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Dimensionamento scolastico, chiarimenti del Vicepresidente Princi: “Piani scolastici prerogativa degli enti provinciali”

“In merito al dimensionamento scolastico attuato dalla Regione Calabria, spinta da alcune informazioni fuorvianti che stanno circolando in queste ore a mezzo stampa, che potrebbero dare adito a disorientamenti, impedendo quindi agli enti locali di operare con serenità la riorganizzazione della rete scolastica territoriale, mi preme chiarire quanto segue.”

Così in una nota  Giusi Princi, Vicepresidente della Giunta regionale della Calabria con delega all’Istruzione.

“Ai sensi dell’articolo 21 della Legge 59/97 e dell’articolo 138, comma 1, del Decreto Legislativo 112 del ’98, la Regione esercita competenza di carattere programmatico e di coordinamento dei piani provinciali, attraverso: A) la predisposizione delle linee di indirizzo contenenti criteri e strumenti per la definizione; B) la messa a disposizione del necessario supporto agli enti coinvolti; C) l’approvazione del piano regionale di dimensionamento, previa acquisizione dei piani provinciali. Ai sensi dell’articolo 139, comma 1, del Decreto Legislativo 112 del ’98, sono invece attribuiti alle Province (in relazione all’istruzione secondaria superiore) e ai Comuni (in relazione agli altri gradi inferiori) i compiti e le funzioni concernenti l’istituzione, l’aggregazione, la fusione e la soppressione di scuole. Le prerogative in merito alla predisposizione dei piani sono, pertanto, di competenza provinciale. A tal proposito, ricordando che la data di presentazione dei piani provinciali è stata differita dal 30 settembre al 15 ottobre, invito tutti i Sindaci dei comuni calabresi a confrontarsi con i rispettivi enti provinciali a cui sottoporre le proprie istanze. Dall’incontro avuto in Cittadella con gli enti, è emersa la massima disponibilità da parte dei Presidenti di Provincia e dei rappresentanti della Città Metropolitana a promuovere conferenze di ambito per riorganizzare al meglio la rete scolastica, partendo dai bisogni dei territori. Sono certa che si lavorerà con responsabilità e pragmatismo, perché nessuno meglio di chi amministra e vive quotidianamente le province può conoscere la geografia ed i bisogni di ciascuna realtà. Come già specificato dalla parte tecnica nel corso della riunione, tengo inoltre a ribadire che non sono più previste deroghe numeriche specifiche per l’individuazione di autonomie scolastiche, come invece avveniva in passato. Con i nuovi parametri ministeriali, infatti, non esiste più un tetto minimo o massimo di studenti: dai criteri regionali, ogni realtà provinciale (purché garantisca il numero delle autonomie calcolato sulla base della popolazione scolastica) può determinarsi motivatamente (sulla base di indici di disagio socio-economico, dispersione scolastica, difficoltà nei collegamenti, etc) individuando le aree in cui mantenere le dirigenze, salvaguardando magari quelle realtà interne che altrimenti rischierebbero di avere soppressa l’autonomia.”