REGGIO CALABRIA – Approssimazione e accentramento. Due elementi che caratterizzano in maniera pesante i provvedimenti di questo governo regionale di destra sospinto da un decisionismo che non tiene conto delle reali esigenze dei territori.
Il caso Arrical, come giustamente sollevato dai miei colleghi del Partito democratico, è l’emblema di questo modo di fare superficiale che si scontra troppo spesso con la realtà delle norme.
Non posso quindi non rilevare il pasticcio relativo alle elezioni del Consiglio Direttivo d’ambito dell’Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria, convocate il prossimo 29 settembre senza tenere in considerazione le vincolanti circostanze normative che tranquillamente si cerca di aggirare. Come nel caso delle aree per lo svolgimento delle elezioni, individuato nel 2022, che in base al nuovo censimento 2023 non è più rappresentativo. E poi non possiamo che metterci dalla parte dei sindaci delle città capoluogo, soprattutto quando lavorano con bilanci ingessati a causa delle gestioni allegre dei loro predecessori, come nel caso di Cosenza, che dovranno organizzare i seggi elettorali e pagare straordinari ai propri dipendenti comunali.
Mi unisco quindi alla richiesta di rinviare questa tornata per permettere l’aggiornamento delle aree per lo svolgimento delle elezioni e concordare un ristoro per i Comuni che le ospiteranno al fine di non gravare su bilanci già provati. Tutto al fine di garantire una partenza di questo nuovo soggetto pubblico senza intoppi, con l’augurio che non diventi l’ennesimo esperimento fallito di Occhiuto, l’ennesimo carrozzone, viste le previsioni che non sono delle migliori.