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Documento di RIVENDICAZIONE – Docenti assunti in Fase B – legge 107/2015 cosiddetta “ Buona Scuola”

Con il presente documento di rivendicazione i Docenti Assunti in Fase B della provincia di Cosenza, preoccupati per il proprio futuro e per quello delle loro famiglie, desiderano proporre una riflessione su quanto ritengono di aver subito e sulle istanze che in questa sede, ed in altre,  intendono reclamare.

Se è nell’intenzione di questo Governo prorogare per il prossimo anno il contratto sulla mobilità del 13 aprile 2017, non essendoci i tempi per una trattiva e pensando che le nuove regole potrebbero invece essere inserite nel prossimo CCNL generale, allora le preoccupazioni non possono che aumentare e farsi incalzanti. Nei fatti solo il 30% dei posti, nella scorsa mobilità, sono stati destinati ai trasferimenti interprovinciali, per cui le possibilità di rientrare nella provincia di residenza attraverso la prossima mobilità risultano davvero minime. Lo scorso anno sono ritornati in provincia di Cosenza un numero davvero esiguo di colleghi e molti docenti assunti in fase B nel 2015 non hanno ottenuto neanche l’assegnazione provinciale e sono dovuti partire, spesso con figli al seguito.

Vogliamo solo ricordare brevemente che la maggior parte dei docenti assunti in fase B da Roma in su, che oggi reclama in questa sede ancora i propri diritti, insegnava da decenni nelle scuole della provincia di Cosenza o anche della regione Calabria e, a causa del sistema di assunzione previsto dalla Legge 107/2015 detta “Buona scuola”, si è ritrovata penalizzata da un algoritmo iniquo che di certo non ha né rispettato le richieste (disciplina o sostegno) né i punteggi, quindi il merito. Quindi oggi ci ritroviamo, nostro malgrado, a lottare ancora affinché si torni a riconsiderare la storia curriculare di ciascun docente, restituendo giustizia a chi ha visto lesi i propri diritti, anche in considerazione del fatto che allora, solo due mesi dopo, e cioè a fine novembre 2015, altri docenti sono stati assunti sotto casa in quella che venne definita “assunzione sul potenziamento”. 

Ci chiediamo ancora oggi perché nessuno abbia chiarito i criteri utilizzati per l’assunzione, secondo un algoritmo che si è basato sulla casualità, o forse la cecità, stando alla nota perizia effettuata e firmata  da un gruppo di ingegneri esperti che lo ha analizzato tecnicamente.

Sicuramente, infatti, conoscendo le diverse opzioni, la maggior parte dei docenti assunti al Centro-Nord in fase B avrebbe optato per un’assunzione in fase C sul potenziamento, se gli fosse stato chiesto, con la certezza di restare nella propria regione, così come accaduto per numerosi docenti inseriti nelle graduatorie con un punteggio assai inferiore. Ricordiamo inoltre che la maggior parte dei docenti della Fase B, solo perché in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno, si è vista privata dei punteggi maturati e delle potenzialità di assunzione sulla disciplina, lasciando nei fatti liberi quei posti che sono stati poi destinati ai colleghi che, privi di quel titolo, hanno potuto godere di un’assunzione sotto casa. Ricordiamo poi  le “minacce” di perdita di ogni diritto acquisito, che andava paventandosi, che hanno costretto a cedere al ricatto dell’assunzione nazionale, tranne poi assistere al ribaltamento di ogni cosa. Inoltre la Legge 107/2015 già prevedeva un solo ruolo, quello dell’organico dell’autonomia, per cui molti docenti “potenziatori” sono ormai docenti di classe. Tutto ciò premesso intende solo evidenziare uno stato di fatto, senza voler essere interpretato come un attacco ad una parte di colleghi, ma solo quale rivendicazione di sacrosanti diritti.

 

Con il presente documento si intende sollevare alcune questioni fondamentali, rispetto alle quali si chiede a tutte le parti coinvolte (istituzioni, sindacati, partiti politici) un’assunzione di responsabilità e condivisione che possa dare risposte certe ed attese, ed in particolare:

  • il rispetto del merito acquisito attraverso l’esperienza e i titoli culturali, oggetto entrambi di un relativo punteggio.
  • Il conseguente diritto al trasferimento, considerata la penalizzazione subita in fase di assunzione
  • Il danno endofamiliare, con riferimento alle famiglie divise e alle spese non sostenibili, ed extrafamiliare, con un’attenzione al danno che va subendo una comunità che, con l’allontanamento coatto di tanti suoi cittadini, perde delle possibilità di crescita e di sviluppo, vedendosi privato di contributi sociali, professionali, umani ed economici

 

Sperando in un confronto costruttivo, si chiede la condivisione del documento.