Dopo gli incendi, riqualificazione ambientale specialistica Spazio agli esperti della Facoltà Agraria di Reggio Calabria. Marcello Anastasi : la buona politica supporti la rinascita del territorio
Dopo il disastro ambientale causato dagli incendi – danni al patrimonio boschivo e faunistico realmente inestimabili – il Consigliere regionale Marcello Anastasi,( “Io resto in Calabria) , chiede che tutte le decisioni da assumere nel percorso di riparazione dei danni e di rivitalizzazione e difesa dell’ecosistema siano frutto di valutazioni attente e ponderate, non dettate da opinionismi politici ma costantemente supportate dal parere di esperti botanici e del corpo docente della facoltà di Scienze Agrarie di Reggio Calabria. Da qui un invito ad aprire da subito un dibattito di programmazione , onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non condizionino le scelte volte alla tutela del bene comune. Di fronte a certi rischi che riguardano l’ambiente e davanti alle conseguenze di un disastro annunciato – dice Anastasi – non ci può permettere di ulteriormente sbagliare e determinare scelte che potrebbero arrecare ulteriori danni nel tempo al patrimonio boschivo e faunistico della Calabria. Serve – evidenzia il capogruppo di “Io resto in Calabria” – un progetto complessivo di riqualificazione ambientale che salvaguardi l’eventuale mutamento significativo del paesaggio, l’habitat di specie animali protette e di piante autoctone presenti nei vari contesti. Soprattutto gli esperti dell’Università sapranno indicare quelle piante “resilienti” che hanno la capacità di potersi rigenerare spontaneamente dopo aver subito danni dal calore e dall’azione del fuoco durante gli incendi e che pertanto non dovrebbero essere tagliate per consentire, invece, loro di riprendere spontaneamente vigore. Placatasi la furia del fuoco – sottolinea Anastasi – non bisogna assolutamente perdere tempo essendo urgentissimo dare il via ad un lavoro sinergico tra tutte le parti nella consapevolezza che ognuna di esse, per competenze acquisite e certificate, possa contribuire ad un supporto qualificato e specialistico per restituire alle nostre montagne il volto che hanno sempre avuto, preservando lo scrigno di biodiversità che esse custodiscono. E’ necessario avviare progetti di riqualificazione ambientale e di previsione ai fini della prevenzione immediata degli altri eventuali danni che potrebbero verificarsi nelle stagioni piovose , a seguito di fenomeni atmosferici temporaleschi, che darebbero vita con molta facilità a ulteriori problematiche di dissesto idrogeologico nelle aree dove il terreno ha perso coesione a causa della combustione subita. Conseguenze – viene evidenziato _ che si rivelerebbero traumatiche nei confronti dei territori, comprese le persone che li popolano, i loro terreni, le loro attività economiche e le loro abitazioni, tutte coinvolte in un dissesto idrogeologico a catena. Criticità, questa, di cui la nostra regione è affetta da sempre, e che ora appare accentuata dalla perdita di migliaia di alberi inceneriti dal “ fuoco di Lucifero”, la cui azione devastatrice era stata preannunciata restando forse, purtroppo sottovalutata.. Il Consigliere Marcello Anastasi, dichiara di temere l’avvio di progetti affrettati di riqualificazione ambientale, non supportati da un’ analisi accurata e che possano intaccare profondamente la tipicità dell’ecosistema, alterando le matrici della biodiversità nella fase di ripiantumazione e rimboschimento di quelle aree dove tale azione sia realisticamente fattibile. Attività , questa, nel corso della quale bisognerà assolutamente stare attenti a ciò che sarà deciso di fare tenendo conto delle specie botaniche e animali storicamente presenti, ridisponendole, non necessariamente con lo stesso numero, visto che questo potrebbe essere ancora causa di incendi e di difficoltà nelle azioni di spegnimento. Garantire la salvaguardia di alcune tipologie autoctone e preservarle dal loro eventuale taglio per avviarne la ripiantumazione, è un’operazione che richiede la presenza di esperti botanici universitari che conoscano bene quali piante e arbusti spontanei risultino per loro natura resilienti all’azione del fuoco con la possibilità di rigenerarsi spontaneamente. A tutto questo si aggiunga il bisogno di un piano H24 di sorveglianza delle nostre foreste e del territorio montano, interno o esterno alle aree dei Parchi, tenendo conto che, caldo a parte, il problema degli incendi è anche culturale e che attraverso la scuola e i mass media bisognerà attivare messaggi educativi per tentare di debellare il fenomeno della piromania. Non si può, infine, pensare di andare avanti se non attraverso la presenza di un maggior numero di uomini, mezzi e di una squadra aerea antiincendio – da far gestire alla Protezione Civile o all’Aviazione leggera dell’Esercito e non più con appalti a ditte private, con basi operative disposte in tutte le province della Regione Calabria. Sarà necessario altresì realizzare una rete idrica montana che consenta di fruire di una serie di postazioni dove sia possibile attingere acqua, sfruttando le sorgenti presenti, sia realizzando pozzi o appositi invasi di raccolta ai quali all’occorrenza attingere per il rifornimento dei veicoli antincendio. Nell’immediatezza – conclude Marcello Anastasi – si dovrà – prima di ogni altra cosa – procedere alla pubblicazione di un bando per garantire forme di ristoro economico a tutti coloro che hanno subito perdite di vite umane o danni materiali o perdita di animali da allevamento .