, che regola i bandi per le graduatorie delle case popolari, una norma che a nostro avviso ha una falla in quanto nei requisiti, per fare la domanda di partecipazione al bando stesso, prescinde non superare il reddito complessivo di 12.450 euro e, il fatto di avere un disabile a carico non è un requisito.
Così molte famiglie che superano anche di poco la soglia anzidetta, sono considerate ricche e benestanti, tuttavia in situazione di disabilità (che per la legge non è un requisito e per la politica è un motivo di poco conto), così queste famiglie vengono escluse dalla graduatoria per l’assegnazione di case popolari anzi, non possono nemmeno fare la domandina.
La risposta viene tradotta e confusa con i fondi per l’abbattimento delle barriere architettoniche a domicilio che è ben altra cosa per la quale abbiamo anche chiesto dove sono questi fondi tenendo conto che su Locri ci sono istanze regolarmente presentate nel marzo 2015 e, ad oggi (a circa un anno di distanza) non hanno ricevuto riscontro. Infatti neanche qui abbiamo avuto risposte della politica.
Ma come fanno alcuni quotidiani online a scrivere di questa riunione definendola addirittura un incontro proficuo? Forse per gli amici che hanno diffuso note stampa distorte lontane dalla realtà. Di certo non per le famiglie con disabilità, infatti l’aula si è semi-svuotata prima del previsto.
Dopo oltre 3 ore di discussione la nostra Assessore finisce per pubblicizzare il DOPO DI NOI affermando che la Calabria su questo fronte è divisa in due: una parte dove già esistono strutture per l’accoglienza del dopo di noi, e la provincia di Reggio Cal. che invece ne è completamente priva.
Non ci meraviglia l’atteggiamento Pddino della Roccisano che ci delude perché noi siamo di parte e non condividiamo il testo di legge del dopo di noi che, come saprete è arrivato alla Camera dei Deputati il 04/02/2016 dove si discute sulla sua fattibilità.
Una legge che, quando fu proposta, furono interpellati sui social le famiglie ‘coraggio’ che sostenevano il carico della cura; madri, padri, fratelli e coniugi che si ponevano la domanda: “che ne sarà del mio congiunto disabile quando io non ci sarò più?” Da qui il concetto Dopo di noi.
La stessa domanda, su altro fronte, se la fanno i disabili, più o meno autonomi e cognitivamente consapevoli: “Che ne sarà di Noi quando non avremo più famigliari ad assisterci?”
Approvata, quindi, come si ci aspettava, la proposta di legge del dopo di noi …
Una “LEGGE TRUFFA ” sul DOPO DI NOI – Famiglie abbandonate completamente dallo Stato indotte a stipulare polizze private e finanziamenti sia pubblici che privati ( del disabile e della sua famiglia ) in mano a FONDAZIONI – COOPERATIVE E ONLUS – Ricorso massiccio ad istituti, comunità e case famiglia- (sappiamo dalla cronaca quali sono le realtà <da nord a sud ed isole comprese> di come vengono trattati e sopravvivono i disabili in certe strutture) Non cambierà nulla né la sostanza, né il sistema.
Chi si è astenuto, non ha potuto opporsi alle tante pressioni. Sono le solite stampelle.
Stanno distruggendo il WELFARE, stanno svendendo a speculatori le nostre vite e quelle dei nostri cari in condizioni di fragilità , il tutto mentre noi gridiamo.
DIRITT I UMANi – vit a indipedente – DEISTITUZIONALIZZAZION E – Assistenza Domiciliare Indiretta – è questa la ricetta ma non ci sentono.
Noi siamo per l’assistenza domiciliare indiretta, con i soldi il servizio adeguato c’è lo compriamo noi e programmiamo il futuro. Il dopo di noi, inizia ORA CON NOI, insieme a noi!
Si chiama anche libertà di scelta.
Non è la prima volta che il P D Nazionale ammette di essere per l’assistenza sociosanitaria Privata.
NOI che vogliamo che l’assistenza socio sanitaria rimanga Pubblica e LORO che ogni giorno provano a sfasciarla e depotenziarla, per poi dare tutto in mano ai privati. La legge del dopo di noi è arrivata al senato.
PRECISO che, il nome “dopo di noi” è usato illegittimamente.
Noi, genitori e parenti dei destinatari non la riconosciamo come nostra.
Si tratta di un’ignobile deresponsabilizzazione dello stato a favore dei soliti noti del settore privato.
Cosa dobbiamo pensare? Visto che gli oltre 4 milioni di disabili italiani non votano, è possibile che questi non interessano alla politica quanto i cinesi di Milano?